Troppi accessi al Pronto Soccorso e macchinari imballati che aspettano di essere utilizzati

SIENA. Sopralluogo-blitz del Pdl stamani (23 febbraio) al policlinico universitario delle Scotte di Siena, punto di riferimento per l’intera area vasta della Toscana del sud e comprendente dunque anche Arezzo e Grosseto. Ad effettuarlo sono stati i Consiglieri regionali pidiellini Claudio Marignani e Stefano Mugnai (Vicepresidente della Commissione Sanità in Consiglio regionale).
«L’idea di arrivare non annunciati come abbiamo già fatto a Firenze, al policlinico di Careggi – spiegano Marignani e Mugnai – nasce dalla volontà di guardare in faccia la verità delle situazioni, disfunzionali e non, che quotidianamente si presentano a operatori e pazienti. E anche alle Scotte abbiamo dovuto prendere atto di alcuni problemi legati soprattutto alla carenza nella rete della medicina territoriale. E’ proprio questa mancanza di assistenza credibile sui territori – proseguono gli esponenti del Pdl – a determinare ad esempio al pronto soccorso una quantità di accessi abnorme. Si parla di 50mila accessi annui con un incremento di 2.000 accessi per anno e tendenza all’aumento esponenziale, dovuta all’invecchiamento della popolazione“.
Ma molti di questi accessi si potrebbero evitare: «Certo – affermano Marignani e Mugnai – Come ci è stato spiegato dal personale del pronto soccorso – raccontano – non tutte le patologie di chi si presenta richiederebbero l’intervento ospedaliero. Tuttavia, i pazienti si trovano in qualche misura costretti a ricorrere al pronto soccorso proprio per la mancanza di un’adeguata ed affidabile assistenza territoriale. Fatto sta che al pronto soccorso si crea una sorta di imbuto che mette in seria difficoltà sia chi vi opera che chi vi ricorre. Stamani abbiamo dovuto prendere atto che a un certo punto erano accomodati, per modo di dire, in una stanzina addirittura 13 malati su lettini divisi solo da tende, dunque neppure con il minimo sindacale di privacy che si deve a chi soffre». L’apertura del nuovo pronto soccorso supererà in parte i guai strutturali e non di quello attuale, tuttavia: «La nuova struttura rischia l’invecchiamento precoce se non si adottano politiche in grado di frenare l’aumento degli accessi al pronto soccorso. Tra l’altro abbiamo domandato i dati delle eventuali fughe di pazienti in altri nosocomi, ma nessuno su questo è stato in grado di fornire risposte”.
Idem per quanto concerne le dimissioni dal reparto a fine cura: «Abbiamo constatato dai resoconti dei medici che i pazienti, molto spesso, sono trattenuti in degenza più di quanto sarebbe necessario proprio per la difficoltà a dimettere persone con necessità di un livello di assistenza che sul territorio non troverebbero. Abbiamo registrato questo stato di cose anche a urologia, reparto che abbiamo visitato e che non è proprio all’avanguardia sotto il profilo strutturale oltre che molto lontano dalla sala chirurgica».
In tutto questo, la chiave di volta è una sola: la copertura capillare dei territori quanto ad assistenza sanitaria. «Invece – osservano Marignani e Mugnai – manca un progetto strategico in grado di fornire percorsi sanitari alternativi che non costringano i pazienti a recarsi forzosamente al pronto soccorso del policlinico».
E se al danno si aggiunge la beffa, poi… «Nel dicembre 2010 – raccontano gli esponenti del Pdl – la Fondazione Monte dei Paschi di Siena ha donato alle Scotte un prezioso macchinario per la chirurgia robotica. Ebbene: stamani lo abbiamo trovato ancora imballato, e ci è stato riferito che solo fra alcuni mesi potrà essere attivato, a testimonianza della carenza di programmazione».