L’unico italiano in un palcoscenico internazionale. La memoria di Corrado Feroci, il “padre dell’arte moderna” in Thailandia

BANGKOK. La forza dell’arte italiana, capace di parlare a tutte le latitudini, ha trovato una nuova conferma in Thailandia, dove il pittore senese Carlo Pizzichini è stato protagonista della XIX edizione dell’International Art Festival and Workshop, ospitato presso la Poh Chang Academy of Fine Arts di Bangkok. Un evento di portata mondiale, che ha visto la partecipazione di 213 artisti provenienti da 19 paesi, chiamati a confrontarsi, condividere esperienze e realizzare opere in un contesto di scambio e dialogo tra culture.
Pizzichini è stato l’unico artista italiano invitato, a testimonianza del riconoscimento internazionale di una ricerca pittorica che da anni intreccia memorie storiche, spiritualità e visioni contemporanee. Il maestro senese, professore di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, ha portato in Thailandia il segno della propria identità artistica, ma anche la vitalità di una scuola che affonda le radici nella grande tradizione rinascimentale italiana e sa rinnovarsi nella contemporaneità.
L’esperienza thailandese è stata anche occasione di emozioni personali: tra i partecipanti, Pizzichini ha ritrovato alcuni ex studenti, già formatisi in Italia e oggi divenuti professori nelle accademie di Bangkok. Un passaggio di testimone ideale che conferma come la formazione artistica italiana continui a essere un punto di riferimento nel mondo, generando semi che fioriscono a distanza di anni e di luoghi lontani.
Tra i momenti più intensi del soggiorno, la visita all’Accademia Silpakorn, fondata nel 1943 dallo scultore fiorentino Corrado Feroci (1892-1962), conosciuto in Thailandia come Silpa Bhirasri. Trasferitosi a Bangkok negli anni Trenta, Feroci ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo delle arti moderne del Paese, al punto da essere venerato come un semidio e riconosciuto ufficialmente come padre dell’arte moderna thailandese.
La sua opera non si limitò alla scultura monumentale — tra le più celebri il Democracy Monument e il Victory Monument a Bangkok — ma si estese alla formazione di generazioni di artisti locali, attraverso l’istituzione accademica che ancora oggi porta la sua impronta.
Per Pizzichini, varcare le soglie della Silpakorn ha significato sentire un filo diretto con Firenze, la sua storia e la sua tradizione artistica, trapiantata e fiorita in Oriente grazie a Feroci. Una sorta di “ponte invisibile” tra Toscana e Thailandia, tra Rinascimento e modernità asiatica.
Durante il workshop internazionale, l’artista senese ha realizzato un lavoro che ha suscitato interesse e ammirazione, proprio per la sua capacità di unire elementi naturali, suggestioni storiche e linguaggio contemporaneo. La sua pittura, che spesso si ispira a simboli universali e a paesaggi interiori, è stata letta come un contributo originale al dialogo fra culture, confermando quanto l’arte italiana sappia ancora generare stupore, emozione e riflessione.
L’esperienza di Bangkok non è stata soltanto un capitolo importante nella carriera di Carlo Pizzichini, ma anche un’occasione per riaffermare il ruolo dell’Italia come terra di creatività inesauribile, capace di intrecciare passato e presente, memoria e innovazione.
Dal Rinascimento fiorentino di Corrado Feroci al contemporaneo senese di Pizzichini, la Thailandia ha accolto un’eredità che continua a rinnovarsi, testimoniando come l’arte sia, in fondo, il linguaggio universale più potente: quello che unisce i popoli al di là delle distanze geografiche e temporali.
Foto Carlo Pizzichini omaggia con i fiori la Statua di Corrado Feroci