Oggi, 28 novembre, termina la produzione nello stabilimento che fu Ignis, Whirlpool e infine Beko
Testo e foto di Augusto Mattioli
SIENA. Aprile 1967: Aldo Moro, presidente del Consiglio dell’epoca, inaugura lo stabilimento di produzione di elettrodomestici di Guido Borghi, imprenditore proprietario della Ignis di Varese.
28 novembre 2025, 58 anni dopo, cessa la produzione della Beko, azienda turca del settore, che aveva rilevato l’azienda dalla Whirpool,
Chiude dunque l’unica azienda di proporzioni importanti per la città, presenza sensibile anche nella vita politica e sociale.
Ricordiamo, ad esempio, la presenza degli operai nella protesta forte del paese in occasione del rapimento e della morte di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse nel 1978. Così come nelle lotte operaie degli anni precedenti.
Per i 299 operai (e famiglie) che facevano parte della forza lavoro un forte cambiamento di vita. In 130 hanno accettato i 90 mila euro di incentivo per lasciare, in 160 andranno in cassa integrazione.
In attesa di una soluzione di reindustrializzazione nello stabilimento di viale Toselli, acquistato dalla società pubblica Invitalia e dal Comune di Siena, si chiudono le porte.




Gianani Bassani (ascolta la “confessione” ad Augusto Mattioli, qui sotto), dipendente da 27 anni, sindacalista Cobas, non pensa solo a sè e ci fa sapere un caso particolare di questa vicenda. “Due lavoratrici della mensa resteranno senza lavoro, perché sono legate al nostro destino. Da quello che ho capito la loro azienda non le colloca da nessun’altra parte. In tutto questo tourbillon politico – sindacale queste due persone sono rimaste fuori. Un pensiero va anche a loro”.
Fine della storia.






