
SIENA. Due persone arrestate e quarantaquattro denunciate. Sono i risultati di un’indagine durata quasi tre anni e condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Siena.
Le attività investigative, dirette dalla locale Procura – con la collaborazione con quelle di Napoli, Bari, Pesaro e Cuneo – e proseguite anche a mezzo di indagini tecniche, perquisizioni, sopralluoghi, pedinamenti, interrogatori, richieste di assistenza agli uffici finanziari esteri (Portogallo, Francia, Lussemburgo, Germania, Slovenia, Spagna, Irlanda, Gran Bretagna e Malta), ispezioni fiscali e complesse analisi documentali, hanno permesso di scoprire un articolato sistema di frode all’IVA realizzato da un’azienda della Valdelsa operante nel settore della distribuzione all’ingrosso di bevande.
La frode “carosello” ha visto coinvolte, oltre a quella toscana, altre 46 imprese, di cui una tedesca, una portoghese, tre francesi, una lussemburghese, due slovene, una spagnola, due inglesi e due maltesi operanti nei settori del commercio all’ingrosso ed al dettaglio di generi alimentari e del trasporto su strada. Alcune di esse si sono rivelate mere “cartiere”, cioè senza alcuna reale struttura imprenditoriale. Altre, addirittura sono risultate fallite da tempo. I dati identificativi delle aziende comunitarie sono stati, invece, utilizzati per simulare le esportazioni.
Siena, Roma, Milano, Bologna, Napoli, Caserta, Bari, Brindisi, Lecce, Latina, Frosinone e Cosenza le Province di origine dei 46 soggetti coinvolti, tutti denunciati a vario titolo alla locale Procura della Repubblica, per associazione a delinquere, frode fiscale, emissione ed utilizzo di fatture false, ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato.
Anche grazie alle risultanze investigative acquisite dalle Fiamme Gialle senesi sul conto della società valdelsana, nello scorso mese di giugno, su ordine della Procura di Mondovì, sono stati tratti in arresto – dalla Guardia di Finanza di Cuneo – 8 soggetti dei quali 4 coinvolti nei medesimi fatti sui quali l’autorità giudiziaria di Siena sta procedendo.
Sotto il profilo fiscale, numerose sono state le verifiche fiscali concluse in ambito nazionale dai finanzieri di Frosinone, Caserta, Vicenza e Pesaro, nei confronti dei compartecipi alla frode, a seguito delle quali sono state accertate evasioni all’Iva per circa 20 milioni di euro.
La vicenda trae origine dalla scoperta da parte delle Fiamme Gialle di Siena, nell’ambito di approfondimenti investigativi sulla circolazione di banconote false, di pagamenti in contanti anomali eseguiti da alcuni clienti partenopei nei confronti della società di bevande senese. I finanzieri sono riusciti a fare chiarezza su numerose cessioni di bevande, senza applicazione dell’Iva, eseguite dall'azienda in questione nei confronti di svariati clienti con sede prevalentemente nel Sud d’Italia. Quest’ultimi attestavano con documentazione falsa di essere esportatori abituali per ottenere un indebita esenzione di imposta. In realtà, molti dei commercianti all’ingrosso non avevano mai effettuato esportazioni o, addirittura, non avevano mai presentato alcuna dichiarazione di redditi. Le bevande, infatti, invece di essere esportate, finivano, anche mediante l’utilizzo di fatture false – per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro -, sul mercato nazionale, consentendo ai venditori al dettaglio di sbaragliare la concorrenza, grazie all’applicazione di prezzi al consumo sensibilmente inferiori, addirittura anche a quelli praticati dalle stesse case produttrici. Evadere l’Iva e, quindi, le imposte sui redditi significa avere un vantaggio competitivo mediamente superiore al 50% rispetto all’impresa legale.
Tale articolato meccanismo di frode ha consentito all’azienda toscana di realizzare una colossale evasione all’Iva per circa 3 milioni di euro.
L’attività degli investigatori prosegue con l’analisi dei numerosi documenti e supporti informatici rinvenuti nel corso degli ultimi accertamenti e perquisizioni condotte in provincia di Siena al momento degli arresti. Non si escludono, pertanto, ulteriori risvolti tenuto che, nel corso dei recenti sviluppi operativi, sono emerse ulteriori elementi, attualmente al vaglio degli inquirenti, in ordine ad un presumibile caso di fittizia localizzazione in un Paese estero di un’ impresa riconducibile ai soggetti tratti in arresto.
