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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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Dal Consiglio comunale di Siena

In attesa dell'approvazione del bilancio di previsione

SIENA. In Consiglio comunale oggi (10 giugno) dibattutu numerosi punti.
Pietro Staderini (Moderati di Centrodestra) , ha puntato l’attenzione sull’elevato flusso di veicoli pesanti che circolano sulla strada statale Cassia Sud. “L’unica strada che collega tutta la Val d’Arbia e la Val d’Orcia a Siena – ha detto il consigliere – a causa dell’ininterrotto passaggio di camion, TIR e autobus di enorme stazza, abbinato al normale deterioramento del manto stradale che si presenta con buche e avvallamenti, provoca costanti piccole scosse agli edifici prospicenti la strada”. Visto che l’apertura della bretella Isola d’Arbia-Monsindoli non avverrà in tempi brevi, mentre la prossima apertura di quella che collegherà Isola d’Arbia con Renaccio risolverà solo in parte il problema del traffico veicolare, ha chiesto se l’Amministrazione è al corrente di quanto esposto. Relativamente, poi, alle richieste avanzate dagli abitanti delle zone interessate, compresa una lettera inviata lo scorso 10 maggio con la quale una famiglia chiedeva un intervento del Comune a tutela degli edifici e della salute delle persone, Staderini ha chiesto se “non sia il caso di installare un autovelox o telelaser, così da evitare passaggi a velocità eccessive, e se una volta aperte le due bretelle i camion di grosse dimensioni verranno obbligati ad avvicinarsi alla città attraverso questi percorsi alternativi”.

L’assessore all’ambiente e lavori pubblici Paolo Mazzini, che ha risposto per il collega Stefano Maggi assente per un’urgenza familiare, nel concordare sul fatto che la statale Cassia Sud è l’unica strada che collega tutta la Val d’Arbia e la Val d’Orcia a Siena, e che nel tratto delimitato dalla segnaletica verticale di centro abitativo vige il limite dei 50 Km/h, anche se può essere abbassato ai 30, ha informato che il completamento della variante di raccordo Monsindoli-tangenziale di Monteroni d’Arbia (di competenza dell’Amministrazione provinciale), e la prossima apertura della bretella Renaccio-Isola d’Arbia dovrebbero produrre un sostanziale alleggerimento dei transiti di veicoli pesanti. Su quel tipo di viabilità “non possono essere installate postazioni di autovelox fisse non presidiate”. “Sulla strada urbana, solo se di tipologia D (urbane di scorrimento, con doppia corsia per ogni senso di marcia, una banchina laterale e un marciapiede) – ha proseguito – è ammesso il posizionamento di apparecchi per l’accertamento delle violazioni (contestazione differita mediante notificazione di verbale), relative al superamento dei limiti di velocità. Inoltre in base alla normativa, spetta al Prefetto, per motivi di sicurezza pubblica o di circolazione, tutela della salute, ecc. sospendere temporaneamente la circolazione di tutte o di alcune categorie di utenti della strada o su tratti di essa. E, sempre il Prefetto, con proprio decreto può concedere l’autorizzazione, su richieste specifiche per comprovate esigenze, all’installazione, da parte degli Enti territoriali, di apparecchiature fisse non presidiate”.

Pietro Staderini, nel dichiararsi completamente insoddisfatto della risposta ricevuta, perché “l’assessore, pur richiamando la normativa, non ha risposto a quanto richiesto. Non ha dichiarato neppure se è a conoscenza o meno della situazione in essere, e se l’Amministrazione intenda provvedere con altre soluzioni”. Per questo ha ribadito che “il Comune non farà nulla. Una risposta inaccettabile, visto che si potrebbero mettere dei telepass presidiati dai vigili urbani e abbassare a 30 chilometri il limite di velocità. Ancora una volta non si risponde alle richieste dei cittadini, chiederò una risposta scritta così da inviarla alle persone interessate da questo disagio”.

