
Oggi siamo più che abituati a usare lo SPID, ma proprio ora che si sta parlando di un potenziale canone annuale da parte di alcuni provider, viene normale chiedersi se sia davvero così indispensabile.
Dai servizi della PA al Fascicolo Sanitario Elettronico, dai casino online agli operatori di telefonia, ecco in quali occasioni usiamo l’identità digitale.
Pubblica Amministrazione: i servizi che richiedono lo SPID
● INPS: per consultare la posizione contributiva, le domande, i pagamenti e la sezione MyINPS. Ormai l’ente non rilascia più i PIN ordinari, serve per forza l’identità digitale.
● Agenzia delle Entrate: area riservata per dichiarazioni, F24, comunicazioni, deleghe e visure. Si possono ancora usare le vecchie credenziali Entratel/Fisconline per chi le possiede.
● Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE): ritiri referti, ricette, prenotazioni e storico clinico. L’accesso digitale è ormai lo standard in tutte le regioni.
● PagoPA e App IO: per pagare tributi e servizi, ricevere notifiche e messaggi degli enti, gestire documenti.
● Portale dell’Automobilista (Motorizzazione): per saldo punti, pratiche, pagamenti e servizi iPatente. È richiesto lo SPID di livello 2 o la CIE.
In generale, la regola è semplice: quando il servizio è pubblico o gestisce dei dati sensibili, lo SPID e la CIE sono le modalità di accesso più usate. Il login con la CIE per ora non è ancora così diffuso perché serve il lettore apposito o uno smartphone che possa leggere la carta. Le pagine istituzionali di AgID confermano che lo SPID permette di entrare con un’unica identità nei servizi online della PA e dei privati che hanno scelto di aderire.
Privati che adottano lo SPID: dalla telefonia al gaming
Sono sempre di più le aziende che scelgono di usare lo SPID quando hanno bisogno di verificare in modo certo la nostra identità:
● Telefonia: TIM ha introdotto l’uso dello SPID per alcune operazioni online, per esempio l’identificazione per l’attivazione della SIM a distanza. Inoltre, TIM è anche un identity provider per lo SPID.
● Servizi finanziari/assicurativi: alcuni operatori usano lo SPID per semplificare il riconoscimento e la firma nei processi digitali. Non è obbligatorio, solo alcuni hanno scelto di aderire.
● Gaming online: alcune piattaforme di gioco possono permettere l’apertura e la gestione del conto tramite lo SPID.
Importante: per i servizi privati l’adozione dello SPID è facoltativa e dipende dal singolo operatore. Quindi, l’unico modo per sapere se un determinato portale ha aderito è quello di verificare direttamente sul sito. In quel caso, sarà presente il famoso pulsante con la scritta “Accedi con SPID”.
Quali sono le alternative che possiamo usare
A oggi, lo SPID resta pienamente operativo e coesiste con la CIE e il CNS come credenziali accettate dalla maggior parte dei portali pubblici. Alcuni siti hanno innalzato i requisiti minimi, per esempio il Portale dell’Automobilista richiede il livello 2. Anno dopo anno, l’ecosistema continua a integrare nuove funzioni, come le notifiche digitali SEND dentro l’app IO.
Ma cosa ci possiamo aspettare in futuro? Continueremo a usare lo SPID o diventerà obsoleto? I problemi legati al furto di credenziali sono già noti, quindi sappiamo che, per quanto sia estremamente sicuro, anche lo SPID non è infallibile. Almeno per ora. Si parla di un graduale rafforzamento del ruolo della CIE e dell’IT Wallet nel prossimo futuro, ma, al momento, la cosa più sicura da fare è continuare a usare lo SPID o la CIE. Sono entrambe credenziali ufficiali e riconosciute dalla PA. Nel prossimo anno dovrebbe arrivare anche l’identità digitale europea che potrebbe cambiare le carte in tavola.