Dopo l'attentato contro i vertici dell'esercito, i ribelli cercano il rais
ROMA. (AGI) Assad e’ fuggito a Latakia. No, e’ ancora a Damasco. All’indomani dell’attentato che ha decapitato i vertici della Difesa, la crisi siriana sembra aver subito un’accelerazione e di Bashar el-Assad non si ha piu’ notizia. Il ‘rais’ non ha fatto dichiarazioni ne’ e’ comparso in tv dopo il colpo arrivato al cuore del potere e c’e’ chi ipotizza che abbia gia’ lasciato Damasco: direzione il palazzo presidenziale a Latakia, sulla costa nordmediterranea del Paese, dove e’ piu’ alta la concentrazione di alawiti. Ma il regime smentisce: Assad e’ a Damasco, ha detto una fonte ufficiale, al lavoro come tutti i giorni, nel suo ufficio per pianificare la risposta del governo. Nelle ultime ore e’ anche circolata la voce che Asma, la bella moglie con passaporto britannico, abbia trovato riparo in Russia; secondo il quotidiano al Quds al-Araby, mercoledi’ un aereo presidenziale e’ partito da Damasco diretto verso una destinazione sconosciuta. Mosca pero’ nega qualsiasi ruolo e soprattutto smentisce di voler prendere in carico il presidente siriano, nel caso questi decidesse di lasciare la Siria. Lo ha detto un autorevole collaboratore del presidente russo, Vladimir Putin, aggiungendo di non sapere nulla di un eventuale piano per farlo arrivare a Mosca. Nell’incertezza sulla sua sorte, a Damasco si combatte, in mattinata sono state sentite esplosioni vicino alla sede del Consiglio dei Ministri. La tv di Stato siriana ha avvertito la cittadinanza che a Damasco potrebbero aggirarsi uomini armati, con indosso finte uniformi militari, pronti ad attaccare la popolazione. L’opposizione in realta’ accusa le forze di sicurezza di aver usato l’artiglieria pesante per attaccare aree ribelli come Tadamon e Midan e cosi’ messo in fuga gli abitanti; e accusa i miliziani pro-Assad, i temibili ‘shabiha’, di aver razziato le zone controllate dall’opposizione, nella capitale. Intanto, rientra a Ginevra il capo degli osservatori Onu in Siria: domani scade il mandato di 90 giorni dato dalle Nazioni Unite alla missione di monitoraggio dell’Onu (Unsmis), e per lui per adesso non c’e’ piu’ nulla da fare. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu decidera’ nelle prossime ore se estendere il mandato di altri 45 giorni. L’attentato di Damasco e’ “l’inizio della fine”, ha detto il Cns. Intanto l’amministrazione Obama si prepara al dopo Assad e ha valutato, insieme al governo israeliano, la possibilita’ di un attacco mirato da parte degli aerei con la ‘stella di David’ agli arsenali militari, quelli dove ci sono le armi chimiche.