“Quali sono le intenzioni del Comune per cogliere appieno l’opportunità offerta a Siena e al complesso museale S. Maria della Scala, dalla firma dell’accordo tra Regione Toscana e Mibact per la valorizzazione dei beni culturali?” La consigliera Rita Petti (PD), a seguito dell’accordo siglato lo scorso 27 maggio dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini e dal presidente della regione toscana Enrico Rossi  al fine di lavorare sinergicamente alla programmazione degli investimenti regionali e nazionali su obiettivi condivisi individuando iniziative che interesseranno grandi centri attrattori tra i quali il millenario Spedale senese, ha ricordato la tempistica dei lavori del Tavolo per la redazione delle linee di valorizzazione (30 settembre). Ricordando che la Regione stanzierà, a questo scopo, 30 milioni di euro (fondi comunitari), atti a promuovere, tra l’altro, percorsi tematici anche in riferimento al turismo scolastico, attuare le offerte del progetto Giovanisì, rafforzare sistemi museali e costituire un sistema regionale tematico dell’archeologia e uno dei musei scientifici, Rita Petti ha evidenziato che questo accordo sarà usato come modello da estendere anche alle altre regioni italiane. Come ha sottolineato “visto che  il piano produrrà specifiche indicazioni sul Complesso del S. Maria della Scala, aprendo opportunità e concretizzando ipotesi progettuali, il sindaco quando intende convocare, visto quanto deciso lo scorso 23 maggio,  il tavolo tecnico per la valorizzazione e il progetto di trasferimento della Pinacoteca nazionale che, in questo contesto, potrebbe trovare soluzione?”.

“Lo sforzo del Comune  – ha risposto l’assessore alla Cultura Massimo Vedovelli –  deve concentrarsi proprio su una progettualità capace di rendere le strutture come il S. Maria della Scala effettivi strumenti per lo sviluppo culturale della nostra città”. Vedovelli ha sottolineato, altresì, il ruolo dell’amministrazione nello spingere la Regione a individuare nel S. Maria della Scala uno dei poli regionali sui quali si concentra l’accordo Regione-Ministero. Il Comune è, infatti,  fortemente impegnato in un’opera di concertazione con la Regione Toscana per discutere le prospettive progettuali sui beni culturali della città. <<Le opportunità potenzialmente generate dall’accordo Regione-Mibact vanno ricondotte entro un progetto di sviluppo culturale sia di Siena, sia del territorio che vede, sicuramente al suo centro, la posizione del S. Maria. Ciò che la Regione chiede a questo proposito, è una visione più generale, almeno dal punto di vista della prospettiva territoriale, nonché della funzionalità gestionale e della progettualità culturale. Una prospettiva che eviti gli errori del passato e che si concentri sui tratti di innovazione, coerenza, adeguatezza ai bisogni di sviluppo culturale del territorio e sulla partecipazione>>. Puntualizzando il fatto che i 30 milioni serviranno per risolvere le criticità funzionali del complesso museale, Vedovelli ha palesato le opportunità date dal progetto Giovanisì, rispetto al quale il Comune può svolgere una funzione di sostegno per meglio orientare i giovani che potrebbero svolgere il proprio tirocinio nel S. Maria della Scala. Mentre “sul trasferimento della Pinacoteca – ha concluso l’assessore – il Sindaco sta prendendo contatti con i vari soggetti così da avere i nomi dei tecnici da coinvolgere al Tavolo. L’auspicio è che i due Tavoli lavorino in modo sinergico concorrendo a un’effettiva programmazione culturale per il territorio”.

Parzialmente soddisfatta Rita Petti, perché gli accordi scaturiti dalla riunione del 23 maggio sono rimasti in stand-by e che il Mibact, in data 8 luglio, ha sollecitato in merito il sindaco incaricato della convocazione. Nel sottolineare l’importanza del momento per la scelta delle politiche da attuare per la città, anche in vista della candidatura a Capitale europea 2019, ha evidenziato come <<il trasferimento della Pinacoteca al S. Maria della Scala richieda uno studio specifico>> e ricordando l’attenzione dimostrata dal Ministero e dalla Regione ha ribadito la <<necessità di cogliere le opportunità che possono essere offerte a Siena da questa fiducia e attenzione>>.

Una valutazione sulla legittimità e la regolarità delle elezioni per le Consulte territoriali dei cittadini, svoltesi lo scorso 8 giugno: è quanto richiesto da Marco Falorni (Impegno per Siena) con l’interrogazione presentata nella seduta odierna di Consiglio.

