Tavola rotonda Bellieni-Agazzi negli eventi di oggi. Agazzi: "Siamo stati abituati a pensare alla salute come un aspetto legato alla medicina"

SIENA. “Tutti parlano di salute, ma nessuno sa realmente cosa significa – commenta il Professor Carlo Bellieni, comitato di bioetica presidenza della regione Toscana; membro della Pontificia accademia per la vita; membro dell’European society for Pedriatic Research – se uno non se lo domanda pensa di saperlo, ma se se lo chiede non lo sa. Nel 1947 l’OMS ha definito la salute come il completo stato di benessere fisico, psichico, sociale ed economico, ma si sono fermati a questo. Il problema è che ci troviamo davanti ad un discorso utopico e quindi, piuttosto che chiedersi cos’è la salute, sarebbe opportuno chiedersi quand’è che una persona non ha la salute”.
“Non quando non siamo perfetti o performanti – ha aggiunto Bellieni nel dibattito “La salute oggi. Ne parlano tutti ma nessuno sa cos’è. Scopriamolo in epoca Covid”, ma semplicemente quando non riusciamo a soddisfare le nostre esigenze e non siamo soddisfatti. Quindi l’idea di salute è legata all’idea di soddisfazione e non di perfezione. La salute è alla portata di tutti. Ad esempio, se mi rompo una gamba, posso avere la gamba rotta ma essere soddisfatto del resto delle componenti della mia vita. Oppure, al contrario, posso essere perfetto da un punto di vista fisico, ma non soddisfatto della mia perfezione”.
“I concetti sono una cosa le parole sono un’altra – incalza il Professor Evandro Agazzi, filosofo, logico e accademico italiano – il termine salute può essere definito a piacimento, ma poi si tratta di capire se le parole soddisfano quello che uno crede. Siamo stati abituati a pensare alla salute come un aspetto legato alla medicina, perché il fine della medicina è la salute. Ma esistono anche altri sistemi, come ad esempio l’ambiente, l’aspetto psicologico, la serenità familiare, che contribuiscono allo star bene. E quindi incontriamo il concetto di felicità, il dispiegamento più completo delle proprie aspirazioni e tendenze che personali. E’ utopico pensare al concetto di perfezione, perché non esiste. Dobbiamo puntare all’ottimizzazione dei nostri sistemi, e non alla massimizzazione. L’ottimizzazione, fa si che nessun sistema vada sotto un certo livello, ma anche che nessuno si massimizzi. E’ impossibile pensare di massimizzare tutto, perché la perfezione è assurda ed impossibile da raggiungere”.
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