
di Red
SIENA. Si sta facendo un gran parlare di questo Ponte sullo Stretto di Messina e del toccasana che sarà per lo sviluppo economico della Calabria e della Sicilia. Un’opera che però rischia di rimanere una cattedrale nel deserto, un po’ come quel cavalcavia sulla superstrada Siena-Grosseto, nel rettilineo che precede l’uscita per Fogliano, che non ha una strada per attraversarlo su entrambi i lati…
Per realizzare il ponte sullo Sttetto ci vogliono 13,5 miliardi del 2025 tutti a carico dello Stato, quando il primo progetto del 2011 nell’era Monti aveva un costo stimato di 8,5 miliardi, che sarebbero stati coperti per metà da fondi privati.
Occorre fare una seria previsione di ricavi nell’arco di trent’anni per capire se l’Italia rientrerà mai dall’investimento con i pedaggi che dovranno pagare veicoli e treni che lo attraverseranno.
Allo scopo è stata realizzata da Unimpresa, una associazione imprenditoriale dichiaratamente vicina al governo, quali sono in proiezione i “numeri” che renderanno attiva la gestione del Ponte e sostenibile la sua manutenzione senza creare deficit all’Amministrazione pubblica.
Traffico veicolare: previsione di 25.000.000 di mezzi all’anno, 68.000 al giorno, comprensivo di traffico ferroviario merci e passeggeri. Secondo il Centro Studi di Unimpresa, il Ponte sullo Stretto di Messina potrebbe generare ricavi annui compresi tra 535 e 800 milioni di euro una volta operativo
Quali dati abbiamo in nostro possesso sull’attuale traffico che avviene annualmente tra Reggio Calabria e Messina?
Il servizio auto e passeggeri viene svolto attualmente con traghetti con un solo operatore in attività. Dai dati forniti da “Caronte e Tourist” si evince che il numero dei veicoli trasportati nell’intero 2024 pari a 3.000.000, oltre circa 1.000 treni su linee gestite da RFI. Il fatturato annuo di “Caronte e Tourist” è di 93,5 milioni di euro complessivi, e, anche se predominante, la Messina-Reggio Calabria non è l’unica tratta su cui lavora questa società.
Secondo Unimpresa i costi di gestione e manutenzione del Ponte sullo stretto saranno di 700 milioni di euro – e lo saranno indipendentemente dalla quantità di traffico che esso potrà mai generare – quando attualmente dall’attraversamento via mare da Villa San Giovanni e Messina si ricavano neanche 100 milioni di fatturato (l’utile dichiarato da Caronte e Tourist è di circa 16 milioni). Occorre tenere conto che negli ultimi anni si sta sviluppando un interessante traffico aereo: Catania è il quinto aeroporto italiano per traffico. Intuitivamente, partire da Milano in auto per fare le vacanze in Sicilia – o anche in provincia di Reggio – è un dispendio di tempo e denaro per coprire 1343 chilometri. Voler pensare di mettere i 12,3 milioni di passeggeri che transitano per Fontanarossa in automobile è semplicemente una idiozia.
In conclusione, si può credere che sul Ponte dello Stretto possano passare un giorno 25 milioni di veicoli all’anno, ovvero otto volte il traffico attuale? Sarebbe un’utopia bella e buona, se non un’arma di distrazione di massa e infatti la maggior parte dei dati che riportiamo non sono stati raccolti da alcuna organizzazione pro-ponte.
Se il governo vuole realizzare quest’opera inutile, tutti siano coscienti che dalla sua inaugurazione i 13,5 miliardi spesi non produrranno che 700 milioni all’anno di spese ulteriori per tenerlo in piedi. E che l’unico risultato concreto che avranno ottenuto probabilmente sarà che i 407 dipendenti di Caronte e Tourist dovranno emigrare per trovare un nuovo lavoro.