SIENA. Si è tenuta, questa mattina, al Teatro dei Rozzi la solenne cerimonia di consegna del “Mangia 2009”, il più importante riconoscimento pubblico che l’amministrazione comunale assegna annualmente ai senesi che si sono distinti nel donare prestigio, con la loro opera, alla città. Il premio è stato assegnato quest’anno a Franco Caroni, ideatore e presidente della Fondazione Siena Jazz. Medaglia d’oro a Franco Baldi, Alberto Fiorini e Paolo Lombardi.
“Seguire le passioni – ha aperto il sindaco Maurizio Cenni – è essenziale, ma è il talento quello che poi permette di eccellere nelle singole discipline, negli spazi che la società ci permette di occupare e seguire”. Ed insieme al talento “la forte passione”.
Quella che ora, infatti, è una realtà consolidata che dona prestigio internazionale alla città, è nata da un sogno che ha guidato la vita di Franco Caroni (candidato dalla Contrada della Tartuca): quello di dedicarsi alla musica. “E’ stato il primo in Italia a interpretare le nuove esigenze della didattica musicale moderna, impostando un percorso di attività basate sul perfezionamento, la specializzazione e l’alta qualificazione dei giovani sia italiani che europei. Paolo Fresu, uno dei migliori trombettisti jazz sulla scena mondiale parla di Franco dicendo che deve tutto a Siena Jazz e, dunque, a Franco Caroni”. Un sogno che, per l’inviato del Corriere della Sera Vittorio Franchini nel presentarlo, “ha costretto Franco Caroni a seguire una vocazione che forse neppure lui sapeva di avere”.
Nel 1977 nasce ufficialmente l’Associazione Siena Jazz, e da questa i Seminari Senesi di Musica Jazz: si inaugura un altro “modello senese” che farà scuola nel mondo. Ma il sogno non cessa di arricchirsi di sfumature: nasce il Centro di Perfezionamento Musicale di Siena. Nel 1989 viene invece costituito, sulla scia del lascito della famiglia Polillo, il Centro nazionale di studi sul jazz Arrigo Polillo, divenuto in breve tempo un punto nevralgico per la ricerca sulla materia. Ed è anche grazie all’Associazione Nazionale Musicisti Jazz, sempre opera di Caroni, che questa musica viene tutelata e diffusa. Il salto internazionale avviene quando l’International Association of Schools of Jazz affida a Siena il compito di organizzare tre International jazz meeting, incontri di altissimo livello. Da quel momento è una pioggia di riconoscimenti e premi da tutto il mondo. Anche da lì nasce l’International Jazz Masters Program in Tecniche dell’improvvisazione, attualmente il più prestigioso corso europeo di perfezionamento jazzistico, con oltre 60 docenti da tutto il mondo.
Ma Caroni non dimentica mai il legame con la città e ostinatamente organizza le “Jam Session in Contrada”, oltre 250 incontri estivi che hanno portato il jazz a convivere con la realtà storica della città. Siena Jazz ha appena tagliato il traguardo dei trent’anni di attività: oltre 10.000 allievi, 500 iscrizioni l’anno, 57.000 ore di lezione annuali, 60 concerti a stagione, 12 dischi prodotti, molti volumi pubblicati.
E' stata poi la volta di Franco Baldi (candidato al premio dalla Contrada della Selva), “un musicista, riportando le parole del Sindaco, che ha ridato splendore alla cultura del canto tradizionale”.
Famosa la frase, come ha ricordato Francesco Rinaldi nel presentare Baldi (candidato dalla Contrada della Selva), da lui usata in apertura di un recital organizzato, qualche anno fa, per i detenuti del carcere di Santo Spirito: “Buonasera, siamo qui per farvi uno spettacolo di evasione”. Anche Baldi ha concretizzato un sogno musicale: formazione in pianoforte alla Rinaldo Franci, grazie alla folgorazione per l’organo in età precocissima. Tutto per lui è musica, e infatti sono moltissime le composizioni: stornelli, serenate, canzoni, con cui molti senesi sono cresciuti. “Un interprete profondo dell’anima di Siena e proprio per questo vive con pienezza la sua amata città, portando in ogni occasione quel senso di misura e leggerezza, che sono il migliore antidoto contro un modo sempre più aggressivo e superficiale di vivere il Palio e il suo territorio”.
