
SIENA. Il sindaco Maurizio Cenni e il presidente della Provincia, Simone Bezzini, intervengono sullo stato di salute dell’Università.
“Confermiamo la nostra vicinanza e solidarietà a tutti i dipendenti e agli studenti dell'Università degli Studi di Siena, che vivono da almeno dieci mesi una situazione di precarietà e di insicurezza che mina la loro tranquillità. Il Comune e la Provincia di Siena, stanno lavorando per mettere l'Ateneo nelle condizioni di assicurare, ogni mese, il pagamento degli stipendi, collaborando fattivamente affinché nei prossimi giorni si compiano quegli atti che producano liquidità sia immediata che a medio e lungo termine”.
“In questo senso – dicono Cenni e Bezzini – non accettiamo i tentativi, interni ed esterni all’Università, di politicizzare la crisi dell’Ateneo. Avanzare rilievi al piano di risanamento non vuol dire essere dei sabotatori, quanto appassionati e irriducibili sostenitori della nostra Università che si battono per evitare che tra sei mesi, la crisi si riaccenda e peggiori, dopo aver consumato anche la risorsa del consolidamento del debito alle migliori condizioni possibili. Riteniamo quindi indispensabile che l’Ateneo operi per attuare: un maggiore contenimento dei costi; impegni ancor più stringenti per realizzare un reale risanamento e interventi strutturali, a partire da una politica patrimoniale che deve prevedere un’analisi attenta degli spazi oggi utilizzati. Occorre anche una maggiore consapevolezza e una maggiore assunzione di responsabilità da parte di tutta la comunità accademica sulla situazione estremamente grave in cui si trova l’Ateneo. Senza uno sforzo collegiale, infatti, sarà impossibile uscire da questa fase critica”
“Riteniamo doveroso – affermano il sindaco e il presidente della Provincia – a questo punto, un incontro con il governo e la Regione Toscana per verificare il livello di adesione al piano di risanamento, la cui attuazione dipende in maniera decisiva da questi soggetti. Questo passaggio è reso ancora più urgente dalla decisione del Miur di sospendere la corresponsione del premio qualità, pari al 7 per cento del Fondo ordinario per le Università. Ci rivolgiamo con rispetto e coerenza al Rettore, al prorettore ed agli organi collegiali dell'Università, dal momento che ci siamo battuti e ci batteremo per scongiurare il commissariamento ed ogni tentativo di ingerire nell'autonomia dell’Ateneo, per unire le forze, intensificare la trasparenza e la collegialità della gestione della crisi”.
“Il lavoro condotto sin qui – concludono Cenni e Bezzini – nell’elaborazione della riforma della governance, come sul piano di risanamento, ai quali i nostri rappresentanti hanno fattivamente contribuito, indica che solo unendo le forze, con responsabilità, si possono fare passi in avanti per salvare l'Università, risanarla ed aprire una pagina nuova nella vita di un’istituzione secolare, cara a tutti i senesi, in città come in Provincia”.
“Confermiamo la nostra vicinanza e solidarietà a tutti i dipendenti e agli studenti dell'Università degli Studi di Siena, che vivono da almeno dieci mesi una situazione di precarietà e di insicurezza che mina la loro tranquillità. Il Comune e la Provincia di Siena, stanno lavorando per mettere l'Ateneo nelle condizioni di assicurare, ogni mese, il pagamento degli stipendi, collaborando fattivamente affinché nei prossimi giorni si compiano quegli atti che producano liquidità sia immediata che a medio e lungo termine”.
“In questo senso – dicono Cenni e Bezzini – non accettiamo i tentativi, interni ed esterni all’Università, di politicizzare la crisi dell’Ateneo. Avanzare rilievi al piano di risanamento non vuol dire essere dei sabotatori, quanto appassionati e irriducibili sostenitori della nostra Università che si battono per evitare che tra sei mesi, la crisi si riaccenda e peggiori, dopo aver consumato anche la risorsa del consolidamento del debito alle migliori condizioni possibili. Riteniamo quindi indispensabile che l’Ateneo operi per attuare: un maggiore contenimento dei costi; impegni ancor più stringenti per realizzare un reale risanamento e interventi strutturali, a partire da una politica patrimoniale che deve prevedere un’analisi attenta degli spazi oggi utilizzati. Occorre anche una maggiore consapevolezza e una maggiore assunzione di responsabilità da parte di tutta la comunità accademica sulla situazione estremamente grave in cui si trova l’Ateneo. Senza uno sforzo collegiale, infatti, sarà impossibile uscire da questa fase critica”
“Riteniamo doveroso – affermano il sindaco e il presidente della Provincia – a questo punto, un incontro con il governo e la Regione Toscana per verificare il livello di adesione al piano di risanamento, la cui attuazione dipende in maniera decisiva da questi soggetti. Questo passaggio è reso ancora più urgente dalla decisione del Miur di sospendere la corresponsione del premio qualità, pari al 7 per cento del Fondo ordinario per le Università. Ci rivolgiamo con rispetto e coerenza al Rettore, al prorettore ed agli organi collegiali dell'Università, dal momento che ci siamo battuti e ci batteremo per scongiurare il commissariamento ed ogni tentativo di ingerire nell'autonomia dell’Ateneo, per unire le forze, intensificare la trasparenza e la collegialità della gestione della crisi”.
“Il lavoro condotto sin qui – concludono Cenni e Bezzini – nell’elaborazione della riforma della governance, come sul piano di risanamento, ai quali i nostri rappresentanti hanno fattivamente contribuito, indica che solo unendo le forze, con responsabilità, si possono fare passi in avanti per salvare l'Università, risanarla ed aprire una pagina nuova nella vita di un’istituzione secolare, cara a tutti i senesi, in città come in Provincia”.