
SIENA. Da Casapound Siena riceviamo e pubblichiamo un intervento sul trasferimento di attività e dipendenti dell'azienda dolciaria Sapori.
"La situazione è disperata, in questi giorni abbiamo visto uscire alcuni commenti politici alla nostra vicenda, ma nessuno si è mai realmente interessato alla situazione fino ad ora. Le amministrazioni comunali chiedono di tenere un basso profilo e di non buttare la vicenda in caciara, ma qui in fabbrica abbiamo impiegati costretti a scegliere se trasferirsi a Milano o diventare operai semplici a Tavarnelle; scelta che nemmeno si pone, a meno di dover considerare il licenziamento una scelta, per chi operaio lo è già come me e dovrà diventare pendolare ad oltre 40 chilometri di distanza".
Questa è la situazione che delinea Lorenzo Abbate, militante di CasaPound Siena ed operaio della Sapori che, spiega, "il pendolarismo sarà accompagnato dai già esistenti turni notturni obbligatori, con ovvi problemi anche di sicurezza stradale, ed abbassamenti di livello contrattuale e quindi di stipendio".
"Dopo il trasferimento da Siena a Monteriggioni, quest'odissea per i lavoratori ed un'altra ferita nel tessuto economico senese. – dichiara Gabriele Taddei, responsabile provinciale di CasaPound Italia – Decine di aziende chiuse o nell'attesa di farlo, uomini e donne di ogni età a spasso senza un'occupazione, attività di produzioni tradizionali trasferite fuori dal territorio. Questo quadro, assommato alle condizioni delle maggiori istituzioni cittadine come Università degli Studi ed Mps, assume tinte sempre più fosche e fa suonare ridicoli gli accenni alle responsabilità governative: questo è il collasso dell'intero sistema-Siena, un sistema senza un progetto, senza un'orizzonte e senza un futuro. Un sistema che ha vissuto di assistenzialismo criminale ed economia volatile per decenni e che, se vuole rivitalizzarsi, deve tornare a mettersi la tuta da lavoro, produrre concretamente e dare libero sfogo all'iniziativa dei propri cittadini. Ma è necessario avere una visione della città per far questo, una visione che i padroni del vapore non hanno. Quali sono le prospettive? 'Poco clamore', dicono. Ci siamo stancati delle prese in giro, rispondiamo!".
"La situazione è disperata, in questi giorni abbiamo visto uscire alcuni commenti politici alla nostra vicenda, ma nessuno si è mai realmente interessato alla situazione fino ad ora. Le amministrazioni comunali chiedono di tenere un basso profilo e di non buttare la vicenda in caciara, ma qui in fabbrica abbiamo impiegati costretti a scegliere se trasferirsi a Milano o diventare operai semplici a Tavarnelle; scelta che nemmeno si pone, a meno di dover considerare il licenziamento una scelta, per chi operaio lo è già come me e dovrà diventare pendolare ad oltre 40 chilometri di distanza".
Questa è la situazione che delinea Lorenzo Abbate, militante di CasaPound Siena ed operaio della Sapori che, spiega, "il pendolarismo sarà accompagnato dai già esistenti turni notturni obbligatori, con ovvi problemi anche di sicurezza stradale, ed abbassamenti di livello contrattuale e quindi di stipendio".
"Dopo il trasferimento da Siena a Monteriggioni, quest'odissea per i lavoratori ed un'altra ferita nel tessuto economico senese. – dichiara Gabriele Taddei, responsabile provinciale di CasaPound Italia – Decine di aziende chiuse o nell'attesa di farlo, uomini e donne di ogni età a spasso senza un'occupazione, attività di produzioni tradizionali trasferite fuori dal territorio. Questo quadro, assommato alle condizioni delle maggiori istituzioni cittadine come Università degli Studi ed Mps, assume tinte sempre più fosche e fa suonare ridicoli gli accenni alle responsabilità governative: questo è il collasso dell'intero sistema-Siena, un sistema senza un progetto, senza un'orizzonte e senza un futuro. Un sistema che ha vissuto di assistenzialismo criminale ed economia volatile per decenni e che, se vuole rivitalizzarsi, deve tornare a mettersi la tuta da lavoro, produrre concretamente e dare libero sfogo all'iniziativa dei propri cittadini. Ma è necessario avere una visione della città per far questo, una visione che i padroni del vapore non hanno. Quali sono le prospettive? 'Poco clamore', dicono. Ci siamo stancati delle prese in giro, rispondiamo!".