Falorni, in particolare, ha posto l’attenzione sulla previsione regolamentare che prevede il diritto di voto per tutti i residenti del Comune di Siena che abbiano compiuto il 16° anno di età. “Un limite in chiaro ed evidente contrasto – secondo il consigliere – con la norma di carattere generale fissata dall’articolo 48 della Costituzione, per la quale sono da considerarsi elettori i cittadini che abbiano raggiunto la maggiore età, con la sola eccezione del voto per il Senato della Repubblica per il quale è ulteriormente innalzata la soglia”.

L’assessore al Decentramento, Leonardo Tafani, ha innanzitutto precisato che le Consulte non sono organi istituzionali con poteri di governo, ma vadano piuttosto configurate come organismi di partecipazione popolare all’amministrazione locale, su base territoriale: “E’ la loro stessa natura che permette al Comune – ha specificato Tafani – di esprimere l’autonomia riconosciutagli agli articoli 114, 117 e 118 del dettato costituzionale, in un quadro giuridico di riferimento che, più in particolare, interessa anche il Testo Unico degli Enti Locali, secondo il quale l’ente disciplina liberamente la composizione e le modalità di funzionamento dei suoi organismi di partecipazione nel proprio Statuto.Il nostro Statuto – ha proseguito Tafani – prevede, all’articolo 78, che il Comune possa promuovere la partecipazione dei cittadini all’attività amministrativa; il successivo articolo 81, poi, entra nel merito delle funzioni delle Consulte e dei loro rapporti con il Consiglio. La delibera di Consiglio Comunale n° 53 del 2012 istitutiva delle Consulte, che ne disciplina compiti e funzionamento, si è quindi inserita in tale contesto normativo, dove l’estensione del diritto di voto fino ai sedicenni va letto come volontà di arricchire l’azione di governo dell’ente tramite l’apporto e il confronto con le fasce più giovani della popolazione”.L’assessore Tafani ha quindi concluso ribadendo la piena legittimità della consultazione e ricordando le previsioni statutarie che permettono anche l’esistenza del Consiglio dei Ragazzi e delle Consulte dei Giovani, degli Immigrati e dell’Handicap alla vita amministrativa e istituzionale del Comune.

Falorni ha ringraziato, limitandosi “a prendere atto della risposta che sarà comunque oggetto di ulteriore valutazione con altre fonti competenti”.


La sentenza del TAR Toscana che ha annullato l’affidamento della gestione del galoppatoio di Pian delle Fornaci, formalizzato con determina dirigenziale n. 736 del 17 aprile scorso, ha costituito il tema dell’interrogazione presentata da Luciano Cortonesi (Nero su Bianco) e sottoscritta, oltre che dal collega di gruppo Massimo Bianchini, da Andrea Corsi e Pietro Staderini (Moderati di Centrodestra), Eugenio Neri e Giuseppe Giordano (Siena Rinasce) e Marco Falorni (Impegno per Siena). “La pronuncia del TAR – ha specificato il consigliere – ordina l’aggiudicazione alla società Pian delle Fornaci e non a Immobiliare Malma: chiediamo, quindi, di conoscere quali erano gli obiettivi del bando e i relativi criteri di aggiudicazione, quanti soggetti vi hanno partecipato e quali i membri della lecommissione giudicatrice. Infine, l’ammontare della stima dei costi legali, diretti e indiretti, conseguenti alla bocciatura dell’atto dirigenziale”.

Nella risposta, l’assessore allo Sport, Leonardo Tafani, ha fornito informazioni e dettagli su ogni punto sollevato dall’interrogazione, ricordando, più in generale, come l’attuale situazione finanziaria non consenta una gestione diretta dell’impianto, in particolare per quanto riguarda gli oneri di manutenzione e adeguamento funzionale. Tafani ha quindi elencato i tre soggetti che hanno partecipato alla procedura selettiva, dei quali un raggruppamento temporaneo di impresa escluso per irregolarità nella documentazione amministrativa e mancanza dei requisiti della società mandataria. “Sono state ammesse – ha specificato l’assessore – le società a responsabilità limitata Pian delle Fornaci e Immobiliare Malma: quest’ultima è poi risultata aggiudicataria sulla base del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, così come attestato dalla Commissione composta dai dirigenti Lorella Cateni, Luciano Benedetti e Massimo Betti. In particolare, le due proposte sono state esaminate per la completezza e l’articolazione del progetto gestionale e finanziario, la sua sostenibilità economica, le modalità di apertura e di utilizzo dell’impianto, comprese le eventuali migliorie da apportare alla struttura e il loro cronoprogramma di attuazione. Sui costi – ha concluso l’assessore – le spese processuali quantificate dal giudice in 2.000 euro oltre oneri e quelle legali, ancora da definire, sono comunque coperte da polizza assicurativa e verranno pertanto rimborsate all’Amministrazione comunale”.

