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Giangiorgio Satragni SIENA. Uno dei massimi specialisti italiani di Richard Strauss, Giangiorgio Satragni, racconta il profondo legame che unì il grande compositore tedesco all’Italia. Durante la sua carriera, Strauss intrattenne infatti un intenso rapporto con il nostro Paese, che visitò più volte e che ebbe un ruolo determinante nella sua formazione artistica.
I primi viaggi risalgono agli anni Ottanta dell’Ottocento, quando il giovane musicista rimase affascinato dal paesaggio, dall’arte e dall’atmosfera mediterranea. Da quelle esperienze nacque nel 1886 il poema sinfonico Aus Italien, una sorta di diario musicale che traduce in suoni le impressioni del suo soggiorno romano e napoletano.
Negli anni successivi Strauss tornò più volte in Italia, trovandovi ispirazione e serenità creativa: qui compose, tra l’altro, parti di Don Juan e Der Rosenkavalier, e instaurò rapporti significativi con musicisti e istituzioni culturali italiane. L’Italia rimase per lui, per tutta la vita, un luogo di rinnovamento artistico e di profonda ispirazione spirituale.
Giangiorgio Satragni, tra i più autorevoli musicologi italiani, dedicherà a questo tema la conferenza “Strauss in Italia”, argomento che ha già approfondito in occasione della mostra Richard Strauss e l’Italia (Teatro Regio Torino – Allemandi, 2018), di cui è stato curatore e autore del catalogo trilingue. La sua attività di ricerca su Strauss è documentata anche dal volume Richard Strauss dietro la maschera. Gli ultimi anni (EDT, 2015), che ha contribuito a portare in primo piano la musicologia italiana dedicata al compositore bavarese.
Biografia
Giangiorgio Satragni ha compiuto gli studi superiori al Liceo Classico “D’Azeglio” di Torino e si è laureato con il massimo dei voti e la lode con tesi in Storia della musica nella Facoltà di Lettere e Filosofia all’Università di Torino, titolo equiparato alla Laurea Magistrale in Musicologia e Beni musicali.
Ha conseguito in seguito il dottorato di ricerca in Culture classiche e moderne (indirizzo Comparatistica) all’Università di Torino e in Musicologia alla Humboldt-Universität di Berlino, riportando le votazioni “ottimo” e “magna cum laude”.
Borsista nel 1997 presso il Dipartimento di Discipline Artistiche dell’Università di Torino, ha ricevuto nel 2004 e nel 2007 due borse dalla De Sono-Associazione per la musica per ricerche in Germania e in Inghilterra. Nel 2015 ha usufruito di una borsa di mobilità internazionale dell’Università degli Studi di Torino per ricerche all’Istituto di Musicologia della Humboldt-Universität di Berlino.
Ha insegnato Storia ed Estetica musicale al Conservatorio di Firenze (2009), è stato dal 2002 al 2012 professore a contratto di Storia della musica nella Facoltà di Ingegneria dell’Informazione al Politecnico di Torino, ateneo nel quale ha ricoperto dal 2011 anche la titolarità del corso integrato di Fondamenti tecnico-scientifici della musica.
È stato nel 2010 Visiting Professor in Musicologia alla Technische Universität di Dresda, nell’ambito del programma Erasmus LLP Docenti, sostenuto da una borsa dell’Unione Europea.
Dal 2016 al 2018 ha tenuto il corso di Filosofia della musica al Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna; nel 2019 ha insegnato Storia della musica per Didattica al Conservatorio “G.B. Pergolesi” di Fermo, dal 2020 al 2022 Storia della musica al Conservatorio “G.F. Ghedini” di Cuneo.
Dal 2022 è professore titolare di Storia della musica al Conservatorio “G. Verdi” di Torino.
Dal 2012 al 2018 è stato condirettore (nella funzione di Direttore responsabile) della rivista online di musicologia e comparatistica «Gli spazi della musica», edita dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino. Dal 2018 è membro del comitato scientifico del «Richard Strauss-Jahrbuch» di Vienna e collabora come referente per progetti con il Richard-Strauss-Institut di Garmisch-Partenkirchen.
Ha partecipato a convegni scientifici in Italia e all’estero, pubblicando regolarmente contributi su riviste specializzate, miscellanee o atti in Italia, Svizzera, Germania, Austria, Regno Unito. È autore, tra l’altro, dei volumi monografici Il “Parsifal” di Wagner. Testo, musica, teologia (EDT 2017), La modernità in musica. Dodici variazioni sul tema (L’Epos 2014), curatore della silloge Fulvio Vernizzi. Testimonianze sulla vita e sulla musica (VisualGrafika Edizioni 2009), dell’edizione moderna del volume Strawinski di Alfredo Casella (con Benedetta Saglietti; Castelvecchi 2016) e della raccolta Musica e cultura di fronte alla Grande Guerra (con Chiara Sandrin; Edizioni Dell’Orso 2016).
È critico musicale nazionale e internazionale del quotidiano «La Stampa» dal 1998; dal 1992 al 2020 è stato corrispondente del mensile specializzato «Amadeus». Ha in precedenza scritto sul mensile «Sipario» e ha lavorato per l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, conducendone anche le trasmissioni radiofoniche in diretta.
Per l’attività critica ha ricevuto nel 2002 il “Premio Orpheus d’oro”.






