Alessandro Vigni: "Si sta facendo di tutto per complicare l'avvio della operatività"

SIENA. L’attività dell’associazione nel corso del 2024 è stata caratterizzata dall’entrata in una fase concretamente operativa.
A seguito dei provvedimenti del GSE del gennaio, ad aprile è stato possibile inserire nel portale le prime due configurazioni riferite alle cabine 513 e 514, che interessano le zone di Siena centro e Siena Nord e parte dei territori dei comuni di Monteriggioni e Castelnuovo Berardenga.
Confidando sulla possibilità, prevista espressamente dalle norme sulle CER, di far entrare in qualsiasi momento nuovi consumatori e nuovi produttori, abbiamo commesso l’errore di inserire i dati relativi ad un piccolo numero di associati per i quali avevamo a disposizione la documentazione completa. Purtroppo la possibilità di ampliare la platea dei beneficiari degli incentivi previsti per l’energia condivisa è stata resa impossibile dal fatto che questa funzione nel portale del GSE è a tutt’oggi inattiva.
Ci consola il fatto che questo stesso errore è stato compiuto praticamente da tutte le CER che sono state attivate nel corso del 2024.
Dopo un’infinita serie di sollecitazioni, solo all’inizio di questo mese ci è stato comunicato che avremmo potuto inviare via PEC al GSE i dati degli associati che potevano andare ad incrementare il numero dei fruitori dei benefici previsti.
Ovviamente abbiamo subito provveduto a trasmettere queste informazioni, ma ad oggi non sappiamo ancora se sono state prese in carico.
Vi è da dire, peraltro, che il GSE ci ha versato gli importi dovuti per l’energia immessa in rete da nostri produttori e un acconto sugli incentivi per l’energia condivisa, senza peraltro trasmetterci i dati dettagliati, per cui non ci è ancora possibile procedere all’erogazione ai beneficiari. Ci è stato detto verbalmente che non vi sarebbe stato un danno economico in quanto i calcoli sarebbero stati fatti retrodatando l’immissione dei nuovi associati, ma questa affermazione deve ancora trovare una conferma concreta.
Ovviamente questo periodo di incertezza è stato comunque da noi utilizzato per affinare le conoscenze sulla procedure richieste e per sviluppare l’associazione.
Un elemento essenziale è rappresentato dal fatto che nel frattempo, se possibile, le cose da parte del GSE sono state ulteriormente complicate. Emanuela Cinti, partecipa al coordinamento del gruppo sviluppo configurazioni, si è presa la briga di ricostuire tutti i dati che sono richiesti per l’immissione di nuovi impianti nel portale GSE. E’ un foglio exel di tre pagine e mezzo di caselle in ciascuna delle quali è indicato un documento, un dato, una informazione complicati da reperire e spesso inutili o reperibili in altre banche dati del sistema elettrico.
Parecchi nostri associati che potrebbero mettere in condivisione l’energia prodotta non possono ancora partecipare alla formazione di nuove configurazione di CER perchè, avendo realizzato gli impianti prima della definizione delle procedure da parte del GSE, incontrano difficoltà serie a reperire i dati richiesti. Ciò succede anche perchè alcune aziende installatrici e i relativi progettisti non erano a conoscenza delle informazioni richieste e hanno ora difficoltà a procurarsele.
Questa difficoltà si è prodotta anche per i semplici consumatori, per i quali sono cresciuti i documenti richiesti, in ultimo anche copia delle bollette del fornitore di energia elettrica, che prima non erano necessarie.
Una cosa è certa: si sta facendo di tutto per rendere complicato l’avvio della operatività delle Comunità Energetiche. Chissà perché?
Nonostante tutte queste difficoltà il nostro lavoro – rigorosamente basato sul volontariato – è proseguito con importanti successi: è cresciuto il numero degli associati, il numero delle utenze complessive ed hanno aderito a Sienaenergie soggetti di grande rilevanza sociale ed economica.
La nostra associazione è divenuta un importante punto di riferimento a livello regionale nel percorso di creazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili, sia per la consistenza raggiunta che per la qualità dell’esperienza maturata.
Nel corso di questa prima parte del 2025 abbiamo raggiunto nuovi importanti risultati: abbiamo trasmesso al GSE i dati relativi alla cabina 491 (ovviamente in corso di valutazione, i 90 giorni previsti se li prenderanno tutti) ed a questo punto la potenza complessiva degli impianti di produzione ha raggiunto gli 800kw. Stiamo raccogliendo i dati di altri impianti entrati in esercizio di recente e pensiamo di poter potenziare la capacità di produzione nelle cabine attivate e di attivarne altre 3/4 nel giro di pochi mesi.
