L'evento si terrà il 28 novembre nell'aula magna del Rettorato
Serafina_Valente SIENA. Lo scompenso cardiaco avanzato e lo shock cardiogeno rappresentano una delle sfide più rilevanti e ad elevata mortalità nell’ambito della cardiologia moderna. Queste le premesse del “Network toscano dello scompenso cardiaco avanzato e della terapia sostitutiva cardiaca”, evento regionale dell’ANMCO, Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, che si terrà il prossimo 28 novembre nell’aula magna del Rettorato dell’Università degli Studi di Siena, in via Banchi di Sotto, dalle 8.30 alle 18.30. Tra i responsabili dell’evento la professoressa Serafina Valente, direttrice del Dipartimento Cardio-toraco-vascolare e della Cardiologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese: «Nonostante i progressi terapeutici farmacologici, interventistici e cardiochirurgici, un numero significativo di pazienti con scompenso cardiaco avanzato e shock cardiogeno giunge alla valutazione per trapianto cardiaco o per l’impianto di dispositivi di assistenza ventricolare (VAD) in condizioni cliniche eccessivamente avanzate, con prognosi sfavorevole e possibilità terapeutiche limitate. L’obiettivo del Network Toscano è di migliorare la capacità di identificazione precoce dei pazienti eleggibili a terapie avanzate, mediante standardizzazione e condivisione dei percorsi clinico assistenziali tra cardiologi, cardiochirurghi e anestesisti». Sono in programma cinque sessioni, la prima dedicata alle criticità e alle prospettive della rete regionale dello shock cardiogeno, la seconda ai punti di forza, nodi irrisolti e opportunità di crescita per tutti della rete regionale dello scompenso cardiaco avanzato, la terza sul trapianto cardiaco, la quarta sui sistemi di supporto meccanico a lungo termine, la quinta intitolata “Quando non c’è più niente da fare c’è ancora molto da fare”. «Lo scompenso cardiaco avanzato e lo shock cardiogeno – aggiunge la professoressa Valente – devono essere considerati una patologia tempo dipendente, paragonabile a una neoplasia in stadio metastatico: un intervento tardivo può rendere impossibile l’accesso a terapie potenzialmente salvavita. Questo incontro si propone di sensibilizzare la comunità medica regionale, promuovere l’integrazione multidisciplinare e favorire l’adozione di protocolli condivisi, al fine di offrire ai pazienti toscani le migliori opportunità terapeutiche, riducendo la mortalità, migliorando la qualità di vita e del fine vita. L’occasione dell’incontro – conclude la professoressa Serafina Valente – ci permetterà di celebrare i 40 anni dal primo trapianto di cuore in Italia e il centro trapianto di cuore dell’Aou Senese che dall’inizio della sua attività nel 1994 ha superato i 500 trapianti».
in allegato una foto della professoressa Valente
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