L'11 aprile l'organo si autoriformerà. Come? Non è chiaro

SIENA. La Deputazione della Fondazione MPS il prossimo 11 aprile deciderà di completare l’opera avviata dopo la metà degli anni Duemila con un nuovo statuto autoreferenziale, come il precedente. La contabilità (che si potrà eseguire solo quando ci sarà il ricambio delle poltrone), arriverà a sfiorare i dieci miliardi di euro. Centoottantacinquemila euro a testa per ogni abitante del comune di Siena.
Eppure in vario modo tutti questi amministratori pubblici, che non hanno mai smentito le parole di Mancini, sono protagonisti delle prossime elezioni comunali. Così si sta facendo strada un’ipotesi di alternativa radicale, cioè che lo Stato assuma “il controllo temporaneo di una Fondazione che ha così palesemente fallito la propria missione: sarebbe la logica conseguenza del fatto che il solo cespite di rilievo della Fondazione è una banca che senza lo Stato sarebbe affondata”, come già scritto dal Corriere della Sera. Ma il tempo stringe e ogni esitazione potrebbe rovinare i piani portati avanti da Alessandro Profumo. Verso una strada ancora più ignota di quella che ha condotto banca e città fino a qui.
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