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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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Geotermia: la Rete Nogesi scrive al Ministro Cingolani (e a Draghi)

"Siamo contrari agli incentivi alla geotermia"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta al Ministro Cingolani (e per conoscenza a Draghi) sulla geotermia (incentivi) (geo.3228) scritta e firmata dalla Rete Nazionale NOGESI (No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante).

 

“Prof. Roberto Cingolani, Ministro della Transizione Ecologica 

E, p.c.: 

Prof. Mario Draghi, presidente del Consiglio dei Ministri

Oggetto: Lettera aperta al Ministro Prof. Roberto Cingolani sulla Geotermia.

 

Egregio Sig. Ministro,

 

Le Sue considerazioni  in risposta alla interrogazione a prima firma On. Ziello (Lega), per conoscere i tempi effettivi di emanazione del decreto Fer2 e le sue esternazioni circa gli incentivi alla geotermia (FER 2) (“incentivo che sia ragionevolmente attrattivo”) ci hanno sorpreso.

Le avevamo mandato tre lettere, una con le associazioni Forum Ambientalista ONLUS e Accademia Kronos del 14.03.2021 (geo.2829), l’altra del 27.03.2021 (geo.2736) e l’ultima l’11.06.2021 (geo.2938) in cui esprimevano la nostra contrarietà alla concessione di incentivi alla geotermia, dopo lo “stop” del 2016.

La Rete NOGESI (NO Geotermia Elettrica Speculativa ed Inquinante) è nata il 26.10.2013, a Bolsena (tra Toscana e Lazio-Umbria), quindi circa da 10 anni segue l’evolversi ed i problemi della geotermia.

Siamo contrari agli incentivi alla geotermia per le seguenti ragioni (sinteticamente si veda il geo.210.) :

1.Come sostiene autorevolmente, ma ancora non a sufficienza, la stessa Unione Europea nella Direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’11 dicembre 2018 sull’uso dell’energia da fonti rinnovabili (considerando 46): “L’energia geotermica è un’importante fonte locale di energia rinnovabile che di solito genera emissioni considerevolmente più basse rispetto ai combustibili fossili, e alcuni tipi di impianti geotermici producono emissioni prossime allo zero. Ciononostante, a seconda delle caratteristiche geologiche di una determinata zona, la produzione di energia geotermica può generare gas a effetto serra e altre sostanze dai liquidi sotterranei e da altre formazioni geologiche del sottosuolo, che sono nocive per la salute e l’ambiente”.

2.La geotermia italiana attuale sembra “ecologica” soltanto perché le autorità nazionali omettono di comunicare all’European Environment Agency le emissioni di gas serra e di altri inquinanti delle centrali, abbellendo così il quadro emissivo italiano (come risulta da nostri contatti con la UE). La realtà della ricerca scientifica mondiale e delle esperienze sul campo mostrano con tutta evidenza che la geotermia non è affatto sempre pulita, rinnovabile e sostenibile. Ma lo è solo a determinate condizioni, che dipendono dalle specificità del territorio nel quale la si vuole usare e dalla tecnologia impiegata. Ogni caso va esaminato a parte, con appropriata attenzione e grandissime cautele.

3.La presenza delle centrali geotermoelettriche in Italia, che attualmente riguarda la sola Regione Toscana e solo con l’uso della tecnologia “flash”, con rilascio dei vapori in atmosfera, è contestata da anni nell’area del Monte Amiata in Toscana, dove si trova l’ultima centrale autorizzata nel 2014 (Bagnore 4), mentre la “privatizzazione della geotermia” voluta dal Governo Berlusconi (D. Lgs.22/2010) in 10 anni non ha prodotto alcuna centrale “pilota”, proprio per l’opposizione di Regioni, Comuni e cittadini. E sono le questioni legate al depauperamento ed inquinamento degli acquiferi, alle emissioni comunque sempre significative, alla sismicità indotta forse peggiore nel “ciclo binario” rispetto al “flash”, al problema di impoverimento dei territori. 

 

4.Gli impianti geotermoelettrici italiani “flash” (come detto localizzati nella sola Regione Toscana), emettono grandi quantità di gas, polveri sottili (PM10, PM2,5, micro-polveri) e altre sostanze tossico-nocive (Mercurio, Arsenico, Boro, Ammoniaca, Cesio, Tallio, ecc.) e climalteranti (CO2, Metano, Idrocarburi, ecc.) – per la maggior parte delle quali non vi sono limiti alle emissioni – questo fatto è ben noto da molto tempo.

  1. Il loro impatto sulla salute pubblica è stato ben studiato per conto della Regione Toscana dalla Fondazione Toscana Gabriele Monasterio del CNR nel Progetto di ricerca epidemiologica sulle popolazioni residenti nell’intero bacino geotermico toscano “Progetto Geotermia” dell’Ottobre 2010,evidenziando nell’area amiatina gravi carenze nello stato di salute delle popolazioni.
  2. D’altro canto gli impianti “binari”, oltre a non fornire alcuna garanzia in merito alla possibilità che i gas incondensabili re-iniettati nelle formazioni di provenienza permangano nel sottosuolo e non fuoriescano in superficie (nel Centro Italia ove si vogliono installare impianti binari la concentrazione di gas nel fluido binario varia dal 6 al 10%), possono provocare terremoti indotti o innescati, oltre al depauperamento ed inquinamento delle falde acquifere per uso potabile. La necessità di tutelare dette falde non è inferiore alla necessità di tutelare l‘atmosfera, anzi, mentre l’energia può essere prodotta con altre tecniche sostenibili, l’inquinamento degli acquiferi è irreversibile.

