SIENA. “Il coinvolgimento dei pazienti e del volontariato presso l’Aou Senese: creare valore insieme”. Questo il titolo dell’intervento che Antonio Barretta, direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, ha tenuto nell’evento organizzato dall’Azienda Ospedaliera Universitaria di Modena, denominato “L’umanizzazione come elemento di cura”, che si è svolto il 13 aprile nell’Aula Magna del Centro Servizi del policlinico modenese.
«Abbiamo portato a Modena le nostre esperienze – dichiara Barretta -, che riguardano il coinvolgimento dei pazienti e del volontariato e che avevamo illustrato anche lo scorso 4 aprile nel workshop, che avevamo organizzato a Siena per accogliere i colleghi modenesi. Sono rimasto impressionato positivamente dalle tante iniziative che sono state illustrate dall’AOU di Modena, sono contento che sia iniziata questa collaborazione. Abbiamo la possibilità di creare degli spunti di riflessione per accrescere, attraverso l’interscambio delle conoscenze e delle esperienze, l’aspetto dell’umanizzazione delle cure, che mi sta particolarmente a cuore e che sta coinvolgendo sempre più professionisti del nostro ospedale». Oltre all’intervento del direttore generale Antonio Barretta, l’appuntamento dell’Aou di Modena ha visto le presentazioni delle esperienze modenesi della scuola in pediatria, dell’endogym, della tana della lettura, della gestione delle coppie con lutto perinatale, “dalla sala alla cucina, impastiamo insieme”, “dai linguaggi d’odio ai linguaggi di cura”, dell’umanizzazione delle cure in terapia intensiva, del taglio cesareo dolce e dell’accoglienza in endoscopia digestiva.
Il convegno è stato aperto e chiuso dal direttore generale dell’AOU di Modena Claudio Vagnini: «Il confronto con il volontariato per la nostra realtà è diventato l’aspetto più importante. A Modena ci sono oltre 60 associazioni che lavorano nel settore socio-sanitario, la maggior parte di queste fanno parte del Comitato consultivo misto: con loro abbiamo creato un board dell’umanizzazione, dove portiamo i progetti che vengono sviluppati in questa realtà. Dobbiamo cambiare il senso della prospettiva, lo dico da medico: quando mi sono ammalato 20 anni fa ho cambiato il modo di vedere le cose, quando passi dall’essere un terapeuta ad essere un paziente ti cambia la vita, è necessario lavorare su questi aspetti».