Polistrumentista di grande talento (suona organo, pianoforte, chitarra, flauto, mandolino, ottoni) e studioso di musica antica, fin dagli anni settanta si impegna nella ricerca delle radici della storia musicale senese: i primi madrigali e cantari manoscritti come le serenate dell’Ottocento e Novecento. Nel 1993 è stato insignito del titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana nel 1993, mentre nel 2004 ha ricevuto la menzione speciale al Premio giornalistico Paolo Frajese.
Il sogno concretizzato dell’altro premiato: Alberto Fiorini (candidato dalla Contrada della Civetta), invece, è da sempre quello della valorizzazione e tutela della storia della città, oltre “l’impegno in attività culturali e umanitarie, come ha evidenziato il Sindaco, affinché molti giovani provenienti dalle aree più povere del mondo potessero ottenere borse di studio per studiare l’italiano nella nostra Università per stranieri”.
Del suo lavoro ricordiamo quello sulle sedi storiche della Contrada della Civetta e quelli su Santi monture e vessilli e Fogge e costumi del passato.
“Fiorini, come ha ricordato Roberto Barzanti, ha scritto, formattato e composto graficamente la sua gigantesca Storia del Palio (1424-1939), una vera e propria enciclopedia omnicomprensiva di 2808 pagine, intrecciando nomi di fantini e di Santi, di Contrade e di nobili protettori, di anni e ricorrenze, di ospiti illustri e spigliati popolani. Il premio più ambito sarebbe per Fiorini render disponibile questo lavoro, che si stenta a credere condotto a termine.
La terza medaglia è stata per Paolo Lombardi (candidato dal Gruppo Stampa Autonomo di Siena), conosciuto ai più come la voce di Hitchcock: attore, doppiatore, grande caratterista e artista a tuttotondo. “Una prestigiosa carriera, di livello internazionale, ha evidenziato Cenni, che ha contribuito ad ampliare la fama di Siena nel mondo”. E, come ha giustamente detto Roberto Morrocchi: “solo un vero attore può essere un bravo doppiatore”. Tanto teatro, radio e giornalismo per La Nazione e il Giornale del Mattino. Poi un provino e l’ingresso casuale in “Laura Storm”, uno dei primi sceneggiati televisivi della RAI dei tempi d’oro. Da qui in poi la sua carriera è un susseguirsi di successi nei generi teatrali più disparati: dramma, commedia, rivista con collaborazioni con artisti quali Giancarlo Sbragia, Tino Buazzelli, Umberto Orsini, Gabriele Lavia, Salvo Randone, Gino Bramieri.
E poi il cinema. Oltre trenta pellicole con registi del calibro di Castellani, Tornatore, Monicelli, Vanzina, Pieraccioni. Ma la sua voce è entrata nella memoria di adulti e bambini come “anima italiana” di Jerry Lewis, Danny Aiello, Michel Serrault, Bob Hoskins, il Richard Griffiths della saga di Harry Potter e molti eroi Disney. “Lui la chiama una vita nell’aurea mediocritas. Chi lo conosce, anche nel privato e nelle scelte meravigliose della vita, sa che tutto è tranne che un mediocre”.