Il consigliere si è dichiarato soddisfatto delle informazioni e dei dati forniti “per le dimostrazioni di interesse alla gestione: l’esatto contrario di quello che si diceva nel 2012, quando furono terminati i lavori. Hanno infatti partecipato società a responsabilità limitata con vocazioni certamente orientate al profitto – ha specificato il consigliere –  per la gestione di questo genere di impianti”. Cortonesi ha concluso invitando l’Amministrazione a valutare forme di utilizzo del galoppatoio “che possano rendersi funzionali sull’indotto del mondo Palio, in una logica di spending review, come ad esempio nel caso dell’effettuazione delle previsite, visto che c’è un ambulatorio veterinario disponibile, o per le attività di addestramento dei cavalli”.

Le scelte dell’Amministrazione comunale in ambito culturale e, più in particolare, le delibere con le quali la Giunta ha pubblicato il bando per l’Estate Senese e autorizzato la rassegna Siena and Stars, promossa da Italian Konzert Opera (IKO), sono state oggetto dell’interrogazione di Rita Petti (PD) durante la seduta consiliare odierna. Petti ha ricordato, da una parte, l’atto di indirizzo del 23 maggio scorso con cui è stato redatto il bando rivolto ai soggetti locali operanti in ambito culturale per la realizzazione di appuntamenti “dedicati a ogni tipologia di pubblico e fasce d’età – ha specificato la consigliera – per sviluppare una forma di cultura partecipata, intesa come condivisione, in luoghi di incontro e aggregazioni di massa, con importanti ricadute economiche per la collettività”.

Dall’altra, la consigliera, precisando di non avere nessuna obiezione sulla qualità e la scelta degli artisti, “indiscussa e indiscutibile – ha puntualizzato – nella sede del Consiglio comunale”, ha richiamato alcuni elementi degli accordi formalizzati con IKO nella delibera del 17 giugno scorso per i concerti proposti in piazza del Duomo, sottolineando le contraddizioni con la precedente deliberazione. In particolare, “la concessione del suolo pubblico a titolo gratuito; la riduzione del 50% alle spese di affissione; la compartecipazione economica del Comune alle spese tecniche di allestimento e service per il sostegno agli eventi a ingresso libero di Fondazione Siena Jazz; infine, la messa a disposizione di locali di proprietà comunale al Santa Maria della Scala e nel vicolo di San Girolamo per uso camerini, aree di appoggio per la produzione, piccoli spazi per deposito materiali e per i servizi igienici”. In virtù di tali premesse, rispetto all’Estate Senese, Petti ha quindi domandato all’Amministrazione “se esistano altre realtà cittadine interessate alla disponibilità a titolo gratuito di spazi urbani, visto che la tempistica del bando non ha consentito lo sviluppo di un’adeguata progettualità”. Nel merito di Siena and Stars, invece, la consigliera ha chiesto la quantificazione delle spese e dell’eventuale ritorno economico derivante dagli ingressi ai concerti organizzati da IKO, oltre che un quadro conoscitivo “sui servizi per i quali l’Amministrazione comunale, nella stessa deliberazione, si è impegnata a fornire risorse umane ed economiche”. Petti ha così concluso, in termini più generali, con la richiesta di informazioni “su quali politiche di valorizzazione delle realtà culturali il Comune abbia messo e intenda porre in atto e come siano, tra esse, coordinate le deliberazioni”.