Complessivamente il numero degli associati ha raggiunto le 275 unità, e ci sono alcune altre iscrizioni già decise e da perfezionare; nell’insieme i contratti di fornitura di energia elettrica dei nostri associati superano le 360 unità. Le utenze elettriche su cui possiamo lavorare sono collocate in ben 27 cabine primarie nelle provincie di Siena, Grosseto, Arezzo e Firenze.
E’ importante anche la qualità degli associati: la gran parte è costituita da famiglie, ma al gruppo iniziale si sono aggiunti nuovi importanti organismi. Oggi contiamo sulla presenza di associazioni ambientaliste e del volontariato, diverse importanti aziende agricole, organizzazioni sindacali dei lavoratori ed imprenditoriali, organismi di tutela dei cittadini, l’Università degli studi di Siena, alcune parrocchie, una compagnia laicale, alcune aziende produttive, una cooperativa sociale, numerosi professionisti della progettazione tecnica e architettonica e studi professionali, alcune aziende installatrici di impianti fotovoltaici, l’ordine degli ingegneri della provincia di Siena, una azienda della media distribuzione alimentare con sette supermercati e finalmente alcune amministrazioni comunali.
Sono divenuti nostri associati i comuni di Monteriggioni, Radicondoli e Sarteano.
Hanno inoltre avviato formalmente la procedura per raccogliere manifestazioni di interesse alla loro adesione alle comunità energetiche i comuni di Sovicille, Murlo e Greve in Chianti.
Interessanti fasi di confronto che ci auguriamo si sviluppino positivamente sono state avviate con le Amministrazioni Comunali di Monticiano, Radda in Chianti, Lucignano in Val di Chiana, Cetona, Buonconvento, Trequanda, Asciano, Chiusdino, San Quirico d’Orcia e San Gimignano e con l’Amministrazione Provinciale di Siena.
Per il periodo di avviamento della nostra attività non possiamo non sottolineare di aver potuto contare su un’apprezzabile sensibilità di aziende e soggetti privati che hanno messo a disposizione gli impianti realizzati per le proprie esigenze allo scopo di mettere in moto il meccanismo della condivisione dell’energia non consumata.
E’ del tutto evidente che risulterebbe abbastanza inappropriata una impostazione che vedesse l’ente pubblico quale unico protagonista del progetto di creazione delle comunità energetiche, anche in ragione del fatto che non vi è quasi mai coincidenza tra i territori coperti dalle cabine primarie ed i confini amministrativi dei comuni, mentre risulta comunque essenziale l’aiuto che può essere dato dai comuni nel rapporto di fiducia che si deve creare con i cittadini.
A questo punto si sta dimostrando adeguata ed opportuna la nostra scelta di mettere in piedi una struttura in grado di coprire la complessità organizzativa su un territorio vasto, anziché ripetere comune per comune la messa in moto di macchine strutturate per le quali non sempre sono disponibili professionalità e competenze adeguate, nonché risorse umane pienamente utilizzabili.
Il percorso di crescita che ora ci si prospetta richiederà uno sforzo ancora più intenso per far funzionare il meccanismo che abbiamo messo in piedi.
Un impegno forte sarà richiesto, oltre quello prezioso già fornito, al nostro Segretario Errico Papa ed al nostro Tesoriere Giancarlo d’Avanzo.
Altrettanto importante sarà il contributo che dovremo chiedere ai quattro gruppi di lavoro, e in questa occasione non è superfluo un appello a mettersi a disposizione, da parte di chi può farlo, per rafforzare il numero delle persone impegnate nella gestione dell’associazione.
Ancora più urgentemente dovremo dare vita attiva ai comitati di partecipazione nelle singole cabine primarie, dove è essenziale che vi sia un gruppo di volontari impegnati a far crescere la base associativa e a tessere i rapporti con le istituzioni e gli organismi più vivaci e sensibili alle tematiche ambientali presenti nei singoli territori.
Alcuni temi richiedono di essere ulteriormente messi a fuoco e portati avanti a partire dai prossimi mesi.
1) In primo luogo quello della comunicazione, che vede ancora la necessità di sviluppare una informazione ampia ed estesa sui vantaggi e sulle opportunità che sono connessi allo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili. La sensibilità dei cittadini alle tematiche ambientali e la preoccupazione per i disastri che sempre più spesso si verificano a causa dei cambiamenti climatici possono essere incanalati verso una coerente azione di risparmio energetico e di diffusione degli impianti ad energie rinnovabili.
