Presentati due progetti Fami: Rivolare in rete e monitoraggio del Piano Nazionale di Integrazione
SIENA. Oggi nel Salone degli Arazzi del Palazzo del Governo si è riunito il Consiglio Territoriale per l’Immigrazione, presieduto dalla vicaria del prefetto Amalfitano, finalizzato alla presentazione di due progetti a valere su fondo FAMI. Un incontro informativo rivolto a tutti gli enti, che a vario titolo si occupano di tematiche relative ai cittadini extracomunitari.
La dr.ssa Belà, referente OIM per la Regione Toscana, ha illustrato il progetto denominato “RI.VOL.ARE in RE.TE”, che consente ai cittadini dei paesi terzi presenti sul territorio, di tornare a casa volontariamente e in maniera assistita. L’iniziativa progettuale prevede diversi tipi di sostegno, anche economico, elementi questi che possono rappresentare un incentivo importante per i migranti che hanno intenzione di ricostruire la loro vita nel proprio Paese.
Il secondo progetto, presentato dalla Cornacchia della Fondazione ISMU, riguarda il monitoraggio del Piano Nazionale di Integrazione e l’attività di indagine su diverse realtà migratorie a livello nazionale. Dopo una prima una prima fase sperimentale avviata nel 2024, che ha interessato la provincia di Siena, l’indagine a partire dal 2026, sarà estesa a tutto il territorio nazionale. La ricerca ha lo scopo fondamentale di allargare la conoscenza del fenomeno migratorio al fine di individuare puntuali indicazioni di politica e governo.
A conclusione dell’incontro il prefetto Valerio Massimo Romeo ha sottolineato l’importanza del consesso, che consente di individuare iniziative condivise per meglio affrontare il fenomeno migratorio. In tale occasione ha anticipato che a breve avrà luogo una riunione con sindaci, le associazioni di categorie e altre istituzioni, per determinare soluzioni alle difficoltà che hanno i titolari di Protezione Internazionale nel reperire un’idonea sistemazione alloggiativa, evidenziando l’imprescindibile necessità di individuare politiche di integrazione al fine di garantire condizioni di vita dignitose ai migranti che escono dal sistema di accoglienza nei CAS.






