Informazione, formazione e lavoro di squadra contro le grandi ripercussioni sociali ed economiche

di Letizia Pini
SIENA. Ieri 27 maggio nell’Aula 6 del centro didattico dell’ospedale Santa Maria alle Scotte si è tenuto il secondo incontro 2025 delle Agorà della Salute del Comitato di Partecipazione dell’AOU Senese. Il tema delle “Infezioni intraospedaliere e antibiotico resistenza” segue il precedente incontro sull’appropriatezza prescrittiva e liste di attesa come occasione di confronto per una migliore chiarezza e consapevolezza tra tutti gli attori coinvolti.
Il
Comitato di Partecipazione dell’Azienda Ospedaliera Universitaria ha invitato a parlarne Mario Tumbarello, direttore UOC Malattie infettive e tropicali, Claudia Basagni, direttrice UOC Igiene ed Epidemiologia, Raffaella Olivieri MD UOC Igiene ed Epidemiologia e Giacomo Gualtieri, Clinical Risk Manager.
Tra numeri, leggi, tempistiche, grafici e piani di intervento di diverso livello, i relatori hanno illustrato in modo chiaro e comprensibile quando fatto e quanto in essere in linea con i piani regionali, nazionali ed europei testimoniando il grande impegno dell’Azienda al riguardo sia in termini organizzativi che formativi. Infatti il tema dell’antibiotico resistenza, come ha ricordato il professor Tumbarello, non riguarda solo il comparto sanitario ma anche quanto accade fuori e che la problematica deve essere affronta tutti assieme ricordando per esempio l’uso smodato degli antibiotici nel comparto agroalimentare.
Invocando quindi un lavoro corale, i professionisti intervenuti hanno illustrato quanto una corretta procedura, conoscenza del tema e opportuna formazione sia tra gli addetti ai lavori che nell’utenza, attuale e potenziale, può aiutare gli addetti ai lavori ad incidere maggiormente sui numeri importanti che ci troviamo a trattare e sul conseguente impatto economico, sia esso diretto che indiretto.
“Co
noscere a fondo la problematica – dichiara Dafne Rossi, coordinatrice del CdP AOU – internamente ed esternamente, essere allineati a livello nazionale ed europeo, formare, verificare e correggere secondo tempistiche accordate aiuta certamente a meglio comprendere e affrontare il tema. L’Azienda ovviamente ha i suoi strumenti per affrontare e gestire la cosa che si rifanno a norme regionali e piani nazionali tenuti a rispondere a quelli europei. A noi del Comitato interessava focalizzare meglio dalla parte del cittadino quanto tutti possiamo o dobbiamo fare per far sì che anche dall’esterno si lavori per uno stesso risultato. Perché mentre le infezioni correlate all’assistenza hanno una loro gestione interna, la responsabilità dell’appropriatezza prescrittiva o ‘del fai da te’ al di fuori dei canali assistiti, è anche del cittadino. Conoscere, comprendere ed essere consapevoli dell’uso corretto degli antibiotici sia di norme igieniche adeguate e della richiesta di prescrizioni eccessive – come a volte capita visto l’accesso sempre più difficile e mediato al medico generico o al pediatra – è già un passo in più per lo meno per contrastare il ricorrere all’uso smodato degli antibiotici laddove non siano strettamente necessari.Lasciamo agli addetti ai lavori il come e quanto ma riportare l’attenzione sulla problematica è anche un nostro compito che, nel nostro caso, cerchiamo di affrontare con i nostri mezzi. Le Agorà servono infatti a sensibilizzare e far incontrare le varie parti tra loro.
Lavor
a
re assieme, in squadra tra i vari ordini di grado, piani sanitari e civili non è sempre facile ma è la strada giusta.Avere visto e sentito quanto e come si lavori a livello normativo prima, di equipe e attenzione dopo, rassicura ma la soglia di attenzione non deve mai abbassarsi da parte di tutti”. Continua Dafne Rossi: ”Importante è la presenza del Volontariato con il presidente della Consulta Provinciale del Volontariato e delle istituzioni sempre vicine ai cittadini e all’Azienda, che ringraziamo.
Cosa abbiamo imparato: di usare al meglio gli strumenti a disposizione. Al di fuori degli ospe
dali viene consumata la stragrande quantità di antibiotici di cui per il 90% passa per le farmacie fuori da qualsiasi controllo e un quarto di questo va attribuito ad acquisti di privati in una sorta di fai da te. Inoltre gli antibiotici vengono utilizzati anche in agricoltura e zootecnia e se vogliamo vincere la partita va giocata con tutti, cittadini e istituzioni, agendo su più fronti: ospedaliero, medicina di comunità, veterinari e cittadini per prescrizioni e autoconsumo. A livello normativo oggi si parla di “Infezioni correlate all’assistenza” ed è fondamentale prevenire e focalizzare il percorso di cura delle sepsi con equipe multidisciplinari che se ne occupano. Anche la formazione a tal riguardo è fondamentale e importante, come la prevenzione e l’igiene, a partire da quello delle mani. Ovviamente per tutto questo c’è bisogno di risorse e del supporto istituzionale con figure professionali con competenze trasversali per una adeguata governance per arrivare a comprimere il fenomeno che incide molto sulla comunità tutta con elevati costi, diretti e indiretti”.
Mentre il Piano nazionale di contrasto all’antibiotico resistenza fa il suo corso per la riduzione dell’ICA, è importante la sensibilizzazione e la formazione di tutti, non solo degli addetti ai lavori.