Approvata una mozione presentata dal consigliere D'Onofrio

SIENA. Dai dati forniti dall’OMS, nel mondo il 20% delle donne ha subito violenza sessuale da bambina, la percentuale sale al 71% nella fascia di età tra i 15 e i 49 anni. In Italia, da un’indagine ISTAT del 2007, tra i 26 e i 70 anni una donna su tre, nell’arco della vita, è stata vittima di maltrattamenti maschili.
Una violenza, un crimine, come riportato all’interno della mozione a firma di Pasquale D’Onofrio (SEL), approvata ieri pomeriggio che attraversa tutte le culture, le classi, le etnie, i livelli di istruzione, di reddito e fasce di età, rappresentando la disparità storica vissuta tra i generi e impedendo l’autonomia, l’autodeterminazione e le scelte di libertà delle donne di tutto il mondo.
L’atto, dopo una lunga discussione consiliare è stato integrato con un emendamento a firma di Carolina Persi (PD), teso a rafforzare ancor di più i contenuti, chiedendo di dare attuazione alla mozione approvata dal Consiglio comunale nel novembre 2011 “contro la pubblicità lesiva della dignità delle persone” con la quale l’amministrazione si impegnava a assumere un linguaggio non sessista in tutti gli atti e luoghi del Comune, e a introdurre il divieto di affissione di manifesti pubblicitari che offendono la dignità delle donne e dei bambini, così da promuovere un cambiamento sociale e culturale che elimini la disparità di genere anche attraverso campagne di educazione alla parità e di sensibilizzazione contro tutti gli stereotipi. Anche il subemendamento di Laura Vigni (Sinistra per Siena, RC, SsM), ha avuto la sua incisività richiamando l’attenzione sulla necessità di una maggiore sensibilità da parte delle Forze dell’Ordine e della Magistratura nei riguardi di tali reati.
Un fenomeno, purtroppo, in ascesa, e in tutte le sue forme: fisica, sessuale, psicologica, economica e che vede l’ambiente domestico lo scenario dove padri, mariti, compagni ed ex partner usano violenza. Ad usare violenza, per il 93% dei casi non è, infatti, uno sconosciuto, bensì la persona che dovrebbe far parte della sfera affettiva, per questo troppo spesso “un assordante silenzio imprigiona questo fenomeno accentuandone la difficoltà di risoluzione”.
Come ha evidenziato D’Onofrio “la violenza contro le donne non va affrontata come un’emergenza, richiede azioni integrate, capillari e continue i cui costi sono comunque di gran lunga inferiori ai costi sociali ed economici necessari alla ricostruzione di vite segnate da questa esperienza”. “E’ necessario introdurre – ha proseguito il consigliere – una programmazione di interventi complessiva e durevole e che abbia come fine un cambiamento della relazione tra i generi”. Nonostante la gravità della situazione e le raccomandazioni del Consiglio d’Europa, dell’OMS, delle Nazioni Unite, a oggi, non esistono, a livello nazionale, programmi e piani per affrontare la violenza di genere in modo integrato e coordinato. L’unica realtà significativa sono i Centri antiviolenza. Per questo Pasquale D’Onofrio ha chiesto al sindaco di mettere in atto ogni iniziativa tesa a garantire il recepimento integrale della Convenzione di Istanbul, recentemente firmata dal nostro Parlamento e della convenzione NO MORE, in gran parte disattesa dal provvedimento legislativo 93 del 2013.
Il consigliere ha inoltre evidenziato che si devono “sostenere e ampliare progetti educativi nelle scuole; prevedere risorse da destinare ai Centri antiviolenza, e impegnarsi affinché agli stessi sia messa a disposizione una casa di accoglienza per donne maltrattate, oltre a rafforzare il ruolo dell’assessorato alle Pari opportunità con funzioni di coordinamento politico, per la creazione di una rete fra i vari soggetti che operano per combattere questo reato, in modo da sviluppare procedure e protocolli operativi che permettano azioni efficaci e integrate”.