Pietra Serena stigmatizza il "niet" del cda di Mps

SIENA. Ormai non ci stupiamo più dell’atteggiamento arrogante e non rispettoso della Comunità tenuto dall’attuale CDA della Banca MPS.
Il “muro contro muro” messo in atto contro la Fondazione MPS, socio di riferimento e nominante di gran parte dello stesso CDA di Banca MPS (compreso il presidente), enfatizzato nella riunione di ieri con il rifiuto dell’ODG proposto dalla Fondazione MPS, è estremamente grave per due motivi.
Il primo perchè offre ai mercati un’immagine di estrema conflittualità tra i due Enti in un momento particolarmente delicato, con grosse incognite sul loro futuro, quando era invece necessaria la massima compattezza e sinergia; il secondo, ancora più censurabile, perchè, ignorare le difficoltà della Fondazione MPS, o equipararla ad un qualsiasi socio privato, evidenzia l’assoluta mancanza di rispetto del CDA di Banca MPS nei confronti del socio di riferimento che in questi anni, pur con scelte scellerate dei precedenti amministratori, si è sempre mostrato sensibile alle richieste della Banca MPS, fino a distruggere il proprio patrimonio. Ma la cosa ancora più offensiva è che Profumo non ha considerato che il socio Fondazione MPS rappresenta un intero territorio e un’intera Comunità, ovvero i fondatori del patrimonio di Banca e Fondazione; una Comunità che in questa occasione è schierata con la Fondazione, nel tentativo di difendere l’esistenza del suo Ente, che rischia di essere azzerato dalla tempistica dell’aumento di capitale.
Proprio queste evidenti carenze di umiltà e di estraneità alla cultura del territorio furono alla base dei nostri dubbi e delle nostre contrarietà al momento della nomina di Profumo alla presidenza di Banca MPS; una nomina che giudicavamo, e giudichiamo, non adatta al MPS ed espressione di quella parte politica (o ancora più precisamente di una corrente del PD che ancora oggi, pur in qualche modo “rottamata” sia a livello locale che nazionale, sembra voglia perseverare nei suoi “inciuci” ai danni della Città), maggiormente responsabile dei disastri compiuti nel nostro territorio.
Facciamo presente che, a distanza di quasi due anni dall’insediamento, il nuovo CDA non sembra aver portato tangibili benefici alla Banca. Non solo, ma il fatto che in pochi mesi la necessità di aumento di capitale sia passato da 1 a 3 miliardi solleva qualche dubbio sulla capacità di analisi di questo CDA. Risultati come questi sarebbero stati forse alla portata di tutti, senza dover ricorrere ai cosiddetti “big” del sistema bancario. Si poteva almeno sperare che, ipotizzando forti legami tra il presidente e i palazzi della politica e della finanza, ci fosse stata la possibilità di sanare almeno l’evidente assurdità di avere un debito con lo stato – i Tremonti e poi Monti Bond – a tassi spropositati (ora dal 9 al 15%)- , e avere quello che possiamo considerare un credito verso lo Stato -ca. 25 miliardi di titoli-, con una rendita praticamente nulla; a parte gli errori dei precedenti amministratori anche su questo aspetto, è una situazione intollerabile, che necessita di urgenti correttivi.
Ci auguriamo che prima dell’Assemblea ci siano fatti nuovi, soprattutto da parte delle Istituzioni governative che hanno evidenti responsabilità sull’attuale situazione di Banca e Fondazione, tesi a favorire un proficuo dialogo tra i due Enti e una soluzione per la loro messa in sicurezza.
Associazione Pietra Serena