Tre ore e 45 minuti per percorrere 75 chilometri. Facendo l'amata Siena Bettolle
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Venerdì 17, fino a poche ore fa, non mi era parso un indizio nefasto ma un giorno come un altro. Come già in passato era capitato e come certo capiterà ancora.
Da oggi però, potrò per sempre collegare questa data ad uno dei viaggi più “spericolati” ed avventurosi della mia vita. Roba che neppure quando mi sono trovata in pieno centro a Kabul!
Un viaggio di pochi chilometri, in verità, che mi capita di fare almeno tre volte a settimana e che “impegna” circa 55 minuti del mio tempo.
Oggi, gli stessi 75 chilometri che separano Siena da Chiusi, sono stati percorsi in ben 3 ore e 45 minuti! E solo grazie alla mia proverbiale testardaggine! E pensare che sono partita non appena ho intravisto la neve adagiarsi sull’asfalto, imbiancandolo.
Circa due ore e mezzo per coprire il tragitto che va da viale Mazzini fino ai Due Ponti – passando per viale Sardegna e viale Toselli.
Una coda continua. Strade bianche che neppure lontanamente avevano “incrociato” un mezzo spargisale o uno spazzaneve. Autisti alle prese con piccole e insidiose discesine totalmente impraticabili. Giovanotti e vecchietti impacciati nel montare le catene da neve ai bordi delle strade. Audaci autisti di suv super costosi in difficoltà nella rotonda della Madonnina Rossa.
Un viale Toselli completamente in balia delle avverse condizioni meteo. E delle altrettanto avverse condizioni della viabilità.
Ambulanze scortate dai carabinieri che, per passare, hanno atteso improbabili manovre per liberare la strada. Gente a piedi che, traquillamente, occupava la mezzeria della strada, nel tentativo di fare invidia ai poveri autisti imbottigliati da ore nelle principali arterie cittadine…
Dai collaboratori arrivano messaggi “da delirio”.
Mi metto a leggere… tanto sono in coda anch’io!
L’Ospedale delle Scotte è totalmente isolato – scrive Giovanni Elia – gli autisti dei mezzi pubblici prima non hanno trovato la chiave del ripostiglio delle catene e successivamente, forzandolo, lo hanno trovato vuoto. Per diverse ore neanche le ambulanze hanno potuto circolare: tutto questo per una perturbazione che era in calendario da almeno una settimana in ogni servizio meterologico nazionale e locale, LAMMA incluso”.
In effeti, vedo passare un paio di mezzi – in coda – provvisti di catene. Anche uno scuolabus ne è sprovvisto.
Ancora Giovanni parla di un bus ribaltato nei pressi della Coop. “Queste informazioni mi arrivano da chi è bloccato lì da qualche ora ma a singhiozzo perchè la cella della rete telefonica mobile sta impazzendo sotto l’evidente traffico di tanta gente che cerca di capire che succede e cosa (non) si sta facendo al riguardo”.
Sembrano scene da apocalisse!
E pensare che la neve, a Natale, e con tutto il preavviso dato dalle previsioni, poteva essere un momento di “festa”! Un delizioso addobbo naturale per la città.
Ma poi – penso ascoltando “Un giorno da Pecora” su Radio 2 che mi trasmette un infondato ottimismo – le notizie arrivate non sono confermate… chissà.
La cosa certa è che esco dalla coda solo al raddoppio della Siena Bettolle.
Un sospiro di sollievo alla vista del primo mezzo spazzaneve che si dirige verso Siena. Anche lui in coda.
La sorpresa, però arriva adesso…
La Siena Betolle è una lunga, lunghissima striscia bianca.
Qui non ci è passato proprio nessuno. Solo i disperati che, come me, a 30 chilometri orari cercano di tornare a casa sani e salvi.
Nevica che Dio la manda!
Vedo il primo camion di traverso con le doppie frecce.
Mezzi fermi sull’uscita per Taverne. Quella salita è impraticabile. Idem come sopra a Casetta.
Una macchina è adagiata su un fianco, contro il guard rail. Nel bagagliaio aperto, da dove presumo sia uscito incolume l’autista, si vede un passeggino. Altre auto sono ferme a soccorrere l’uomo che, comunque, si regge sulle sue gambe.
Le auto percorrono le doppie corsie della Siena Bettolle ad una velocità che mai si sarebbe immaginata. Ad ogni accenno di pendenza della strada c’è uno o due mezzi pesanti fermi con le doppie frecce. Qualcuno si azzarda a segnalare l’ostacolo percorrendo a piedi qualche decina di metri.
Un delirio.
E allora penso che nulla delle notizie che mi giungono sull’e-mail si possono dire false o solo “esagerate”.
Strada bianca fino a Sinalunga dove, pare, la nevicata sia stata decisamente inconsistente. resta il pericolo “lastre di ghiaccio” dal momento che la temperatura continua ad essere sotto zero. E che di sale sulla strada non se ne sparge.
In effetti, nella circonvallazione di Sinalunga il ghiaccio c’è e si torna a viaggiare a passo d’uomo fino a Torrita dove – miracolo! – incontro il primo mezzo spargisale, all’altezza della rotonda per Montepulciano…
Bhe, penso, per essere una nevicata annunciata, direi che ce la siamo cavata. Noi poveri pendolari lavoratori!
Per gli amministratori di questo territorio, invece, non si può che segnalare l’ennesima “svista”.
Troppe riunioni politiche, troppe preoccupazioni pre-elettorali… e nessun contatto con la realtà.