L’assessore alla Cultura, Massimo Vedovelli, ha dapprima specificato l’impegno dell’Amministrazione comunale per i concerti in piazza del Duomo, confermando quanto richiamato nell’interrogazione: la concessione del suolo pubblico a titolo gratuito e di un contributo economico di 10mila euro per la realizzazione degli eventi a ingresso libero di Fondazione Siena Jazz, di cui il Comune è socio fondatore; la riduzione del 50% delle spese di affissione e la messa a disposizione dei locali comunali richiamati nell’interrogazione. “Un sostegno finanziario per la Fondazione Siena Jazz – ha detto Vedovelli – che attiva un ritorno per l’Amministrazione, con la possibilità di utilizzare il palco per le iniziative comunali del 26 luglio e del 6 agosto e di realizzare nove eventi gratuiti, tra concerti e incontri culturali. L’intera manifestazione potrà generare ricadute economiche sul territorio derivanti dall’afflusso di pubblico, soprattutto turisti, agli spettacoli”. L’assessore ha quindi trattato il tema dell’Estate Senese, sottolineando la finalità di valorizzazione dei progetti e delle iniziative già in atto, piuttosto che di programmazione ex novo. “Lo scorso 20 giugno – ha proseguito Vedovelli – l’Amministrazione ha incontrato le compagnie e i gruppi di teatro, danza e musica, e sta attivando tavoli di confronto con i vari soggetti cittadini interessati allo spettacolo dal vivo, senza escludere le proposte pervenute da altre realtà, nella consapevolezza che questo tipo di dialogo con l’esterno possa contribuire a promuovere, ulteriormente, la crescita culturale della città. Ciò che conta – ha concluso l’assessore – è la valorizzazione delle capacità di produzione artistica delle realtà senesi, funzione di un progetto di sviluppo complessivo che si fondi sulla produzione, la fruizione, la partecipazione e l’animazione culturale”.
La consigliera Petti si è dichiarata soddisfatta per il chiarimento sugli importi e le tipologie delle spese per i concerti in piazza del Duomo e, invece, parzialmente soddisfatta per la risposta sull’Estate Senese, “poiché andava gestita meglio la tempistica di pubblicazione del bando – ha concluso – allo scopo di sostenere una nuova progettualità delle realtà culturali cittadine, anche nella prospettiva del percorso di candidatura di Siena 2019”.

Un fosso di acque reflue in strada di Petriccio e Belriguardo è stato oggetto di dibattito consiliare a seguito dell’interrogazione presentata da Laura Vigni (Sinistra per Siena, RC, SsM) che ha riportato le segnalazioni di un cittadino circa il potenziale pericolo di inquinamento della zona. La consigliera ha specificato come “in prossimità dei civici 98 e 98 bis, vi sia un fosso di scarico e scolo di acque nere, provenienti dalla zona dell’Acquacalda, che si riversa nel torrente Tressa, emanando cattivo odore e rappresentando, così, un rischio di natura igienico-sanitaria”. Vigni ha quindi chiesto all’Amministrazione “perchè tali acque reflue non vengano correttamente incalanate in apposite tubazioni, come impongono le più elementari norme di igiene pubblica e se sia stato fatto un sopralluogo per accertare la causa del problema e mettere in atto i necessari provvedimenti per risolverla”.

Nella risposta, l’assessore all’Ambiente, Paolo Mazzini, ha precisato che “tali acque reflue sono correttamente incalanate in tubazioni realizzate di concerto con le urbanizzazioni delle zone interessate, realizzate nel corso degli anni ’60 e ’70 con gli interventi edilizi secondo le norme allora vigenti. Oggi, le condotte di fognatura bianca sono di competenza comunale, mentre quelle nere sono gestite dall’Acquedotto del Fiora. In occasione dei sopralluoghi effettuati negli anni – ha continuato Mazzini – si è riscontrato che la causa del disagio deriva da occlusioni di natura occasionale originate dalla cattiva manutenzione dei tratti privati afferenti alla rete”.

La consigliera si è dichiarata insoddisfatta: “Il problema segnalato non è stato risolto e persiste – ha puntualizzato Vigni – e ritengo che i soggetti deputati, che sia l’Acquedotto del Fiora per competenza o l’Asl per il profilo sanitario, debbano imporre ai privati la corretta manutenzione delle proprie condutture”.
 