Alluvioni, allagamenti, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento del livello dei mari, frane e disatri ambientali non sono una invenzione ideologica: sono le dirette conseguenze di politiche che non hanno nessun rispetto per la natura e per l’equilibrio con cui l’uomo deve governare la sua presenza sulla terra. Il presunto pragmatismo di chi nega i cambiamenti climatici e vorrebbe proseguire con il modello di sviluppo seguito negli ultimi decenni è – questa si – una scelta ideologica che porta a sacrificare al profitto di oggi il futuro delle prossime generazioni. Su questi temi c’è tra la gente una grande sensibilità che noi possiamo raccogliere ed indirizzare verso azioni concrete da mettere in atto fin da subito.
2) Ecco quindi che è importante sviluppare una crescita della nostra base associativa e creare nuove ed ampie configurazioni di CER, a partire dal mettere in campo ed organizzare ciò che in parte, anche spontaneamente, già viene messo in atto dai singoli. Tanti impianti fotovoltaici nascono senza che i promotori siano a conoscenza dei vantaggi ambientali ma anche economici che sono connessi alla partecipazione ad una CER. Tante imprese installatrici sono interessate alla mera esecuzione dei lavori e non si curano di aiutare i propri clienti ad ottimizzare i loro investimenti. Su questo può misurarsi sempre più profiquamente il lavoro del gruppo per la gestione e lo sviluppo delle configurazioni, anche lavorando specificamente per la ricerca di consumatori che possono beneficiare degli incentivi legati alla condivisione dell’energia prodotta sul territorio.
Sarà necessario passare anche alla fase operativa dell’attivazione di sistemi informatici e gestionali che siano in grado di assistere gli associati nell’adottare comportamenti di consumo energetico coerenti con lo spirito del produrre e consumare localmente, utilizzando con la maggiore efficienza possibile l’energia che ci viene fornita gratuitamente dal sole e per questo contiamo sull’apporto che ci possono dare le forze che già ci sostengono dentro l’Università, a partire dal dipartimento di scienze della comunicazioni e dai nostri importanti sostenitori come il professor Antonio Rizzo e la dottoressa Anna Caponi.
Dobbiamo in questo contesto segnalare che è stata già avviata la fase attuativa del Progetto Summa, finanziato con circa 70.000 euro a favore della nostra CER e 500.000 euro complessivi a favore dell’Università di Siena, per il monitoraggio dei consumi energetici di alcune aziende nostre associate dove varranno installati misuratori puntuali dei consumi, così da elaborare sistemi articolati di controllo dei dell’uso dell’energia al fine di ottimizzare la gestione dei consumi aziendali e l’immissione in rete delle eccedenze da condividere con associati consumatori.
E’ questa un’opportunità interessante che possiamo offrire anche ad altre aziende produttive del nostro territorio.
3) Anche il gruppo tecnico dovrà essere in grado di sviluppare al meglio la propria attività. Il tema è quello di ottimizzare la consulenza che può essere svolta nella fase preliminare di impostazione dei progetti di nuovi impianti, propedeutica all’assunzione di incarichi professionali sia da parte dei professioni che delle imprese realizzatrici. I cittadini debbono sapere di potersi rivolgere con fiducia ai nostri esperti per avere informazioni preliminari qualificate sulla base delle quali compiere le proprie scelte. Per questo avremo bisogno di avere più presenze di tecnici nella nostra sede e di organizzare in modo efficiente l’afflusso dei cittadini.
Un tema particolare sarà quello del rapporto con le amministrazioni locali per le quali, oltre ad inserire la varie utenze nelle singole configurazioni, si potrà sviluppare una utile collaborazione per la ricognizione dello stato del rendimento energetico dei singoli immobili e per l’individuazione dei progetti di realizzazione di impianti ad energie rinnovabili.
E’ altresì aperto il tema della elaborazione degli atti relativi all’individuazione delle aree idonee per l’installazione di impianti fotovoltaici, che debbono rispondere ad una legislazione nazionale in fase di almeno parziale rielaborazione dopo la recente sentenza del TAR del Lazio e che dovrà trovare ulteriori elementi di raccordo con la legge regionale per la quale è stata avviata la consultazione.