Per il primo cittadino, Maurizio Cenni, la cerimonia del Mangia è stata, anche, l’occasione per parlare della città e riflettere per capire i rischi che corre “in un momento in cui alla crisi economica sembra accompagnarsi una generalizzata crisi valoriale, quando una collettività stenta a trasformare in fatti concreti la retorica che talvolta gronda dai discorsi anche attorno alla nostra Festa per eccellenza, quando si mettono in discussione le regole, quando in sostanza la vis polemica si trasforma nello scarico di responsabilità, quando si è tentati di praticare la calunnia, la delazione, il tentativo di screditare le istituzioni, una collettività corre il rischio reale di approcciarsi ad un periodo difficile. Sarebbe beffardo se nel momento in cui la città si appresta a celebrare la traduzione del Costituto dal latino al volgare, mostrando a tutti il periodo fecondo della sua storia, quel Medioevo fatto di scelte che ne hanno segnato l’identità, tutto ciò coincidesse con il ritorno ad un periodo buio”.
Un richiamo forte per una politica improntata sulla correttezza, onestà intellettuale e trasposizione di ideali che non possono essere soffocati all’interno del dibattito politico, bensì coltivati, per una città “in cui ci sia equilibrio fra i vari poteri, compresi quelli finanziari ed economici, in cui ogni potere svolga il proprio ruolo e solo quello, senza tentazioni di invasioni di campo, in cui non si debba avere il sospetto che la democrazia può essere sovvertita dalla pratica della denuncia e della delazione, della menzogna, dello stupido sforzo di far percepire una città che non è così come la si vuole dipingere”.
E’ una preoccupazione non velata quella esternata da Cenni in merito ad una situazione di delazione che potrebbe innescare anche attacchi al Palio “alcuni esterni altri interni, altri ancora indotti da nostri atteggiamenti irresponsabili, si useranno i problemi che la crisi economica mette in luce a fini strumentali, ma sono altrettanto convinto che la parte sana della città non voglia tornare a tutto ciò, che sia stanca di tali metodi, che abbia la voglia di respirare, di pensare alle generazioni dei giovani che hanno difficoltà a trovare lavoro, a quei lavoratori che il lavoro lo perdono o rischiano di perderlo, che si occupi dei problemi, non del gossip”.
Per uscire da tutto questo l’unica prospettiva, per il Sindaco, è quella di anteporre, ai propri interessi, quelli della collettività, recuperando il rapporto con i cittadini, rinnovando la classe dirigente ed investendo sul futuro.
Uno spirito d’insieme, quello richiesto da Cenni, perché come per i premiati del Mangia solo mettendo al servizio della città: tempo, intelligenza e passione, “poi, ma solo poi”, questi elementi “porteranno ad un riconoscimento, e non viceversa”. Ma anche “la politica deve cambiare il passo, segnando la diversità di ruolo che esiste tra di essa e le istituzioni, non si deve lavorare affinché esista un principe, ma affinché esista un equilibrio reale tra i poteri che una città come la nostra esprime”.
Cenni, nel suo intervento, si è spinto anche oltre, palesando il rischio che corre “l’essenza stessa della città: il tessuto sociale connettivo fatto di volontariato solidaristico, di accoglienza, fatto di quel patto irrinunciabile tra la parte laica e cattolica della città che negli anni si è rafforzato e ha permesso di aprirsi di più, di incontrarsi sui progetti, di lanciare messaggi di pace, tolleranza e solidarietà”. “Guai – ha detto – a chi pensa di inquinarlo, guai a chi pensa in modo scellerato di fare tuffi nel passato, sarebbe il danno più grande che si possa fare a Siena”.
Un monito forte e deciso da parte di un uomo che non vuole, domani, sentirsi straniero nella città in cui è nato e vissuto e dove vorrebbe continuare a vivere da uomo libero. Parole decise. “Come ho cercato di fare in questi anni nei confronti di tutti coloro che pur avendo opinioni diverse dalla mia si sono potuti esprimere senza timori. Perché è così che si costruisce il futuro, e non con la restaurazione di un clima di sospetto e paura”.
E se Cenni ha l’obbligo, per il ruolo che ricopre di difendere la città e con questa la Banca e la Fondazione MPS, l’Università, ma anche i valori e il primato delle istituzioni su ogni altro primato, politico o economico, ha il compito di assicurare l’esercizio corretto della dialettica.
