"Certi ambienti politici e accademici si oppongono a qualunque progetto di sviluppo"

SIENA. Da Patto per il Nord Siena riceviamo e pubblixhiamo.
“Patto per il Nord Siena prende posizione di fronte alle recenti esternazioni di certi ambienti politici e accademici, che ancora una volta si oppongono a qualunque progetto di sviluppo reale per Siena e il suo hinterland.
È la solita storia: i rappresentanti di Potere al Popolo e certi esponenti del mondo universitario – a partire dal Rettore dell’Università per Stranieri, Montanari – si ergono a custodi di un’idea di città chiusa nel passato, dove si può solo vivere di burocrazia, impieghi statali e terziario. Da oltre sessant’anni, dai tempi delle battaglie ideologiche degli anni ’60, queste correnti osteggiano qualsiasi ipotesi di industrializzazione, bollando come “antisociale” ogni proposta di sviluppo produttivo.
Oggi la polemica si accende persino sulla reindustrializzazione dell’area ex Whirlpool di Viale Toselli, con il possibile arrivo di Leonardo al posto della Beko: un’opportunità di rilancio che rischia di essere affossata da chi continua a dire “no” a tutto ciò che non è loro ed è privato. Eppure Leonardo nel nostro territorio è già presente da anni sul Monte Amiata: ma questo, forse, ai compagni radical chic non viene in mente.
Sono sempre gli stessi: comunisti erano e comunisti rimangono, seppur oggi travestiti da sedicenti riformisti. E quando vogliono solo una certa tipologia di “lavoro”per il nostro territorio, il terziario, dimenticano che spesso dietro a quelle scrivanie ci si arriva grazie alle raccomandazioni degli amici degli amici, in virtù della cieca obbedienza politica o dell’appartenenza a gruppi e caste. È questo il modello che vorrebbero perpetuare: una città basata esclusivamente sulla famosa triade Monte – Università – Ospedale, cioè un’economia fondata solo su lavori statali e parastatali, senza apertura al mondo produttivo e industriale.
Al Rettore Montanari, infine, rivolgiamo un caloroso invito: si occupi della sua università e si disinteressi delle questioni politiche cittadine. In alternativa, se proprio sente l’urgenza di far politica a Siena, abbia la coerenza di rientrare nella sua Firenze e candidarsi lì, non di usare il ruolo accademico per intromettersi nei destini della nostra città.
Il futuro di Siena non può più essere ostaggio di un blocco ideologico che rifiuta la modernità. È tempo di dire basta”.