Il rispetto del paesaggio e dell’ambiente, obiettivo ora presente anche nella Costituzione, dovrà trovare un punto di equilibrio con la necessità di installare un’adeguata potenza di energie rinnovabili, così da condurre il paese fuori dalla dipendenza dalle energie fossili. E’ questione di grande delicatezza ed importanza a cui pensiamo di poter dare un contributo, anche assicurando la capacità di sventare le operazioni speculative che vedono tanti soggetti muoversi nel panorama nazionale e regionale.
Per questo potremo mettere a punto anche forme organizzative originali, che permettano di dotarsi di strumenti associativi dei tecnici facenti parte dell’associazione, anche in modo collaterale alla stessa, con la possibilità di stipulare apposite convenzioni con gli enti locali.
Mettiamo in conto che stiamo lavorando anche per il settore idroelettrico, con due progetti a Sovicille e a Sarteano, che dovrebbero permetterci di recuperare per la produzione di energia elettrica alcuni significativi salti idrici già utilizzati in passato per generare forza motrice.
Sia per lo sviluppo della gestione delle configurazioni che per le consulenze tecniche ci potremo avvalere dalle prossime settimane di due giovani laureandi o neolaureati per i quali, in un percorso di stimolo al volontariato giovanile, la Fondazione MPS, il Cesvot e l’Università hanno stabilito di finanziare le spese assicurative per un percorso di collaborazione di più o meno un pomeriggio a settimana per circa sei mesi di lavoro.
4) Una sfida importante si apre anche per il gruppo che dovrà lavorare sui temi della contabilità mettendo a punto quel software open source in grado di gestire l’erogazione tanto dei fondi erogati per l’energia immessa in rete quanto dei contributi incentivanti per l’energia condivisa. In ciò sarà essenziale il contributo che potrà fornire l’Università con il suo dipartimento di matematica ed informatica ed il professor Simone Paoletti, in rapporto con i dati puntuali che ci dovrà fornire, un giorno o l’altro, il GSE.
Allo stesso tempo dovremo essere in grado di preparare e mettere a conoscenza dei nostri associati, pubblici e privati, un quadro sinottico di tutte le possibili forme di finanziamento che possono venire in soccorso dei progetti di investimento che si metteranno in moto. Ci sono già strumenti importanti a disposizione: i finanziamenti del PNRR che probabilmente verranno estesi ai comuni fino a 50.000 abitanti e il bando regionale per i comuni sopra 5000 abitanti.
Inoltre possiamo raccordare le varie iniziative con opportune possibilità aperte da parte di istituzioni finanziarie locali e non solo.
Anche in questo caso ci siamo aggiudicati un bando della Fondazione MPS che finanzia organismi del terzo settore per le attività di ricerca di fondi dagli associati, con la possibilità di utilizzare due giovani in un lavoro specifico finalizzato alla realizzazione di progetti che siano realizzati direttamente alla nostra associazione. Sarà un lavoro a cui dovremo dare corpo alla fine dei corsi preparatori previsti a giugno.
Come si capisce facilmente da una iniziale fase di lavoro abbastanza improvvisata e garibaldina stiamo passando ad un momento in cui la complessità e ricchezza dell’organizzazione prendono la prevalenza. Per questo riteniamo di aver ottenuto, grazie alla sensibilità dell’Università e del Comitato Siena 2, ed al consenso di organi del Comune, un importante risultato con la disponibilità della nuova sede che avete potuto visitare nei locali sottostanti, e che avremo a disposizione a costi sostenibili per i prossimi tre anni.
I locali sono stati arredati grazie ai mobili messi a disposizione dalla Banca Monte dei Paschi di Siena, con la quale possiamo dire di essere in ottimi rapporti, e grazie all’aiuto della cooperativa Servizi e Territorio, nostra associata, che ci ha aiutato per l’effettuazione del trasloco.
Senza ambizioni esagerate pensiamo di poter svolgere una funzione importante almeno nel territorio della Toscana meridionale.
Come sapete ci siamo posti anche il problema di intervenire, con appositi regolamenti, per favorire le famiglie in condizioni di maggior bisogno sia nei casi in cui è necessario individuare una priorità per l’ammissione agli incentivi sia nell’immissione nella base associativa di soggetti bisognosi con quote di adesione agevolate. E’ per il momento questa la strada che abbiamo imboccato per lo svolgimento di una funzione sociale, ma sono anche da prevedere possibili variazioni sul tema tenendo conto delle esigenze dei singoli territori che potranno essere messe a fuoco dai vari comitati di partecipazione.