E, per tutto questo, la sua incitazione per uno scatto di orgoglio e di coraggio da parte di tutti affinché Siena continui ad essere “il posto più bello del mondo”.
Clicca qui per leggere l'intervento integrale del sindaco
“Seguire le passioni – ha aperto il sindaco Maurizio Cenni – è essenziale, ma è il talento quello che poi permette di eccellere nelle singole discipline, negli spazi che la società ci permette di occupare e seguire”. Ed insieme al talento “la forte passione”.
Quella che ora, infatti, è una realtà consolidata che dona prestigio internazionale alla città, è nata da un sogno che ha guidato la vita di Franco Caroni (candidato dalla Contrada della Tartuca): quello di dedicarsi alla musica. “E’ stato il primo in Italia a interpretare le nuove esigenze della didattica musicale moderna, impostando un percorso di attività basate sul perfezionamento, la specializzazione e l’alta qualificazione dei giovani sia italiani che europei. Paolo Fresu, uno dei migliori trombettisti jazz sulla scena mondiale parla di Franco dicendo che deve tutto a Siena Jazz e, dunque, a Franco Caroni”. Un sogno che, per l’inviato del Corriere della Sera Vittorio Franchini nel presentarlo, “ha costretto Franco Caroni a seguire una vocazione che forse neppure lui sapeva di avere”.
Nel 1977 nasce ufficialmente l’Associazione Siena Jazz, e da questa i Seminari Senesi di Musica Jazz: si inaugura un altro “modello senese” che farà scuola nel mondo. Ma il sogno non cessa di arricchirsi di sfumature: nasce il Centro di Perfezionamento Musicale di Siena. Nel 1989 viene invece costituito, sulla scia del lascito della famiglia Polillo, il Centro nazionale di studi sul jazz Arrigo Polillo, divenuto in breve tempo un punto nevralgico per la ricerca sulla materia. Ed è anche grazie all’Associazione Nazionale Musicisti Jazz, sempre opera di Caroni, che questa musica viene tutelata e diffusa. Il salto internazionale avviene quando l’International Association of Schools of Jazz affida a Siena il compito di organizzare tre International jazz meeting, incontri di altissimo livello. Da quel momento è una pioggia di riconoscimenti e premi da tutto il mondo. Anche da lì nasce l’International Jazz Masters Program in Tecniche dell’improvvisazione, attualmente il più prestigioso corso europeo di perfezionamento jazzistico, con oltre 60 docenti da tutto il mondo.
Ma Caroni non dimentica mai il legame con la città e ostinatamente organizza le “Jam Session in Contrada”, oltre 250 incontri estivi che hanno portato il jazz a convivere con la realtà storica della città. Siena Jazz ha appena tagliato il traguardo dei trent’anni di attività: oltre 10.000 allievi, 500 iscrizioni l’anno, 57.000 ore di lezione annuali, 60 concerti a stagione, 12 dischi prodotti, molti volumi pubblicati.
E' stata poi la volta di Franco Baldi (candidato al premio dalla Contrada della Selva), “un musicista, riportando le parole del Sindaco, che ha ridato splendore alla cultura del canto tradizionale”.
Famosa la frase, come ha ricordato Francesco Rinaldi nel presentare Baldi (candidato dalla Contrada della Selva), da lui usata in apertura di un recital organizzato, qualche anno fa, per i detenuti del carcere di Santo Spirito: “Buonasera, siamo qui per farvi uno spettacolo di evasione”. Anche Baldi ha concretizzato un sogno musicale: formazione in pianoforte alla Rinaldo Franci, grazie alla folgorazione per l’organo in età precocissima. Tutto per lui è musica, e infatti sono moltissime le composizioni: stornelli, serenate, canzoni, con cui molti senesi sono cresciuti. “Un interprete profondo dell’anima di Siena e proprio per questo vive con pienezza la sua amata città, portando in ogni occasione quel senso di misura e leggerezza, che sono il migliore antidoto contro un modo sempre più aggressivo e superficiale di vivere il Palio e il suo territorio”.
