L’opposizione denuncia la gestione poco efficiente dell’illuminazione pubblica
PIANCASTAGNAIO. Da gruppo consiliare Piancastagnaio Oltre il Ponte riceviamo e pubblichiamo.
“Verrebbe da dire: facciamo luce!
Dopo anni di disservizi e ritardi, con un impianto di illuminazione ben peggiore del precedente, l’opposizione denuncia ancora la gestione poco efficiente dell’illuminazione pubblica da parte della maggioranza che si affida a comunicati stampa fuorvianti. I salti mortali dei bollettini istituzionali non basteranno a mascherare la realtà: le criticità sollevate fin dal 2016 dalle minoranze e dagli stessi cittadini non sono state risolte e ora i nodi vengono al pettine.
LA REALTA’ DEI FATTI: nel 2016 il Comune di Piancastagnaio affidò in concessione a Terni Energia la gestione dell’illuminazione pubblica tramite Project Financing da oltre 3 milioni di euro. Il privato avrebbe messo la finanza e l’opera, il Comune avrebbe dovuto ottenere un impianto nuovo e efficiente, pagando canoni prestabiliti.L’opposizione contestò la scelta, chiedendo perché fosse stata scelta la forma della manifestazioned’interesse al posto del bando, criticando anche i costi elevati rispetto ad altri progetti simili. Si evidenziò che non c’era forse bisogno di rinnovare l’impianto anche nel centro storico, dove ancora vi era un apparato efficiente e sicuramente esteticamente più funzionale.
Ma gli appelli rimasero inascoltati e il progetto fu approvato dalla Giunta Vagaggini, peraltro con l’aggiunta di 200mila € per una videosorveglianza per ogni punto luce. Ciò che nei comunicati stampa senz’altro si tace è elemento però fondamentale: nel 2017, ben due verbali di collaudo, visionati dal Comune, attestavano la correttezza dei lavori, senza alcuna contestazione nel merito degli stessi. Si asseriva che Terni Energia, primo partner dell’opera, aveva adempiuto correttamente ai propri obblighi. Non è chiaro chi firmò i verbali di verifica: lo abbiamo chiesto e non abbiamo ancora ricevuto risposta.
LA SECONDA TAPPA DELLA VICENDA è stata la modifica del partner che avrebbe dovuto completare l’illuminazione, da Terni Energia si passava a Estra Clima. Questa successiva società, subentrando in corso d’opera, si era affidata a quanto attestato nei verbali di collaudo vistati dal Comune. Cioè che l’opera fin lì realizzata era conforme e non contestata dall’Ente. Ma i fatti hanno parlato diversamente facendo subito emergere criticità dell’impianto, come il mancato adeguamento normativo e la documentazione assente. Ed è qui che entra in scena il primo errore: Il Comune, nonostante i verbali di approvazione, smise di pagare i canoni a Estra. Questa scelta si è rivelata assolutamente sbagliata, sia perché ha pesato in maniera determinante su bilancio di una ditta privata, inasprendone le relazioni commerciali, sia perché ha inciso sulla manutenzione dell’impianto che, ovviamente, nessuna ditta ha voluto o potuto fare, causandone un ulteriore deterioramento di cui oggi se ne sostengono le spese.
LA CAUSA CONTRO IL COMUNE Estra clima è stata dunque costretta a far causa al Comune chiedendo il pagamento di € 541.802,52 di canoni scaduti oltre interessi moratori e spese. Ben due cause sono state dunque iscritte al Tribunale di Siena per somme da capogiro. Il giudice ha dovuto chiedere a un tecnico incaricato di analizzare la questione. Ebbene, oltre a varie altre problematiche, è emerso che anche gli iniziali lavori, già oggetto dei verbali di approvazione firmati, non erano stati correttamente realizzati. L’obbligo di adeguamento iniziale degli impianti spettava alla Terni Energia S.p.A e l’Amministrazione aveva visionato il verbale di collaudo positivo, attestando la regolare esecuzione dei lavori programmati. In definitiva la subentrante Estra Clima S.r.l. su questo collaudo aveva fatto legittimo affidamento.
LA TRANSAZIONE: oggi il Comune, costola della precedente giunta, ci vuol far digerire lo straordinario risultato. Dopo che il tecnico del Tribunale ha sollecitato una transazione. Dopo che anche il consulente legale ha suggerito calorosamente di battere in ritirata, il sindaco sbandiera la transazione raggiunta. Ma diciamocelo chiaramente: il Comune ha costretto alla genesi di una causa persa in partenza. Non poteva fare altro che transare, e anche velocemente. Ma quale straordinario risultato! Qui siamo di fronte a un fallimento: pagheremo esattamente almeno quanto ci era stato chiesto all’inizio, con l’aggiunta delle spese legali, della consulenza tecnica e dei ritardi, che abbiamo subito come cittadini nei nostri vicoli e chiassi bui. Dai nostri conteggi in definitiva, dal momento di approvazione dell’accordo al 31 gennaio 2026 il Comune pagherà circa 800.000: la cifra contiene l’importo oggetto dell’accordo, la quota del canone 2025 e i compensi per i professionisti. A questa somma, successivamente, andrà aggiunta la quota di manutenzione straordinaria a carico del Comune (tenuto conto che Estra Clima sopporta interventi fino al limite massimo di 6.885 € annui).
Ricordiamolo ai cittadini: eventuali interventi eccedenti tali somme saranno ancora a carico dell’Amministrazione Comunale. Davvero un risultato eccezionale!
Un accordo vantaggioso dunque solo per Estra, a riprova che la posizione del Comune era davvero indifendibile. Dovremmo solo dunque ringraziare Estra Clima, per averci permesso di far fagotto e mestamente ritararci da una causa che non avremmo mai dovuto ingenerare e proseguire. In Consiglio Comunale il Sindaco Capocchi ha riconosciuto che ‘non è tipo a cui piace litigare’. Bene, ma a garanzia futura di tutti noi cittadini, avremmo preferito che l’ammissione dell’errore passato fosse più chiara. Era o non era il vicesindaco? Lui e buona parte dei consiglieri di attuale maggioranza valutavano o no gli impegni assunti dall’Ente che rappresentano?
Ultima considerazione: abbiamo chiesto in Consiglio Comunale che fine faranno i certificati verdi che pare spettino a chi realizza impianti di efficientemente energetico. Nessuna risposta. Abbiamo anche chiesto che fine abbia fatto l’apparato di telecontrollo previsto e i punti di videosorveglianza per 200mila euro che erano accordati. Ancora silenzio. Forse chi ha scritto quei comunicati stampa ufficiali, si è dimenticato di rammentarli. O forse non era presente. Quello che noi invece non dimentichiamo è che già dal 2018 era stata avanzata una petizione popolare per sottolineare i problemi della vicenda: quando si dice i nodi vengono al pettine!”.






