"Con 600 milioni di euro di valore prodotto su 25.000 abitanti, il fatturato pro capite è di circa 24.000 euro a persona: un livello analogo a quello di molti distretti manifatturieri del Nord-Est"

di Pierluigi Piccini
AMIATA. Un territorio come l’Amiata, con circa 25.000 abitanti e 600 milioni di euro di fatturato annuo, si colloca tra i distretti territoriali di media dimensione più rilevanti dell’Italia centrale.
La cifra assoluta non è paragonabile ai grandi poli industriali del Nord, ma in rapporto alla popolazione e alla collocazione geografica rappresenta un risultato di eccellenza.
Con 600 milioni di euro di valore prodotto su 25.000 abitanti, il fatturato pro capite è di circa 24.000 euro a persona: un livello analogo a quello di molti distretti manifatturieri del Nord-Est e quasi doppio rispetto alla media delle aree interne italiane.
In termini di densità produttiva, l’Amiata si avvicina a realtà come il Casentino, la Val di Cornia o la Val Vibrata, territori che combinano industria, artigianato e servizi senza grandi concentrazioni urbane.
Il sistema economico amiatino è diversificato: la manifattura di Piancastagnaio e Radicofani convive con l’energia e l’ambiente di Santa Fiora, con la piccola impresa e il turismo dei centri grossetani, e con l’artigianato tradizionale di Abbadia.
È una struttura mista, capace di sostenere occupazione e reddito pur in assenza di grandi aziende multinazionali o infrastrutture logistiche avanzate.
In questo quadro, l’ENEL rappresenta un attore di rilievo strategico. La presenza della società, con gli impianti geotermici e le attività di produzione e ricerca legate all’energia rinnovabile, contribuisce in modo significativo al valore aggiunto territoriale. Oltre all’impatto diretto in termini di occupazione e indotto tecnico, l’ENEL sostiene iniziative di innovazione ambientale e collaborazioni con enti di ricerca e amministrazioni locali, consolidando l’immagine dell’Amiata come area di eccellenza nella transizione energetica italiana.
Nel panorama nazionale, i distretti con caratteristiche simili si collocano tra 400 e 800 milioni di fatturato complessivo: l’Amiata si inserisce perfettamente in questa fascia, distinguendosi però per la combinazione di manifattura, energia e agroalimentare, un equilibrio raro tra montagna e pianura.
Per le politiche pubbliche e di sviluppo, può essere considerato a pieno titolo un sistema produttivo locale (SPL) secondo la definizione ISTAT: un caso di sviluppo endogeno di successo, in cui la crescita economica nasce da reti di imprese, formazione e risorse territoriali.
Quella analizzata è tuttavia solo una delle fonti di reddito del territorio amiatino: il quadro complessivo comprende anche il contributo del settore pubblico, del turismo, delle pensioni e delle attività professionali e agricole di piccola scala.
L’obiettivo è descrivere la spina dorsale produttiva dell’Amiata, quella che sostiene il lavoro, l’occupazione e la qualità della vita, ma non esaurisce la complessità dell’economia locale.