Ne sono prova quanto è accaduto in tutto il mondo: a Vendenheim (Strasburgo), ai Campi Flegrei, presso il sito di United Downs, in Cornovaglia, a Pohang (Sud Corea) e a S. Gallo (Basilea).

La recente pubblicazione di Schiavone et al. (2020) Seismogenic potential of withdrawal-reinjection cycles: Numerical modelling and implication on induced seismicity”. Geothermics 85 (2020), p. 101770), evidenzia i rischi non quantificabili connessi a progetti geotermici con iniezione di grandi quantità di fluidi in contesti geologici complessi, dov’è assente la comunicazione tra serbatoio di produzione e serbatoio di reiniezione, e dove l’iniezione avviene in zone di faglia (come è il caso dell’impianto pilota progettato a Castel Giorgio -Umbria). 

 

  1. Non è semplicemente più ammissibile costruire e concedere incentivi destinati alla riduzione dell’effetto serra per centrali le quali, come quasi tutti gli impianti geotermoelettrici della Toscana (l’unica in Italia a produrre geotermia), emettono più gas a effetto serra che centrali a combustibile fossile. E l’effetto serra è il principale problema responsabile dei cambiamenti climatici.

Non è più ammissibile realizzare centrali che inquinano, sono pericolose ed allo stesso tempo inefficienti e costose. Bisogna capire a questo punto se il gioco vale la candela, come successo per il nucleare, o se viceversa è meglio tenere spenta la candela e produrre energia in altri modi. 

 

In questa direzione una attenta e documentata riflessione va fatta da parte del Suo Ministero sui progetti delle “Energie rinnovabili”, come fotovoltaico, eolico (che se di grandi dimensioni, rovinano il paesaggio) e, in particolare, sul tema della “Geotermia”, definita impropriamente “rinnovabile”, poiché i pozzi geotermici si esauriscono in circa dieci anni e lo stesso bacino geotermico, dopo anni di sfruttamento, tende all’esaurimento.

La scelta della Regione Toscana in materia di rinnovabili in particolare, si è fortemente caratterizzata sull’uso della Risorsa Geotermica al fine di realizzare centrali geotermoelettriche di tipo “Flash”, storicamente nell’area di Larderello e da alcuni anni nel Monte Amiata, che oltre a creare gravi problemi ambientali, di rischio per i bacini idropotabili e termali, sismici e di subsidenza delle aree interessate, emettono in atmosfera grandi quantità di sostanze inquinanti (acido solfidrico, anidride solforosa, ammoniaca, arsenico, antimonio, mercurio, monossido di carbonio) e quantità di CO2 e metano anche superiori, a parità di potenza elettrica prodotta, a quelle delle centrali a carbone (fattore di emissione delle centrali geotermiche pari a 1,20 kg CO2 equivalenti/KWh, rispetto a un fattore di emissione delle centrali a carbone di 0,87 kg CO2 equivalenti/KWh ( dati ARPAT 2019 Centrali Bagnore 3 e Bagnore 4 sul Monte Amiata). Nonostante questo handicap, l’ENEL che ha realizzato gli impianti, ha usufruito e usufruisce a tutt’oggi degli incentivi previsti dal Fondo Nazionale delle Rinnovabili, per decine di milioni ogni anno.

Altrettanto sta avvenendo per le Società   Sorgenia, ITW-LKW, Magma Energy Italia, ecc.), che intendono realizzare nell’area del Monte Amiata, nella Val d’Orcia, a Castelnuovo Val di Cecina in Toscana, a Castel Giorgio nell’ area della Tuscia e del Lago di Bolsena, centrali geotermoelettriche a “ciclo binario” che presentano anche esse problematiche ambientali e, in particolare, nei processi dei re-immissione dei fluidi, rischi di creare sismicità, anche rilevante, indotta e innescata.

Centrali che si vanno inoltre a collocare in aree di alto valore ambientale, che hanno riconoscimenti nazionali e europei di aree protette a salvaguardia di ecosistemi unici, in netto contrasto quindi con le scelte di valorizzazione ambientale, storica e culturale, compiute dalle amministrazioni locali (molte sono contrarie alla geotermia), dalle Soprintendenze, dai cittadini e dagli operatori economici del territorio. E per rendersi conto che la geotermia non sia “vista di buon occhio” basta leggere le conclusioni di Legambiente e Ipsos che hanno mostrato i risultati dell’indagine “ Gli italiani e l’energia” che documenta solo che il 9% vota per la geotermia. 

 

Chiediamo che il Suo Ministero intervenga per porre fine a questa assurda situazione e che gli incentivi per la Geotermia siano utilizzati non per centrali geotermoelettriche, ma nel campo di progetti per l’uso del calore e della bassa entalpia (riscaldamento e climatizzazione degli edifici pubblici, privati, impianti sportivi, piscine e termalismo, serre e interventi nell’agricoltura, allevamenti e settore turistico) come prevedevano, nel lontano 2015, le Commissioni riunite VIII (Ambiente, territorio e lavori pubblici) e X (Attività` produttive, commercio e turismo).

Vorremmo affrontare con il Suo Ministero le tematiche sopra esposte e, in particolare, il tema “Geotermia”, per dare un nostro contributo di conoscenze a approfondimenti che abbiamo compiuto nel corso di tanti anni, con l’apporto tecnico di studiosi, geologi, vulcanologi, ingegneri esperti del settore.

Le chiediamo pertanto un incontro, da tenere anche in video-conferenza, oppure con un Sottosegretario da Lei incaricato o con personale del suo Ministero esperto nelle energie rinnovabili. 

Cogliamo l’occasione per porgerVi distinti saluti.

Velio Arezzini, Portavoce Nazionale NOGESI (No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante)

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