Coinvolti 24 istituti di ricerca e ospedali internazionali in 16 nazioni

SIENA. Un ampio studio genetico internazionale, pubblicato sulla rivista Nature Genetics, ha identificato nuove varianti genetiche associate al rischio di sviluppare il ‘long Covid’, una condizione debilitante che colpisce milioni di persone nel mondo anche mesi dopo la guarigione dall’infezione acuta da Sars-CoV-2, caratterizzata da sintomi come stanchezza cronica, difficoltà cognitive e respiratorie e dolore muscolare. Questo importante risultato è il frutto di un’eccezionale collaborazione scientifica a livello globale, che ha coinvolto 24 istituti di ricerca e ospedali internazionali, in 16 nazioni in tutto il mondo.
Il progetto è stato guidato dall’Institute for Molecular Medicine Finland (FIMM) di Helsinki e dal prestigioso Karolinska Institutet (Stoccolma, Svezia). L’Italia ha dato un contributo significativo grazie alla partecipazione della Fondazione Covid-19 Genomic Study, della Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e Gen-Covid, un consorzio formato da più di 40 ospedali italiani, guidato dalla professoressa Alessandra Renieri dell’Università di Siena e Azienda ospedaliero-universitaria Senese, con il cofinanziamento di Pnrr THE -Tuscany Health Ecosystem spoke n 7 e Bando di ricerca COVID-19 Regione Toscana. In particolare, i dati dei due studi sono stati analizzati grazie alla collaborazione rispettivamente del professor Luca Valenti, dell’Università degli Studi di Milano, e delle ricercatrici Francesca Colombo e Francesca Minnai dell’Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Itb).