SIENA. Di seguito 2 comunicati a favore della sostituzione dei pini, a firma di Claudio Marignani e Giuseppe Botta.
PINI ABBATTUTI A PIAZZA AMENDOLA – CONDIVIDO
Negli ultimi giorni si è sviluppato un confronto molto teso sul taglio dei pini di Piazza Amendola, con toni che, purtroppo, hanno spesso superato il limite del dibattito sereno. Ritengo doveroso esprimere la mia posizione, a titolo del tutto personale, senza coinvolgere alcuna associazione di cui faccio parte. Il problema oggi non è la tutela dell’ambiente, che tutti condividiamo, ma l’estremizzazione del dibattito. Alcune proteste sembrano ignorare un principio fondamentale: ogni scelta pubblica deve tenere insieme tutela del verde, sicurezza, accessibilità e qualità della vita dei residenti. Vorrei chiedere a chi alza la voce se la loro quotidianità è davvero coerente con le posizioni espresse. Perché è facile difendere “in assoluto” ogni singolo albero, ma poi tutti – nessuno escluso – viviamo una vita che comporta consumo di energia, carta, prodotti confezionati, mobilità privata, uso di risorse e inevitabilmente un impatto sull’ambiente. Non si può chiedere agli altri una coerenza che nessuno, nella realtà, riesce a incarnare. Nel caso specifico di Piazza Amendola, i fatti sono semplici: le radici hanno reso insicuri marciapiedi e carreggiata, e i residenti – io tra questi – hanno affrontato per anni disagi e rischi di cadute; per disabili e persone fragili le difficoltà sono state anche gravi; alcuni passaggi sono diventati impraticabili, con carrozzine costrette sulla strada o aree dove si è reso impossibile anche poter parcheggiare; nella strada interna che costeggia il giardino (e perfino nel prato) le radici sono pericolosissime per i bambini che vi corrono e inciampano; i pini, pur essendo alberi preziosi in molti contesti, non appartengono alla tradizione botanica del nostro territorio e sono notoriamente incompatibili, per radici e struttura, con aree urbane; pini di quell’età sono inoltre soggetti a crolli improvvisi di rami, soprattutto durante eventi climatici intensi, sempre più frequenti e violenti; le soluzioni alternative richieste da alcuni comporterebbero costi molto più elevati per la collettività, lavori più complessi e comunque non risolutivi nel tempo. Difendere un albero è giusto. Pretendere che un quartiere resti bloccato nonostante rischi, cadute, barriere architettoniche e costi fuori scala non è tutela dell’ambiente: è estremismo. La qualità della vita delle persone deve venire prima, sempre. E una città che si cura dei suoi cittadini – soprattutto di chi è più fragile – è una città più civile, più sicura e, paradossalmente, anche più sostenibile. Peraltro, i pini verranno sostituiti con altre specie più idonee. Eventuali ritardi o sospensioni dei lavori ricadrebbero completamente sui residenti: parcheggi difficili, marciapiedi pericolosi, disagi quotidiani che sono stati sopportati fin troppo a lungo. Sarebbe una scelta che ignora i bisogni reali di chi vive nella zona. Siena ha bisogno di tutela dell’ambiente, sì, ma non di estremismi che sacrificano i cittadini in nome di un ambientalismo astratto e scollegato dalla realtà.
Claudio Marignani
PIAZZA AMENDOLA – ABBATTIMENTO PINI
La discussione nata attorno ai pini di Piazza Amendola è un esempio significativo di quanto, nei processi decisionali pubblici, sia necessario mantenere lucidità e metodo. Non vivo nell’area interessata, ma essa è frequentata da mia moglie e dal mio nipotino. In ogni città, la gestione del verde urbano non può essere affidata né all’improvvisazione né alla contrapposizione ideologica. È un ambito che richiede pianificazione pluriennale, valutazioni tecniche documentate, monitoraggio dello stato delle piante e, soprattutto, coerenza tra gli obiettivi ambientali e quelli di sicurezza urbana. Nel caso specifico, occorre ricordare che gli alberi urbani non sono elementi isolati, ma parti di un sistema. Tutto va valutato in relazione alla compatibilità delle radici con i sottoservizi, alla stabilità in un contesto vissuto, agli spazi disponibili per la crescita e all’effetto complessivo sul tessuto urbano. La sostituzione programmata fa parte della normale gestione tecnica degli alberi in città. In molte realtà europee, senza sacralizzare le piante, i piani urbani avanzati prevedono la rimozione di alberi sani ma giunti comunque in una fase avanzata del ciclo vitale, e l’inserimento di specie più coerenti con i luoghi, capaci di ridurre le manutenzioni straordinarie e migliorare la qualità del verde nel lungo periodo. Preservare tutto senza distinguere equivale, paradossalmente, a non tutelare nulla. Tutto questo avviene basandosi su valutazioni agronomiche, analisi costi-benefici, norme sulla sicurezza e compatibilità con gli interventi pubblici e con la pianificazione urbanistica. Questi criteri non sono “contro” o “a favore” di qualcuno: sono semplicemente il metodo con cui in tutta Europa si governa il verde urbano. Il punto centrale, tuttavia, è un altro: se vogliamo che Siena disponga di un verde urbano moderno, coerente con gli standard attuali, questa coerenza passa attraverso scelte complesse, talvolta impopolari, ma necessarie. Come cittadino ritengo che la nostra città debba dotarsi di un dibattito più informato, capace di distinguere tra ciò che è opinione e ciò che è valutazione tecnica. Solo così Siena potrà costruire un modello di gestione del verde che sia allo stesso tempo bello, sicuro e sostenibile nel lungo periodo.
Professor Giuseppe Botta






