Il candidato presidente di Toscana a Sinistra ha compilato il questionario del 16 luglio

FIRENZE. Le associazioni ambientaliste avevano inviato ai candidati una serie di quesiti sulla loro psizione a tutela dei territori e ambiente (Il questionario è stato da noi pubblicato il 16 luglio scorso: https://www.ilcittadinoonline.
Le domande ai candidati presidente: TOMMASO FATTORI – TOSCANA A SINISTRA
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Era favorevole o contrario alla realizzazione dell’impianto di carbonizzazione idrotermale di ACEA Ambiente a Chiusi?
Risposta: Assolutamente contrario, fin dal primo momento, ad un impianto finalizzato alla produzione di biolignite, ossia un carbone di scarsissima qualità. La sfida, anche per il pianeta, è superare i combustibili fossili, inquinanti e climalteranti. Le organizzazioni sanitarie internazionali chiedono di vietare l’utilizzo del carbone per la produzione di energia. E questo vale in assoluto, ossia al di là delle caratteristiche specifiche dell’impianto e della sua localizzazione, che nel caso di Chiusi è oltretutto particolarmente infelice.
Di conseguenza fin da subito, appena saputo della pubblicazione da parte del Comune di Chiusi del bando di gara, mi sono occupato della vicenda, presentando e facendo approvare (aprile 2018) dal Consiglio regionale una mozione sull’avvio di un confronto aperto tra cittadini, associazioni ed esperti, anche al fine di verificare, attraverso il parere di enti quali Asl e Arpat, il rischio ambientale e sanitario legato alla costruzione dell’impianto e in modo da poter fermare il progetto.
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Qualora tale progetto (o uno similare) venisse ri-presentato, sarebbe a favore o contrario?
Risposta: La mia contrarietà ad impianti che nulla hanno di circolare (carbonizzatori, gassificatori, pirogassificatori etc) vale per il passato, per il presente e per il futuro.
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Si impegna a vietare che impianti di trattamento e/o gestione rifiuti (qualunque essi siano) possano essere realizzati nell’area dell’ex Centro Carni di Chiusi?
Risposta: Sì. L’area è innanzitutto da bonificare, individuando con certezza le origini degli inquinanti, e da riqualificare, senza aggravare il carico ambientale della zona.
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Quale è, in prospettiva, la sua idea di utilizzo del terreno del ex Centro Carni di Chiusi?
Risposta: La decisione sul futuro utilizzo dell’area non deve essere calata dall’alto ma deve nascere da un percorso partecipativo che veda protagonisti gli abitanti del territorio. Un percorso che tenga conto dei bisogni e valorizzi le competenze di chi vive nella zona. Solo così può essere definito a nostro parere un progetto credibile e condiviso.
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Si impegna a far inserire anche l’area dell’impianto di trattamento rifiuti speciali di Bioecologia nell’”Elenco dei siti interessati da procedimento di bonifica” in analogia a quanto già fatto per l’area confinante prevista per l’installazione dell’impianto di carbonizzazione?
Risposta: Sì, occorre far di tutto perché vi sia un obbligo di bonifica.
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Si impegna ad avviare, ex novo, una procedura di autorizzazione integrata ambientale (AIA) per l’impianto di Bioecologia?
Risposta: Sì.
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Si impegna a che nella normativa regionale venga introdotta la previsione che rappresentanti dei comitati di cittadini possano accedere agli impianti di trattamento rifiuti e produzione energia o similari per verificare in maniera trasparente la gestione degli stessi?
Risposta: La trasparenza e l’osservazione partecipativa, soprattutto quando si tratta di temi sensibili in materia sanitaria ed ambientale, deve essere sempre garantita al massimo grado. Definire norme specifiche in tal senso va certamente nella giusta direzione, nell’interesse di tutti, dei cittadini ma anche degli stessi gestori degli impianti.
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È disponibile a promulgare un piano regionale “Toscana Pulita” e piani territoriali “Comune Pulito” a sostegno della pulizia del nostro territorio, vocato al turismo, che preveda finanziamenti e incentivi ad hoc?
