
MILANO. L’assemblea degli azionisti di Mediobanca, riunitasi oggi con la presenza del 78% del capitale, ha respinto la proposta del Consiglio all’offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni ordinarie di Banca Generali. Il voto dei soci si è riflesso sull’andamento dei titoli a Piazza Affari, con Mediobanca che ha perso l’1,41% a 20,980 euro per azione e Banca Generali che è arretrata del 2,86% a 49,54 euro. I voti: favorevoli pari al 35% del capitale sociale, rappresentato per il 25% da investitori istituzionali (come Blackrock e Norges) e per il 10% da investitori privati; contrari pari al 10% del capitale sociale, sostanzialmente il gruppo Caltagirone; astenuti pari al 32% del capitale sociale, di cui il 20% Delfin, 5% Casse Previdenziali italiane (Enasarco, Enpam, Forense), 3% investitori istituzionali (Amundi, Anima, Tages), 2% Edizione Holding, 2% Unicredit. Unipol, invece, non era presente in assemblea avendo venduto la propria partecipazione del 2% circa a fine giugno, quando l’assemblea svoltasi oggi era fissata ancora per settembre.
Mediobanca, preso atto dell’esito della riunione, dichiara decaduta l’offerta su Banca Generali. “Desidero ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno creduto e sostenuto il processo di forte crescita e trasformazione di Mediobanca e che hanno supportato l’operazione Banca Generali come ulteriore e definitivo tassello nella creazione di un Wealth Manager di respiro internazionale. Un’opportunità mancata per effetto del voto espresso, in particolare, da azionisti che, anche nell’attività di engagement, hanno manifestato un evidente conflitto di interesse, anteponendo quello relativo ad altre situazioni/asset italiani a quello di azionisti di Mediobanca – ha commentato l’amministratore delegato Alberto Nagel -. Risulta, infatti, evidente dal voto che coloro i quali non si sono trovati in questa posizione si sono espressi a favore (mercato in primis), in linea con le raccomandazioni dei proxy advisors internazionali. Si tratta chiaramente di un’opportunità, per ora, mancata per lo sviluppo della nostra Banca e del sistema finanziario italiano. Continueremo a essere concentrati sull’esecuzione del nostro Piano “One Brand – One Culture”, convinti della superiore generazione di valore rispetto all’alternativa rappresentata dall’offerta di Mps”, ha concluso Nagel.
L’attenzione del mercato si sposta nuovamente e interamente sull’Ops di Mps per Piazzetta Cuccia, che ha già raggiunto il 19,42% circa di adesioni. Con il voto dell’assemblea di Mediobanca, infatti, salta una delle manovre che poteva ostacolare l’Ops di Siena, il cui termine scade l’8 settembre.