Polistrumentista di grande talento (suona organo, pianoforte, chitarra, flauto, mandolino, ottoni) e studioso di musica antica, fin dagli anni settanta si impegna nella ricerca delle radici della storia musicale senese: i primi madrigali e cantari manoscritti come le serenate dell’Ottocento e Novecento. Nel 1993 è stato insignito del titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana nel 1993, mentre nel 2004 ha ricevuto la menzione speciale al Premio giornalistico Paolo Frajese.
Il sogno concretizzato dell’altro premiato: Alberto Fiorini (candidato dalla Contrada della Civetta), invece, è da sempre quello della valorizzazione e tutela della storia della città, oltre “l’impegno in attività culturali e umanitarie, come ha evidenziato il Sindaco, affinché molti giovani provenienti dalle aree più povere del mondo potessero ottenere borse di studio per studiare l’italiano nella nostra Università per stranieri”.
Del suo lavoro ricordiamo quello sulle sedi storiche della Contrada della Civetta e quelli su Santi monture e vessilli e Fogge e costumi del passato.
“Fiorini, come ha ricordato Roberto Barzanti, ha scritto, formattato e composto graficamente la sua gigantesca Storia del Palio (1424-1939), una vera e propria enciclopedia omnicomprensiva di 2808 pagine, intrecciando nomi di fantini e di Santi, di Contrade e di nobili protettori, di anni e ricorrenze, di ospiti illustri e spigliati popolani. Il premio più ambito sarebbe per Fiorini render disponibile questo lavoro, che si stenta a credere condotto a termine.
La terza medaglia è stata per Paolo Lombardi (candidato dal Gruppo Stampa Autonomo di Siena), conosciuto ai più come la voce di Hitchcock: attore, doppiatore, grande caratterista e artista a tuttotondo. “Una prestigiosa carriera, di livello internazionale, ha evidenziato Cenni, che ha contribuito ad ampliare la fama di Siena nel mondo”. E, come ha giustamente detto Roberto Morrocchi: “solo un vero attore può essere un bravo doppiatore”. Tanto teatro, radio e giornalismo per La Nazione e il Giornale del Mattino. Poi un provino e l’ingresso casuale in “Laura Storm”, uno dei primi sceneggiati televisivi della RAI dei tempi d’oro. Da qui in poi la sua carriera è un susseguirsi di successi nei generi teatrali più disparati: dramma, commedia, rivista con collaborazioni con artisti quali Giancarlo Sbragia, Tino Buazzelli, Umberto Orsini, Gabriele Lavia, Salvo Randone, Gino Bramieri.
E poi il cinema. Oltre trenta pellicole con registi del calibro di Castellani, Tornatore, Monicelli, Vanzina, Pieraccioni. Ma la sua voce è entrata nella memoria di adulti e bambini come “anima italiana” di Jerry Lewis, Danny Aiello, Michel Serrault, Bob Hoskins, il Richard Griffiths della saga di Harry Potter e molti eroi Disney. “Lui la chiama una vita nell’aurea mediocritas. Chi lo conosce, anche nel privato e nelle scelte meravigliose della vita, sa che tutto è tranne che un mediocre”.
Per il primo cittadino, Maurizio Cenni, la cerimonia del Mangia è stata, anche, l’occasione per parlare della città e riflettere per capire i rischi che corre “in un momento in cui alla crisi economica sembra accompagnarsi una generalizzata crisi valoriale, quando una collettività stenta a trasformare in fatti concreti la retorica che talvolta gronda dai discorsi anche attorno alla nostra Festa per eccellenza, quando si mettono in discussione le regole, quando in sostanza la vis polemica si trasforma nello scarico di responsabilità, quando si è tentati di praticare la calunnia, la delazione, il tentativo di screditare le istituzioni, una collettività corre il rischio reale di approcciarsi ad un periodo difficile. Sarebbe beffardo se nel momento in cui la città si appresta a celebrare la traduzione del Costituto dal latino al volgare, mostrando a tutti il periodo fecondo della sua storia, quel Medioevo fatto di scelte che ne hanno segnato l’identità, tutto ciò coincidesse con il ritorno ad un periodo buio”.
