Stigmatizzate le criticità già evidenziate

Il predetto piano si innesta nel preesistente Piano industriale 2012-2015 – come variante – di fatto estendendone la durata ed incrementando il numero degli esuberi, fissato in ulteriori 5.300 unità (programmate fino a tutto il 2017). Questi ultimi “esuberi” si vanno ad aggiungere ai 2.700 dipendenti già “esodati” (a tutto il 30 giugno 2013), portandone il numero a complessive 8.000 unità lavorative.
Le suddette programmate uscite (pari a 5.300 dipendenti) sono così articolate:
-
1.100 unità utilizzate attualmente nelle attività di back office, da esternalizzare;
-
600 unità allocate in attività/partecipazioni non strategiche, in Italia e all’estero (Leasing, Consumit, ecc.);
-
2.900 unità da “esodare” mediante l’utilizzo del Fondo di solidarietà settoriale dal 2014 al 2017;
-
700 unità coinvolte nel naturale turnover che si verificherà nel quadriennio in oggetto.
Il Piano di ristrutturazione prevede peraltro:
-
un aumento di capitale sociale per € 2,5 miliardi, da realizzarsi entro il 2014, finalizzato al rafforzamento patrimoniale dell’Istituto;
-
un’azione di rilancio di Banca MPS come primario soggetto creditizio nazionale, protesa a conseguire obiettivi di redditività, efficacia ed efficienza. A tal fine è stata programmata:
-
una semplificazione della struttura del Gruppo (cosiddetta Governance);
-
una revisione delle attività finanziarie e della qualità dell’attivo;
-
una revisione strutturale dei costi (con particolare riferimento alle spese amministrative), che prevede la chiusura di ulteriori 150 sportelli (in aggiunta alle 400 filiali già chiuse al 30 settembre 2013).
Circa il contenuto del predetto piano, ci corre l’obbligo di stigmatizzare ulteriormente le criticità già evidenziate nei nostri precedenti comunicati.
Ad abundatiam, ribadiamo ancora una volta la nostra contrarietà alle esternalizzazioni delle attività di back office, in quanto riteniamo che le stesse facciano parte del core business aziendale.
Esprimiamo altresì le più vive preoccupazioni per la situazione di stallo venutasi a creare a livello nazionale relativamente al Fondo di solidarietà per il sostegno del reddito e dell’occupazione nel settore del credito; stallo che potrebbe, alla lunga, generare incertezze e creare ombre circa la realizzazione degli obiettivi fissati nel piano di ristrutturazione de quo.
LA SEGRETERIA