
SIENA. "Un accordo sbagliato, che si ripercuoterà sulle comunità locali e sui territori”. Con queste parole il presidente della Provincia, Simone Bezzini interviene sull’intesa siglata, nei giorni scorsi, tra governo, Anci e Upi sui tagli contenuti nella manovra finanziaria. “Si tratta, da quello che è emerso – afferma il presidente della Provincia di Siena – di un clamoroso autogol da parte delle Province e dei Comuni italiani. Un errore e un passo indietro, anche rispetto alle richieste fatte dagli enti locali nel corso di questi mesi. Nell’accordo, infatti, non è previsto nessun riequilibrio dei ‘pesi’ della manovra economica, che continua ad essere totalmente squilibrata a sfavore delle Regioni, delle Province e dei Comuni. Non viene data nessuna certezza sulle modifiche al patto di stabilità e non si fa cenno agli incentivi per gli enti più virtuosi. Inoltre, si parla di federalismo fiscale, senza fissare almeno per le Province gli strumenti con il quale attuarlo. La mia preoccupazione è che questo “federalismo fiscale all’italiana” si scarichi tutto sulle spalle dei cittadini, traducendosi in un aumento di tasse per recuperare le risorse che mancano, oppure in un brutale taglio ai servizi”.
“L’altro aspetto sul quale mi sento di dissentire – dice ancora il presidente della Provincia di Siena – è la divisione che si è creata tra enti locali e Regioni, ancora impegnate a far sentire la loro voce nei confronti del governo. L’accordo siglato da Anci e Upi è stato, quindi, anche un errore strategico che ha creato una forte divisione, in un momento difficile nel quale c’era bisogno di collaborazione, di unità e di solidarietà, nell’interesse dei cittadini e dei territori. E’ bene ricordare che i tagli alle Regioni si scaricheranno anche sugli enti locali con importanti conseguenze sul fronte dei servizi, come nel caso del trasporto pubblico locale. Nel confronto tra enti locali, Regioni e governo c’è bisogno di più trasparenza, per evitare piccole o grandi furbate”.
“Il paese sta attraversando una fase difficile – conclude il presidente della Provincia di Siena – nella quale ognuno deve fare la sua parte, anche facendo dei sacrifici. Per distribuirli in maniera equa, però, serviva una forte concertazione con la parti sociali, le regioni e gli enti locali, come accadde con le manovre finanziarie del ’92, ‘93 e ‘96 che salvarono il Paese dal dissesto. In questo caso, la logica è quella dei tagli unilaterali e lineari, senza introdurre indicatori che valorizzino gli enti virtuosi e penalizzino quelli che producono un eccesso di debito. Ritengo fondamentale che in Toscana si sviluppi ulteriormente quella coesione tra Regione ed enti locali che ci ha caratterizzato fino ad oggi. Solo così, infatti, si potranno affrontare le sfide che avremo di fronte, a partire dalla crisi economica e dalle pesanti ricadute della manovra. Dalla Toscana, potrebbe partire un progetto di innovazione istituzionale, improntato alla semplificazione, all’efficacia e all’efficienza che proietti nel futuro la nostra tradizione di buon governo”.