Il Comitato Ampugnano stuzzica il vice sindaco Capitani
SIENA. Dal Comitato contro l’ampliamento dell’aeroporto di Ampugnano–Siena riceviamo e pubblichiamo.
“NIMBY? “Not in my backyard” ovvero “non nel mio cortile”. Questo in sintesi il concetto espresso nei giorni scorsi dal vicesindaco Capitani in merito alle pale eoliche, che un progetto “arrogante” vorrebbe sulle crete senesi. L’acronimo NIMBY descrive il fenomeno di opposizione da parte di una comunità locale alla realizzazione di opere di interesse pubblico nel proprio territorio, pur essendo a favore di tali opere altrove.
Poi spiegheremo come per esempio il Comitato in merito all’ultimo progetto di Enac, la Regional Air Mobility, non si stia comportando da NIMBY, ma andiamo con ordine e torniamo a quanto detto dall’amministratore senese.
Capitani ha sostenuto come il centro di Siena sia tutelato dall’Unesco sia per il suo valore architettoniche che per il legame armonico con la campagna circostante e per il millenario equilibrio tra città e territorio rurale. Equilibrio, ci sia consentito di rimarcare, recentemente celebrato nella sua ultima visita a Siena dal Ministro della Cultura Alessandro Giuli. Prosegue Capitani evidenziando come la presenza delle pale eoliche contribuisca alla distruzione dell’equilibrio visivo nonché dello skyline attuale. Da queste basi sottolinea le conseguenti ricadute negative: un minor appeal per il turismo di alta qualità che visita la città, e ricadute sugli eventi annualmente svolti con riflessi negativi anche per la città di Siena.
Il sunto delle parole espresse dal vicesindaco, di fatto porta ad una piena contrarietà dell’Amministrazione comunale senese alla realizzazione del progetto eolico che interessa le Crete Senesi e non possiamo che essere d’accordo sulla sostanza e sulla posizione espressa.
Ora però, preso atto di quanto sopra occorre che qualcuno ci spieghi alcune cosette.
Semplici per carità. Ma proviamo nuovamente a far luce: quando il Comitato AmpugnaNo sostiene che un’attività di riqualificazione dell’aeroporto non chiara, non supportata da alcun progetto e tanto meno basata su studi di fattibilità, potrebbe andare ad impattare sull’acquifero del Luco, sorgente d’acqua che serve, assieme a quella del Fiora tutti gli insediamenti della provincia, cosa diciamo di tanto differente da quanto detto da Cappelli? Lui parla di territorio, il Comitato altrettanto.
Quando il Comitato AmpugnaNo è contrario ad insediamenti di impianti fotovoltaici che minano il paesaggio e l’identità del Comune di Sovicille, il cui ultimo fine è solo speculativo e finanziario, con società che nascono una mattina per poi venir chiuse nel giro di pochi mesi a cose fatte, cosa diciamo di così diverso dal vicesindaco Capitani?
Quando il Comitato AmpugnaNo sostiene che un aeroporto attivo e sviluppato di fatto creerebbe ricadute economiche negative sia sul turismo qualificato che sui molteplici eventi che annualmente vengono pensati e finanziati sia dall’amministrazione comunale che dalla Proloco locale, turismo che ha scelto il nostro territorio per quello che è adesso e non per come potrebbero trasformarlo, è così distante dalle parole del vicesindaco?
Quindi possiamo dire in sintesi che il vicesindaco Capitani manifesti un atteggiamento da NIMBY?
Crediamo proprio di sì: mentre il Comitato AmpugnaNo, che in consiglio comunale a Siena è stato additato come quelli che vogliono ancora andare con il calesse o come quelli del No sempre e comunque, ci dispiace non può essere definito così. Perchè, vede, indipendentemente dal venire a vedere se un calesse è nel suo garage, il Comitato AmpugnaNo non risponde al fenomeno di opposizione da parte di una comunità locale alla realizzazione di opere di interesse pubblico nel proprio territorio, pur essendo a favore di tali opere altrove. Noi non vogliamo che l’aeroporto di Ampugnano venga sviluppato altrove. Noi non lo vogliamo proprio, perché quell’area, anche in concertazione con con tutte le amministrazioni limitrofe compresa quella senese e con la partecipazione attiva dei cittadini che vivono il territorio, potrebbe, e chissà sarà, pensata diversamente”.