Crediamo di essere diventati un punto di riferimento importante, le cui potenzialità sono ancora tutte da concretizzare. Dalla nostra esperienza potrebbe nascere, ed il discorso è in parte abbozzato, anche l’ipotesi di una struttura che veda collaborare tra di loro, magari a livello consortile, le CER toscane aventi caratteristiche simili, a partire dalla forma giuridica associativa o cooperativa che prevede in tutti i casi un rapporto paritario tra i soci. Dovremo fare uno sforzo anche per raccordarsi con le altre piccole esperienze presenti o i fase d’avvio sui territori della toscana meridionale.
Diverso è il ragionamento quando ci si propongono strutture come le Fondazioni di Partecipazione, care al comune Siena ma anche a quello di Firenze e di Montevarchi. Noi non crediamo che questo sia un modello idoneo perchè in primo luogo sono in contrasto con l’idea di un rapporto paritario tra gli associati e poi perchè si presta ad operazioni di aggiramento della normativa europea e nazionale la quale stabilisce in modo netto e inequivocabile che non si debbono perseguire finalità di lucro.
Anche l’idea di organismi operanti su scala nazionale è poco coerente con il principio della Comunità, che in primo luogo presuppone una forte partecipazione dal basso ed la costruzione di un processo di condivisione territoriale delle iniziative di politica energetica che superi la centralità dei grandi players operanti nel settore dei combustibili fossili. C’è nell’aria qualche tentativo di creare strutture che aggirino il concetto comunitario che sta alla base delle CERR
Del resto queste diverse forme giuridiche che sono state presentate in pompa magna ed in modo altisonante ad oggi sono ancora al palo di partenza e non hanno avviato neppure una configurazione. Il problema che debbono affrontare è che il loro avvio richiede somme significative per costituire il capitale sociale iniziale da parte dei partner sia pubblici che privati a cui si aggiungono, tanto per gradire, anche complicati accordi di governance in un contesto nel quale mal si giustificano indennità e compensi incompatibili con la natura che debbono avere le CER.
Infine occorre segnalare che una buona organizzazione, partendo da un forte radicamento nel territorio e raggiungendo una dimensione adeguata, può aspirare a svolgere direttamente un ruolo di calmierazione del prezzo del dell’energia.
In primo luogo contrattando collettivamente per l’insieme dei propri soci condizioni di miglior favore nelle forniture di energia elettrica (c’è una iniziativa in corso con l’Adiconsum, nostra associata, la cui fattibilità verificheremo a breve) e in secondo luogo contrattando con altri soggetti la possibilità di cedere l’energia immessa in rete dai produttori a prezzi migliori rispetto a quelli praticati dal GSE.
Va inoltre considerato che il settore è in grande evoluzione: è in fase si completa riorganizzazione il sistema delle tariffe per fasce orarie e, se si giungerà ad applicare per intero la direttiva europea, la CER potrà diventare un operatore che cede direttamente ai propri associati l’energia prodotta, così da avere una effettiva riduzione della bolletta. A tutto ciò, con cautela ma anche con lungimiranza, dovremo arrivare preparati.
Anche su questi temi si svilupperà il confronto con il Comune di Siena, con il quale è nostra ferma volontà arrivare ad una positiva collaborazione. A breve consegneremo una nostra proposta che è in corso di elaborazione. Certamente non può essere messo in discussione l’insieme dei risultati che abbiamo conseguito né l’impalcatura strutturale che ci siamo dati.
Se il Comune di Siena non vuole aderire a Sienaenergie e vuole andare avanti con la propria idea noi non abbiamo nessuna intenzione di opporci alla nascita di una nuova CER. Quando sarà costituita valuteremo il modo di avviare una proficua collaborazione, che potrebbe essere sviluppata per esempio pensando ad organismi comuni che lavorino per lo studio e la progettazione di soluzioni che possano dotare la città di impianti capaci di generare un rinnovamento complessivo del sistema energetico attuale, basato quasi esclusivamente sull’uso del gas metano. La tecnologia esiste, altre città l’hanno fatto e lo stanno facendo, basta avere il coraggio di guardare avanti. Anche la natura geologica nel nostro suottosuolo è pronta a darci un bell’aiuto.
E’ su questo che ci piacerebbe confrontarsi, non sul piccolo cabotaggio di chi è presidente di cosa. Del resto, siccome tutta la nostra attività è basata sul volontariato, tutto ciò che vogliamo difendere sono solo delle idee, che riteniamo solidamente maturate e con le quali vorremmo veramente aiutare a costruire un sistema energetico capace di tutelare il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti.
Alessandro Vigni