individuate il 24 siti delle Alpi 8 popolazioni di invertebrati considerati sentinelle del cambiamento climatico
SIENA. Nei mesi scorsi, ben diciannove professionisti CONAGAI hanno partecipato attivamente alla campagna di ricerca del progetto CollembolICE, contribuendo alla raccolta di campioni in 24 siti glaciali delle Alpi italiane. Grazie a questa attività sono state individuate sul territorio nazionale 8 popolazioni di “pulci dei ghiacciai”, minuscoli invertebrati del gruppo dei Collemboli che vivono in prossimità della neve e del ghiaccio e sono considerate sentinelle del cambiamento climatico.
Il progetto, lanciato quest’estate dal National Biodiversity Future Center (NBFC) e dall’Università di Siena, studia questi piccoli artropodi che rappresentano un indicatore ecologico prezioso per comprendere l’adattamento della vita agli ambienti estremi e gli effetti del cambiamento climatico sulla biodiversità alpina.
Il focus del 2025 ha riguardato principalmente le Alpi europee, ma sono stati raccolti dati anche da Balcani, Tatra, Himalaya e Groenlandia. Nel complesso del progetto, le “pulci dei ghiacciai” sono state cercate in oltre 100 siti e trovate in 48, un risultato di grande rilievo scientifico.
“Il contributo diretto delle guide si è rivelato fondamentale per raggiungere aree di difficile accesso e garantire la qualità dei campionamenti” afferma Barbara Valle, ricercatrice Università degli Studi Di Siena e coordinatrice del progetto. “Studiare questi ecosistemi è primo passo verso la conservazione, il ghiaccio e con esso la sua biodiversità rischiano di scomparire per sempre dalle Alpi”.
Jacopo Alberti e Gabriele Silvestri, guide alpine del Collegio Valle d’Aosta, hanno contribuito all’organizzazione delle campagne previste dal progetto CollembolICE e al coordinamento delle attività di campionamento in quota.
“Noi guide alpine lavoriamo a stretto contatto con l’ecosistema glaciale, e riuscire ad approfondire la tematica della biodiversità dei ghiacciai è un grande arricchimento personale e professionale” afferma Jacopo Alberti, che collabora da anni con l’Ufficio Cambiamenti Climatici di ARPA Valle d’Aosta per i rilievi dei bilanci di massa dei ghiacciai: proprio da questo lavoro è nata la connessione con il team di ricerca guidato dall’Università di Siena.
“I r
isultati dei primi campionamenti non erano incoraggianti – racconta Alberti, ma la giornata specifica sui ghiacciai di Indren e dei Bors è stata una svolta: trovare i primi esemplari è stato un momento davvero emozionante. Le difficoltà principali sono legate all’imprevedibilità delle aree in cui i collemboli si concentrano: spesso si trovano in punti inattesi, anche a ridosso delle piste da sci. Le maggiori concentrazioni le abbiamo trovate tra ghiacciai e rocce nella zona del piccolo ghiacciaio di Indren e vicino al rifugio Quintino Sella al Felik.”
“L’aspetto più impressionante è la presenza di vita in ambienti che fino a poco tempo fa consideravamo privi di organismi – conclude -. Siamo al secondo anno di collaborazione con Barbara e speriamo di continuare, magari ampliando la ricerca anche oltre le Alpi.”
Gabriele Silvestri sottolinea il valore dei progetti di citizen science, che coinvolgono cittadini non professionisti nella raccolta di dati, osservazioni o campionamenti, contribuendo direttamente alla ricerca scientifica e ad una maggior consapevolezza in tema di tutela dell’ambiente montano.
“Oltre ad arricchire la nostra conoscenza personale dell’ambiente alpino – afferma Gabriele Silvestri – rappresenta un valore aggiunto per il coinvolgimento dei nostri clienti. I momenti più belli sono stati i ritrovamenti in luoghi inaspettati, dove non erano mai stati campionati collemboli: in quei momenti senti davvero che il tuo contributo può essere importante. All’inizio dovevamo capire come cercarli e come usare la strumentazione, ma dopo alcune prove e grazie al confronto con i ricercatori abbiamo imparato in fretta”.
Il progetto guarda al futuro e a nuovi ghiacciai. L’obiettivo futuro è estendere CollembolICE a tutte le aree glaciali montane del mondo, e il team di ricerca sta lavorando in questa direzione. “Continueremo a campionare dove possibile – afferma Silvestri- Personalmente, andrò in Argentina a dicembre e spero di riuscire a trovare ottimi campioni anche lì.”