Il sistema di trattamento riabilitativo e, in particolare, le terapie e i posti letto “codice 56” per i pazienti ricoverati in condizioni cliniche instabili sono stati oggetto di un’interrogazione presentata da Laura Sabatini (Siena Cambia) e sottoscritta anche dal collega di gruppo Alessandro Trapassi. “Il piano riabilitativo individuale – ha introdotto Sabatini – normato dalle linee guida ministeriali e regionali prevede un approccio interdisciplinare e multiprofessionale e individua la responsabilità nella figura del fisiatra, medico competente per menomazione e disabilità. Una professionalità specializzata con corso post laurea in medicina fisica e riabilitazione, che segue il malato anche a domicilio, avendo competenze per valutare le problematiche relative alla limitazione dell’autonomia della persona in relazione al suo ambiente fisico, familiare, lavorativo e sociale. Con la chiusura dei 10 posti letto codice 56 presso la clinica Rugani – ha aggiunto la consigliera – 4 unità furono spostate all’ospedale di Campostaggia, mentre 6 a quello di Nottola. All’Azienda ospedaliera universitaria senese (AOUS), in attesa dell’apertura del reparto, fu inviato un fisiatra a gestire i posti con il personale medico e sanitario della struttura. Un compito che si è rivelato molto difficile per le tante interferenze strutturali e personali. Chiediamo pertanto all’amministrazione – ha concluso Sabatini – di acquisire documentazione sullo stato di attuazione del sistema e sulle responsabilità del fisiatra nella gestione dei posti letto codice 56 all’interno dell’AOUS. Inoltre, vorremmo conoscere il numero dei posti letto attivati e attivabili, e chi prescrive i piani riabilitativi individuali. Infine, sollecitiamo che la gestione dei posti letto codice 56 venga ricondotta verso uno stato di gestione sanitaria efficace e sicura per i pazienti”.

Partendo dai contenuti di una nota del direttore generale dell’AOUS, Pierluigi Tosi, l’assessore alla Sanità, Anna Ferretti, ha risposto all’interrogazione garantendo, in prima battuta, “che la degenza nei letti codice 56 dell’AOUS è utile e sicura per i gravi pazienti in condizioni cliniche instabili a cui è dedicata, grazie alle competenze specifiche in ambito riabilitativo di cui la struttura dispone e dei programmi di specialità che possono essere prescritti dai medici specialisti delle aree Neurologica, Cardiologica, Pneumologica e Ortopedica”. Attualmente, come ha ricordato l’assessore, i posti letto attivabili con codice 56 sono sei: uno ciascuno in neuroriabilitazione e riabilitazione respiratoria e due ciascuno in riabilitazione cardiologica e ortopedica, “con un’utilizzazione comunque ridotta – ha puntualizzato Ferretti – rispetto alla ricettività di circa il 50%. Anche se le attività di primo livello, a gestione territoriale, come quella di cui stiamo parlando – ha proseguito Ferretti – non rientrano tra gli specifici compiti dell’AOUS, l’azienda sta cercando di organizzare percorsi di attività riabilitativa insieme all’ASL 7, nell’ottica di pianificare una gestione integrata del sistema. Teniamo presente che il territorio senese, includendovi anche le strutture ospedaliere in Valdelsa e Valdichiana, non risulta carente di posti letto codice 56. Aggiungo che è in atto – ha concluso l’assessore – una rivisitazione di tutto il percorso riabilitativo. Attraverso la collaborazione tra le due aziende sanitarie senesi, infatti, sta per diventare operativa una specifica Agenzia di continuità ospedale territorio, denominata ACOT, che prenderà in carico tutte le dimissioni che presentino necessità riabilitative e di continuità di cura”.

La consigliera Sabatini ha ringraziato l’assessore “per aver riconosciuto – ha specificato – l’importanza del tema trattato e dell’interrogazione”, ma si è dichiarata non soddisfatta dei contenuti della risposta del direttore generale Tosi, definita “non correlata con il tema dell’interrogazione, in quanto incentrata sul percorso dismissivo e non sulla necessità di garantire, da subito, con tempestività, a questo particolare tipo di pazienti con patologia complessa ricoverati e in condizioni instabili, una fisioterapia intensiva e specializzata all’interno della stessa struttura ospedaliera di degenza. Inoltre – ha aggiunto la consigliera – il responsabile fisiatra della fisioterapia intensiva deve essere un medico con anzianità nella disciplina specifica e non soltanto un possessore della specializzazione, come dichiarato da Tosi. Chiedo pertanto al sindaco – ha concluso Sabatini – quale sarà il suo agire come massima autorità sanitaria cittadina sul tema in oggetto, considerata l’importanza di questi trattamenti fisioterapici intensivi”.
 

