Per contrastare l'inquinamento e promuovere la tutela degli ecosistemi costieri e marini. Scienza e cooperazione al centro dei progetti MedPROACT e MIRAMAR presentati a Barcellona
BARCELLONA. Si è tenuta a Barcellona, nell’ambito dell’iniziativa Plastic Busters “Nuovi Orizzonti per il Mediterraneo”, la presentazione dei due nuovi progetti dell’Università di Siena: Euro-MED MIRAMAR e Next Med MedPROACT. L’evento si è svolto il 30 ottobre nella sede dell’Unione per il Mediterraneo (UpM) nella città spagnola.
L’incontro ha rappresentato un’importante occasione per presentare ufficialmente i due nuovi progetti finanziati dai programmi europei Interreg: l’Interreg Euro-MED MIRAMAR, dove l’Ateneo senese ricopre il ruolo di capofila e il Next Med MedPROACT (coordinato da LEGAMBIENTE), che vede l’Università di Siena tra i partner strategici. Entrambi i progetti vedono un ruolo fondamentale di coordinamento da parte del Dipartimento di Scienze fisiche, della Terra e dell’ambiente dell’Università di Siena, sotto la guida delle professoresse Maria Cristina Fossi e Cristina Panti. L’evento ha riunito rappresentanti provenienti da tutta la regione mediterranea, tra cui centri di ricerca, Università, organizzazioni internazionali, partner regionali e stakeholder chiave. Tutti accomunati dall’obiettivo di rafforzare la cooperazione per un Mediterraneo più sostenibile e resiliente.
I progetti presentati si inseriscono in un quadro di azioni strategiche volte a contrastare l’inquinamento e promuovere la tutela degli ecosistemi costieri e marini, con un approccio integrato che coinvolge ricerca scientifica, governance ambientale e partecipazione attiva delle comunità locali. I nuovi progetti si concentreranno sul miglioramento delle conoscenze scientifiche e sul rafforzamento della cooperazione regionale per rispondere a queste complesse sfide. Come aree prioritarie per l’azione, sono stati identificati tre ecosistemi ecologicamente significativi nella regione Euro-Mediterranea: le praterie di posidonia, le zone umide e gli habitat di specie a rischio. Questi ecosistemi svolgono un ruolo cruciale nel mantenimento della biodiversità, nel sostegno alla pesca e nella protezione delle coste dall’erosione e dagli impatti climatici.
Spiega la Professoressa Fossi: “MIRAMAR e MedPROACT , che vedono coinvolto un ampio consorzio di paesi Mediterranei, puntano a migliorare la capacità di adattamento delle comunità costiere ad una molteplicità di stress antropici, inclusi i contaminanti emergenti ed i cambiamenti climatici, promuovendo un dialogo politico basato sull’evidenza e il rafforzamento della collaborazione scientifica e la condivisione dei dati e delle strategie a livello transfrontaliero. Insieme, questi progetti, sotto la bandiera di UpM, rafforzeranno le sinergie e contribuiranno concretamente al raggiungimento dell’obiettivo comune di rendere il Mar Mediterraneo meno contaminato, sano e resiliente”.
Commenta la professoressa Panti: “Mentre la biodiversità della regione mediterranea continua a fronteggiare crescenti pressioni, questa nuova fase di ricerca e di cooperazione sottolinea che gli ecosistemi marini sono fortemente esposti a contaminanti emergenti, rifiuti marini inclusi le microplastiche, rumore sottomarino e distruzione degli habitat derivanti da attività umane in costante aumento. Questi fattori di stress, aggravati dai cambiamenti climatici, stanno causando impatti a lungo termine sulla stabilità degli ecosistemi e sul benessere delle comunità costiere e necessitano di risposte concrete, condivise e immediate”.
Nella Regione Toscana si lavorerà su 3 aree pilota: l’Area Marina Protetta Secche della Meloria dove si trovano praterie di fanerogame marine e habitat marini protetti; il Parco Regionale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli dove sono presenti lagune costiere e zone umide; l’Area Importante per gli Uccelli (IBA) –, in un’area transfrontaliera tra le regioni della Toscana e della Corsica con la presenza di habitat per specie di uccelli marini protetti. In Sicilia si opererà invece nella Riserva Naturale Laguna di Capo Peloro e nel Lago Salmastro di Faro.






