La Giornata Braille dell'Unione Ciechi col sostegno della Robur

Così com’ero mi precipito e scopro, con orrore, che era venuta a vedere l’avanzamento dei lavori, la moglie del committente – un tycoon persiano, strettamente legato alla corte dello Scià, tanto che la sua consorte (la signora che mi era venuta a trovare) era addirittura amica personale di Farah Diba; cosicché la signora in questione, in buon francese, voltandosi a metà verso l’altra persona, rimasta un po’ indietro, mi annuncia: “ingegnere, posso presentarla alla nostra Imperatrice?!”. Può dunque immaginare che cosa ho provato, nel fare il baciamano all’Imperatrice di Persia, stando in canottiera e shorts!”-
Italo, il vivace ingegnere che mi racconta, con una certa civetteria, questo episodio della sua passata vita di lavoro, sta inesorabilmente perdendo la vista (“per fortuna però accade lentamente!”, mi dice), a causa di una malattia degenerativa che lo affligge da anni: l’ho incontrato alla conferenza stampa che si è tenuta in occasione della giornata “Braille”, in cui Massimo Vita – Presidente della UIC di Siena – vuole rilanciare, con energia e determinazione, l’attenzione nei confronti della cecità. Un mondo, quello dei non vedenti e degli ipovedenti, che non vuole essere ‘a parte’.
È questo un momento tormentato e difficile per richiedere solidarietà, per richiamare i cittadini ad attività di volontariato, per distogliere l’attenzione dai frangenti quotidiani, ma l’interesse per i problemi vissuti da chi non vede e da quelli – sempre di più con l’invecchiamento della popolazione – che perdono la vista in età vecchia, sarebbe d’aiuto per gli interessati, ma significa anche fare prevenzione e contenere la spesa sanitaria, migliorare tutto il tessuto sociale. Inoltre i non vedenti possono (vogliono) dare un contributo notevole alla società civile e alla crescita culturale della comunità. Non è retorico affermare che dare una mano attivamente – un’ora del proprio tempo – può avere un ritorno molto gratificante. Provare per credere!