Risposta: La cura dei territori è al centro della nostra proposta, per il benessere di chi ci vive, per operare la transizione dal vecchio modello di turismo, centrato su quello che con un brutto termine vengono definiti i grandi attrattori (la Torre di Pisa, piazza del Campo, il Duomo di Firenze), ad un modello diffuso, verde, sostenibile: la nostra regione ha centinaia di musei minori, di scavi archeologici, di pievi romaniche, di piccoli borghi, di itinerari naturalistici, di bellezze diffuse su tutto il territorio. Servono quindi certamente incentivi ad hoc per valorizzare, curare e “tenere pulito” ogni Comune.
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Nel quadro dei piani regionali “Toscana Pulita” e “Comune Pulito” è disponibile alla realizzazione e al finanziamento di un sistema regionale di Controllo di Qualità secondo standard certificati che preveda metodi di controllo con sanzioni e incentivi?
Risposta: Assolutamente sì.
- Si impegna a modificare la legge 65/2014 in modo da rendere possibili gli obbiettivi della Unione Europea e delle Nazioni Unite di:a. azzeramento del consumo di suolo netto entro il 2050 (Parlamento e Consiglio Europeo 2013);
b. allineamento del consumo di suolo alla crescita demografica reale entro il 2030 Nazioni Unite 2015);
c. ottenere il bilancio non negativo del degrado del territorio entro il 2030 (Nazioni Unite 2015);
Risposta: Assolutamente sì. Purtroppo PD e ItaliaViva, in totale sintonia con la Lega e le destre, hanno operato in questi anni un’opera di picconamento e lento sgretolamento della miglior legge varata dalla scorsa legislatura, la legge 65 sul governo del territorio, frutto dell’importante lavoro dell’assessora Anna Marson. Una rottamazione diluita nel tempo, dato che la legge, nell’arco di 5 anni, è stata già cambiata innumerevoli volte. L’obiettivo di fondo della legge 65 era impedire nuovo consumo di suolo, ma di fatto, con vari escamotage, se ne è rimandata l’applicazione e allo stesso tempo se ne è iniziata l’opera di progressiva distruzione. Insomma, si è riaperto a nuovo consumo di suolo, per esempio consentendo ancora una volta ai Comuni di approvare varianti agli strumenti urbanistici scaduti per poter realizzare edificazioni industriali, commerciali, di servizio, ed aprendo anche a cambi di destinazione d’uso da artigianale-industriale a commerciale o di variare le altezze a piacimento in edifici rurali di aziende agricole. Le modifiche alla legge 65 hanno anche eliminato la partecipazione su progetti che impattano direttamente su abitanti e utenti, in nome della così detta “semplificazione”, ed ogni riduzione della partecipazione è un segnale negativo.
Nella nuova legislatura quindi mi impegno, coerentemente con quanto fatto fino ad oggi, a introdurre norme stringenti contro il consumo di suolo nella nostra regione, secondo gli obiettivi da voi indicati.
- Quale è la sua visione di politica di produzione di energia elettrica a livello regionale?
Risposta: La Toscana in questi anni ha fatto poco rispetto ad altre regioni rispetto alla diffusione delle rinnovabili. Un ritardo che, di fronte alla crisi climatica in atto e alle difficoltà economiche dovute alla pandemia, non può essere più tollerato. Ecco quindi che efficienza energetica, innovazione e rinnovabili devono essere messe al centro dei piani per il rilancio della nostra regione. Innanzitutto proprio l’efficienza energetica dovrà avere un ruolo fondamentale, perché grazie alle misure di efficienza – soprattutto la riqualificazione estesa e profonda degli edifici senza dimenticare trasporti e processi industriali – si deve puntare a dimezzare la domanda energetica il più velocemente possibile.
Venendo alla produzione elettrica occorre definire un nuovo PAER, con piani energetici territoriali, con l’obiettivo dell’autosufficienza energetica dei diversi territori attraverso un modello decentrato e diffuso di produzione di energia da sole fonti rinnovabili.
- E’ favorevole o contrario alla geotermia industriale, anche considerando l’impatto che ha dimostrato di avere a livello paesaggistico ed economico sia nelle aree già occupate da centrali geotermiche (Amiata, Larderello), sia dove se ne prevede la costruzione, come se ne deduce ad esempio, dai progetti delle centrali di Montenero e Castelnuovo?