Le attività investigative, dirette dalla locale Procura – con la collaborazione con quelle di Napoli, Bari, Pesaro e Cuneo – e proseguite anche a mezzo di indagini tecniche, perquisizioni, sopralluoghi, pedinamenti, interrogatori, richieste di assistenza agli uffici finanziari esteri (Portogallo, Francia, Lussemburgo, Germania, Slovenia, Spagna, Irlanda, Gran Bretagna e Malta), ispezioni fiscali e complesse analisi documentali, hanno permesso di scoprire un articolato sistema di frode all’IVA realizzato da un’azienda della Valdelsa operante nel settore della distribuzione all’ingrosso di bevande.
La frode “carosello” ha visto coinvolte, oltre a quella toscana, altre 46 imprese, di cui una tedesca, una portoghese, tre francesi, una lussemburghese, due slovene, una spagnola, due inglesi e due maltesi operanti nei settori del commercio all’ingrosso ed al dettaglio di generi alimentari e del trasporto su strada. Alcune di esse si sono rivelate mere “cartiere”, cioè senza alcuna reale struttura imprenditoriale. Altre, addirittura sono risultate fallite da tempo. I dati identificativi delle aziende comunitarie sono stati, invece, utilizzati per simulare le esportazioni.
Siena, Roma, Milano, Bologna, Napoli, Caserta, Bari, Brindisi, Lecce, Latina, Frosinone e Cosenza le Province di origine dei 46 soggetti coinvolti, tutti denunciati a vario titolo alla locale Procura della Repubblica, per associazione a delinquere, frode fiscale, emissione ed utilizzo di fatture false, ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato.
Anche grazie alle risultanze investigative acquisite dalle Fiamme Gialle senesi sul conto della società valdelsana, nello scorso mese di giugno, su ordine della Procura di Mondovì, sono stati tratti in arresto – dalla Guardia di Finanza di Cuneo – 8 soggetti dei quali 4 coinvolti nei medesimi fatti sui quali l’autorità giudiziaria di Siena sta procedendo.
Sotto il profilo fiscale, numerose sono state le verifiche fiscali concluse in ambito nazionale dai finanzieri di Frosinone, Caserta, Vicenza e Pesaro, nei confronti dei compartecipi alla frode, a seguito delle quali sono state accertate evasioni all’Iva per circa 20 milioni di euro.
La vicenda trae origine dalla scoperta da parte delle Fiamme Gialle di Siena, nell’ambito di approfondimenti investigativi sulla circolazione di banconote false, di pagamenti in contanti anomali eseguiti da alcuni clienti partenopei nei confronti della società di bevande senese. I finanzieri sono riusciti a fare chiarezza su numerose cessioni di bevande, senza applicazione dell’Iva, eseguite dall'azienda in questione nei confronti di svariati clienti con sede prevalentemente nel Sud d’Italia. Quest’ultimi attestavano con documentazione falsa di essere esportatori abituali per ottenere un indebita esenzione di imposta. In realtà, molti dei commercianti all’ingrosso non avevano mai effettuato esportazioni o, addirittura, non avevano mai presentato alcuna dichiarazione di redditi. Le bevande, infatti, invece di essere esportate, finivano, anche mediante l’utilizzo di fatture false – per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro -, sul mercato nazionale, consentendo ai venditori al dettaglio di sbaragliare la concorrenza, grazie all’applicazione di prezzi al consumo sensibilmente inferiori, addirittura anche a quelli praticati dalle stesse case produttrici. Evadere l’Iva e, quindi, le imposte sui redditi significa avere un vantaggio competitivo mediamente superiore al 50% rispetto all’impresa legale.
Tale articolato meccanismo di frode ha consentito all’azienda toscana di realizzare una colossale evasione all’Iva per circa 3 milioni di euro.
L’attività degli investigatori prosegue con l’analisi dei numerosi documenti e supporti informatici rinvenuti nel corso degli ultimi accertamenti e perquisizioni condotte in provincia di Siena al momento degli arresti. Non si escludono, pertanto, ulteriori risvolti tenuto che, nel corso dei recenti sviluppi operativi, sono emerse ulteriori elementi, attualmente al vaglio degli inquirenti, in ordine ad un presumibile caso di fittizia localizzazione in un Paese estero di un’ impresa riconducibile ai soggetti tratti in arresto.