"Perché serve un’altra idea di energia per la Toscana"

SIENA. Da Ampugnano all’ex IDIT si annunciano rivoluzioni verdi e rigenerazioni, ma senza partecipazione né visione. Noi di Europa Verde pensiamo ad una strada diversa per le regionali: energia condivisa, comunità attive, governo pubblico del territorio.
C’è un filo che lega il progetto dell’aeroporto di Ampugnano e l’intervento previsto nell’area ex IDIT al confine tra Siena e Monteroni d’Arbia, in entrambi i casi si parla di energia rinnovabile da campi fotoltaici a terra, di transizione ecologica, di innovazione sostenibile.
Ma in entrambi i casi siamo di fronte a interventi decisi e calati dall’alto, annunciati in conferenze stampa senza alcun confronto con i territori interessati, e soprattutto senza alcuna visione d’insieme. E anche senza nessun progetto se non quello di massimizzare l’uso del terreno disponibile.
Ad Ampugnano si realizzerà su area demaniale, un impianto fotovoltaico del valore di 16 milioni di euro, che da solo sostiene l’intera operazione aeroportuale da 34,5 milioni: un investimento pubblico significativo, che però non sarà messo al servizio delle comunità locali, né genererà benefici diffusi sotto forma di energia condivisa o abbattimento dei costi energetici. L’intero impianto sarà destinato all’infrastruttura aeroportuale.
Ma se ci fosse bisogno di adeguare la viabilità e i sistemi di mobilità urbana o provinciale? Ci dovranno pensare Comune e Provincia?
Nel caso dell’ex IDIT, si va verso la realizzazione di un grande impianto fotovoltaico a terra, su area privata, senza comunque un percorso partecipato, e con un progetto di rigenerazione dell’area e dell’immobile industriale posticipato e tutto da verificare.
È il paradigma di una transizione energetica tecnocratica, guidata da enti centrali o soggetti industriali, che utilizzano il fotovoltaico come leva per finanziare operazioni isolate, e non come strumento per ridurre le disuguaglianze o rafforzare la resilienza territoriale.
Questo non è il modello che vogliamo per la Toscana. Come Europa Verde crediamo in una transizione condivisa, costruita con le amministrazioni locali, le imprese del territorio, i cittadini. Dove l’energia non è una commodity, ma un diritto collettivo. Dove gli impianti si progettano insieme, si valutano negli impatti, si pianificano e si inseriscono in una strategia di sviluppo.
Per questo alle prossime elezioni regionali proponiamo un’idea diversa: promuovere vere comunità energetiche rinnovabili, garantire governance pubblica sulle scelte strategiche, rilanciare strumenti come lo SMAS per una visione metropolitana del territorio senese.
Non basta cambiare fonte: bisogna cambiare metodo. Solo così la transizione potrà diventare davvero ecologica, sociale e democratica.
Alessandro Mecacci – Europa Verde Siena