Un richiamo forte per una politica improntata sulla correttezza, onestà intellettuale e trasposizione di ideali che non possono essere soffocati all’interno del dibattito politico, bensì coltivati, per una città “in cui ci sia equilibrio fra i vari poteri, compresi quelli finanziari ed economici, in cui ogni potere svolga il proprio ruolo e solo quello, senza tentazioni di invasioni di campo, in cui non si debba avere il sospetto che la democrazia può essere sovvertita dalla pratica della denuncia e della delazione, della menzogna, dello stupido sforzo di far percepire una città che non è così come la si vuole dipingere”.
E’ una preoccupazione non velata quella esternata da Cenni in merito ad una situazione di delazione che potrebbe innescare anche attacchi al Palio “alcuni esterni altri interni, altri ancora indotti da nostri atteggiamenti irresponsabili, si useranno i problemi che la crisi economica mette in luce a fini strumentali, ma sono altrettanto convinto che la parte sana della città non voglia tornare a tutto ciò, che sia stanca di tali metodi, che abbia la voglia di respirare, di pensare alle generazioni dei giovani che hanno difficoltà a trovare lavoro, a quei lavoratori che il lavoro lo perdono o rischiano di perderlo, che si occupi dei problemi, non del gossip”.
Per uscire da tutto questo l’unica prospettiva, per il Sindaco, è quella di anteporre, ai propri interessi, quelli della collettività, recuperando il rapporto con i cittadini, rinnovando la classe dirigente ed investendo sul futuro.
Uno spirito d’insieme, quello richiesto da Cenni, perché come per i premiati del Mangia solo mettendo al servizio della città: tempo, intelligenza e passione, “poi, ma solo poi”, questi elementi “porteranno ad un riconoscimento, e non viceversa”. Ma anche “la politica deve cambiare il passo, segnando la diversità di ruolo che esiste tra di essa e le istituzioni, non si deve lavorare affinché esista un principe, ma affinché esista un equilibrio reale tra i poteri che una città come la nostra esprime”.
Cenni, nel suo intervento, si è spinto anche oltre, palesando il rischio che corre “l’essenza stessa della città: il tessuto sociale connettivo fatto di volontariato solidaristico, di accoglienza, fatto di quel patto irrinunciabile tra la parte laica e cattolica della città che negli anni si è rafforzato e ha permesso di aprirsi di più, di incontrarsi sui progetti, di lanciare messaggi di pace, tolleranza e solidarietà”. “Guai – ha detto – a chi pensa di inquinarlo, guai a chi pensa in modo scellerato di fare tuffi nel passato, sarebbe il danno più grande che si possa fare a Siena”.
Un monito forte e deciso da parte di un uomo che non vuole, domani, sentirsi straniero nella città in cui è nato e vissuto e dove vorrebbe continuare a vivere da uomo libero. Parole decise. “Come ho cercato di fare in questi anni nei confronti di tutti coloro che pur avendo opinioni diverse dalla mia si sono potuti esprimere senza timori. Perché è così che si costruisce il futuro, e non con la restaurazione di un clima di sospetto e paura”.
E se Cenni ha l’obbligo, per il ruolo che ricopre di difendere la città e con questa la Banca e la Fondazione MPS, l’Università, ma anche i valori e il primato delle istituzioni su ogni altro primato, politico o economico, ha il compito di assicurare l’esercizio corretto della dialettica.
E, per tutto questo, la sua incitazione per uno scatto di orgoglio e di coraggio da parte di tutti affinché Siena continui ad essere “il posto più bello del mondo”.
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