Risposta: Nel nostro programma ci poniamo l’obiettivo del superamento della monocoltura geotermica e uno sviluppo diversificato per i così detti territori geotermici. La geotermia non è affatto sempre pulita, se lo sia o meno dipende dal tipo di tecnologie utilizzate e dalla composizione del fluido geotermico. In Amiata, una delle più antiche miniere di mercurio al mondo, le centrali con vecchia tecnologia flash a circuito aperto hanno emesso e ancora emettono sostanze dannose per la salute e per l’ambiente, solo in parte intercettate dai filtri Amis. Ed emettono una quantità di C02 non sostenibile. Ciononostante ricevono lauti contributi pubblici. Gli incentivi per questo tipo di energia devono invece andare solo a chi non produce alcun tipo di emissione in atmosfera: questo è l’unico modo per obbligare Enel a convertire gli impianti attuali con tecnologie ad emissioni zero, utilizzando le torri di raffreddamento a secco o i sistemi a circuito binario, con reiniezione totale del fluido geotermico e dei gas incondensabili.
Per quel che riguarda la media entalpia e le centrali a ciclo binario dobbiamo evitare che questa aree diventino un groviera e che si affermi una sorta di monocoltura geotermica, per questo nel corso della legislatura ci siamo impegnati perché si giungesse alla zonazione e alla definizione delle aree idonee e non idonee (ANI) per lo sviluppo della media entalpia, portando la decisione in capo alle comunità locali e ai sindaci. Purtroppo la Giunta ha recepito solo in parte le indicazioni dei Comuni e questo sarà terreno di battaglia anche nella prossima legislatura. La media entalpia può infatti avere un potenziale impatto paesaggistico oltre che un impatto sulle falde idriche, occorre quindi cautela e capacità di dotarci di una programmazione complessiva, che tenga conto delle volontà dei territori e degli effetti cumulativi degli impianti.
Siamo invece assolutamente favorevoli alla diffusione sul territorio regionale di impianti geotermici a bassa entalpia, ponendola come una priorità della pianificazione energetica regionale. Un punto sul quale abbiamo presentato diversi atti approvati dal Consiglio regionale.
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Quale pensa debba essere il ruolo delle amministrazioni locali e dei cittadini nella pianificazione dello sfruttamento della risorsa geotermica?
Risposta: Come detto, in questi 5 anni ci siamo battuti per giungere alla definizione delle aree non idonee ad ospitare le centrali geotermiche: sarebbe assurdo veder sorgere impianti in mezzo a zone vocate al turismo, alla produzione agricola di qualità o in aree di particolare bellezza paesaggistica. La decisione in merito alle localizzazioni deve essere dei comuni, dei sindaci, della cittadinanza, insomma, deve essere ascoltata la volontà delle comunità locali.
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è disponibile e quindi promette di confrontarsi concretamente con associazioni, comitati di cittadini ed ogni altro soggetto rappresentativo, prima di ogni scelta importante che riguardi l’ambiente, il paesaggio, la qualità della vita dei cittadini, l’indirizzo urbano e produttivo e la gestione dei rifiuti?
Risposta: Il lavoro di Toscana a Sinistra in questi 5 anni è stato improntato al continuo ascolto e confronto con territori, comitati di cittadini, associazioni, esperti. Da questo “metodo” è nata la maggior parte degli atti (proposte di legge, mozioni, interrogazioni) che abbiamo presentato in Consiglio regionale. Ed anche la nostra campagna elettorale è fatta sui territori con il lavoro di tanti cittadini impegnati nella difesa dell’ambiente, della sanità e del sociale.
Se governeremo la Regione, adotteremo processi di democrazia partecipativa come forma costante e ordinaria per la presa di decisioni fondamentali relative ai territori. Non sposiamo l’idea di democrazia decidente e l’estremizzazione della democrazia di mandato, quella di chi vuole imporre opere e decisioni contro i territori e i loro abitanti, con i carri armati o con le ruspe.