Forte preoccupazione per le sorti dell’associazione “Donna chiama Donna” è stata espressa nella seduta consiliare odierna da Laura Vigni (Sinistra per Siena, RC, SsM), la quale ha presentato un’interrogazione urgente motivata dall’imminente chiusura della sua attuale sede.L’associazione opera a Siena sin dal 1997, attraverso una convenzione con l’Amministrazione provinciale, con una serie di azioni positive di consulenza, supporto e sensibilizzazione per sostenere le donne che vivono situazioni di maltrattamento e violenza di genere. “Tra qualche giorno – ha detto la consigliera – l’associazione dovrà lasciare i locali dove svolge la propria attività, trovandosi in condizioni difficili rese ancor peggiori dal venir meno della sua istituzione principale di riferimento, la Provincia. Dato atto della sensibilità dimostrata dal Consiglio, su questo stesso tema, con l’approvazione della mozione sulle pari opportunità e contro la violenza di genere”, Vigni ha chiesto al sindaco di “intervenire urgentemente per individuare una nuova sede a “Donna chiama Donna”, in modo che le volontarie possano continuare il loro prezioso lavoro, anche perchè in altre realtà è il Comune ad assicurare una sede ad analoghi soggetti associativi”.

“Quella svolta dall’associazione – ha subito riconosciuto il sindaco Bruno Valentini – è un’attività importantissima. Per quanto sia rilevante il loro lavoro, “Donna chiama Donna” non è però l’unico soggetto associativo nel nostro territorio a chiedere al Comune la disponibilità di una sede. La loro richiesta ha, inoltre, la particolarità di individuare un locale appartato per garantire la necessaria riservatezza richiesta dalle loro attività”. Valentini, ricordando che l’ente Provincia non cesserà di funzionare ma svolgerà il suo lavoro in forme diverse, ha specificato che “il Comune cercherà comunque di individuare le migliori soluzioni con il coinvolgimento di tutte le altre realtà interessate”. Il sindaco ha quindi fatto riferimento alla recente approvazione in Parlamento di una legge istituiva di un fondo di 17 milioni di euro da dedicare alle iniziative di prevenzione e contrasto delle violenze sulle donne. “Di questi, 6 milioni di euro– ha specificato il primo cittadino – saranno dedicati all’istituzione di nuovi centri antiviolenza e case-rifugio, mentre con altri 9 milioni di finanziamento aggiuntivo le Regioni potranno agire autonomamente per interventi di assistenza e sostegno. Ulteriori 1 milione e 100mila euro, infine, da destinare ai centri pubblici e privati già esistenti”.

In questa prospettiva, diventerà cruciale la procedura formale di accreditamento delle associazioni e dei centri passibili di finanziamento, per la quale sarà competente un soggetto regionale denominato “Tosca” che dovrà individuare quelli maggiormente in grado di svolgere questo tipo di attività, in una logica di una corretta e funzionale distribuzione delle risorse sul territorio. “Nel frattempo – ha concluso Valentini – manterremo un dialogo aperto con “Donna chiama Donna” e con le altre realtà omologhe per dare una mano, ma il vero sostegno arriverà una volta che la Regione, attraverso Tosca, avrà definito la quantificazione e la distribuzione delle risorse sulla nostra provincia sulla base delle procedure formali di accreditamento: sapremo così a chi destinare soldi pubblici e sostegno tra tutte queste meritevoli associazioni”.

“Accolgo con favore l’istituzione del fondo – ha ripreso la Vigni – che potrebbe consentire una distribuzione delle risorse quanto più omogenea tra territori. Auspico quindi che l’iter per gli accreditamenti possa partire al più presto, in modo che l’associazione “Donna chiama Donna”, già riconosciuta a livello regionale, possa ottenere le risorse necessarie per la prosecuzione del proprio operato e continuare a porsi come principale interlocutrice per le donne in difficoltà”.

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