La sezione sarà inaugurata domenica 26 ottobre alle ore 16
CHIANCIANO TERME. Una straordinaria selezione di canopi, urne funerarie antropomorfe risalenti al VII-VI secolo a.C., la più grande esistente al mondo dagli scavi alla necropoli di Tolle (1996-2011), sarà ospitata in uno spazio espositivo permanente completamente rinnovato, progettato per offrire ai visitatori un’esperienza immersiva e coinvolgente.
Sarà inaugurata domenica 26 ottobre alle ore 16, la nuova sezione del Museo Civico Archeologico di Chianciano Terme (Siena). I canopi, urne cinerarie caratteristiche della cultura etrusca, rappresentano una testimonianza unica dell’arte e della spiritualità di questo antico popolo. Trentadue volti che attraversano i secoli per raccontare la vita, la morte e l’identità di una civiltà antichissima. L’inaugurazione segna una nuova tappa del Progetto Etruschi 85/25, promosso dalla Regione Toscana con Fondazione Musei Senesi e Associazione Musei Archeologici della Toscana, che celebra l’antica civiltà, a quarant’anni dalle grandi iniziative del 1985, con un ricco programma di mostre, incontri, conferenze, laboratori e occasioni di confronto con i linguaggi del contemporaneo.
“Chianciano Terme rafforza il suo ruolo di custode della memoria etrusca, promuovendo la conoscenza e l’apprezzamento di un patrimonio unico al mondo” dichiara la Sindaca Grazia Torelli. “I canopi, capolavori di arte e simbolismo, ci raccontano la storia, la spiritualità e la maestria artigianale di un popolo che ha lasciato un’impronta indelebile nella nostra cultura. Questa nuova sezione non è solo un’esposizione di reperti, ma un viaggio immersivo che permette a tutti – cittadini, studiosi e visitatori – di scoprire e apprezzare la profondità della nostra storia. Desidero ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo progetto: gli archeologi, il personale del museo, le istituzioni e i tecnici comunali che hanno reso possibile questa iniziativa. Invito ognuno di voi a visitare questa straordinaria collezione, che non solo celebra il nostro passato, ma rafforza il nostro impegno per la cultura come motore di crescita e identità collettiva. La nuova sezione del Museo Archeologico è un dono alla nostra comunità e al mondo, un simbolo del nostro legame con le radici e della nostra visione per il futuro che ci restituisce anche un museo interamente e finalmente rispondente ai criteri di piena sicurezza”.
Alla cerimonia di inaugurazione “Echi di eternità: i volti degli etruschi si rivelano” interverranno Grazia Torelli Sindaca di Chianciano Terme, Michele Micheli assessore alla cultura Comune Chianciano Terme, Eugenio Giani, presidente Regione Toscana, Alessandro Ricceri presidente Fondazione Musei Senesi, Giulio Paolucci, Direttore del Museo Civico Archeologico, Ada Salvi funzionaria archeologa della Soprintendenza.
“Con grande soddisfazione salutiamo questa nuova tappa, la 13esima, del “Progetto Etruschi 85/25″ che ormai da mesi mette al centro del dibattito i musei archeologici della rete di FMS. La fortuna degli Etruschi continua ad essere protagonista e lo fa, come in questo caso, anche con l’apertura e il riallestimento di nuovi spazi, rendendo fruibili reperti e opere che vanno ad arricchire il già straordinario patrimonio archeologico e culturale del nostro territorio” aggiunge Alessandro Ricceri presidente Fondazione Musei Senesi.
I vasi antropomorfi erano deposti in tombe a ziro, a camera e a cassone, come ha testimoniato lo scavo della grande necropoli di Tolle, che ha restituito la collezione più numerosa e variegate fra tutte quelle esistenti. Per esaltare il rango del defunto potevano essere collocati su un sedile con alta spalliera in genere di terracotta e talvolta di pietra o di bronzo. Ad evidenziare maggiormente il carattere umano degli ossuari, i canopi venivano spesso avvolti in stoffe, trattenute da fibule di bronzo o di ferro con la la precisa intenzione di perpetuare usanze e costumi della vita terrena. L’antropomorfizzazione del cinerario intendeva restituire al defunto un’identità fisica, andata distrutta nel rogo funebre, ma ricostruita attraverso la notazione di generici tratti anatomici.






