Il Carroccio dice di sostenerle da tempo

SIENA. Le parole del Vice Presidente della Commissione Europea Joaquin Almunia pesano come macigni sul management di MPS. Dopo innumerevoli discussioni sul piano di Rocca Salimbeni promosso dal duo Profumo e Viola, che ha visto la levata di scudi anche delle sigle sindacali, profondamente colpite da un grande numero di esternalizzazioni, Almunia, dopo che lo avevano già fato i mercati, ammonisce i vertici di MPS sulla rotta da seguire per permettere di ristrutturare la banca profondamente colpita dallo scellerato acquisto di Antonveneta.
Mentre il mondo politico si interroga, la Lega Nord canta vittoria, ricordando quanto sostenuto in campagna elettorale dal candidato sindaco del Carroccio Maurizio Montigiani: «Quelle di Almunia sono parole sagge. Le stesse che aveva usato il nostro candidato sindaco Maurizio Montigiani durante la camapgna elettorale – commenta il segretario comunale Francesco Giusti – Abbiamo sempre sostenuto che il piano di Profumo e Viola fosse da buttare perchè andava a colpire solo le categorie più deboli dei dipendenti e non era risolutivo dei problemi della banca. Adesso che lo dice una massima autorità come Almunia, i vertici non possono far finta di niente.» Nella lettera del Vice presidente della Commissione Europea si legge infatti che il piano delle esternalizzazioni, indipendentemente da quanto sia il numero degli esternalizzati, non cambia certo lo scenario della banca e le sue prospettive, oltre a far notare come le retribuzioni dei manager siano troppo alte ed inopportune in una fase nella quale si chiedono gli aiuti di Stato. «Almunia ci trova assolutamente concordi nella ricetta individuata. – continua Giusti – Sostanzialmente chiede per prima cosa di procedere alla vendita dei 28 miliardi titoli di Stato acquistati con 27 miliardi di aiuti europei, titoli che adesso varrebbero sempre circa 26 miliardi di euro. E questo ci trova concordi perché fummo molto contrari alla politica dell’acquisto dei titoli di stato a svantaggio del supporto all’economia reale. Per seconda cosa Almunia chiede di valutare con i creditori di obbligazioni subordinate ad alto rischio, che varrebbero circa 6,8 miliardi di euro, una exit strategy, così come fece Parmalat, visto e considerato che sono strumenti ad alto rischio acquistati sostanzialmente per puri scopi speculativi da fondi d’investimento che, se le cose si dovessero mettere male per la banca, sarebbero comunque gli ultimi a potersi rivalere sul patrimonio. E anche qui ci trova concordi perché vorrebbe dire che non servono piani di esternalizzazioni come quelli approvati, ma a pagare sarebbero solo chi di mestiere fa operazioni ad alto rischio.»
Un’ultima battuta Giusti la riserva al nuovo sindaco Bruno Valentini: «Quella di Almunia è una soluzione di gran lunga migliore rispetto a quelle approvate negli anni dalla Fondazione e dal Consiglio Comunale. Ci auguriamo che anche Valentini sia d’accordo con Almunia e che cominci a circondarsi e a chiedere consigli a persone preparate che gli eviterebbero figuracce, ma soprattutto che eviterebbero a Siena ed ai senesi di subire ancora scelte sbagliate. Ci aspettiamo, infine, che il Consiglio Comunale si attivi per presentare l’azione di responsabilità nei confronti del Presidente della Fondazione MPS e dei suoi membri della Deputazione, nella quale ci auguriamo, all’atto del rinnovo, di non rivedere più alcun membro attuale.»
(Foto Corrado De Serio)