Busi: "Preoccupazione alta, ma attendiamo di capire i dettagli dell’accordo”. Rossi: "Chiediamo misure di intervento che sostengano il nostro vino nel mercato americano"

FIRENZE. “Se confermato, il dazio del 15% avrebbe un impatto molto pesante per il nostro comparto. Non possiamo nascondere la preoccupazione”.
A dirlo è Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, in relazione all’accordo commerciale siglato ieri tra Unione Europea e Stati Uniti d’America che prevede nuovi dazi al 15%.
“In questo momento – spiega Busi – dobbiamo stringere i denti e attendere di capire esattamente che cosa sia stato deciso: le notizie che arrivano sono frammentarie e servirà analizzare bene i dispositivi ufficiali e le modalità di applicazione”.
“Dalla prima lettura sembra che l’Europa abbia rinunciato a gran parte delle sue richieste. L’unica nota positiva che viene evidenziata oggi è che si era parlato di un possibile dazio al 30% e che quindi, in confronto, il 15% è una riduzione. Ma resta comunque un impatto pesante per le nostre aziende e per l’export del vino italiano”, conclude il presidente del Consorzio Vino Chianti.
Il presidente Andrea Rossi aveva già firmato una lettera aperta alle Istituzioni nazionali ed Europee
Dazi Usa: A.VI.TO. chiede intervento delle Istituzioni
Gli Stati Uniti per il vino toscano di qualità rappresentano il 37% dell’export e oltre 400 milioni di euro in valore annuo, il secondo mercato per esportazioni. Rossi: “Chiediamo misure di intervento che sostengano il nostro vino nel mercato americano, che ci permettano di aprirci ad altri mercati e un alleggerimento dell’OCM vino”

Presidente Andrea Rossi
“I dazi imposti dagli Stati Uniti rappresentano un evento negativo per il nostro settore e si ripercuoteranno in maniera importante sui consumi e quindi sulle economie delle nostre aziende che operano su uno dei settori strategici della Toscana, ma anche del Paese”. È quanto afferma Andrea Rossi, presidente di A.VI.TO. l’Associazione Vini Toscani DOP e IGP, in rappresentanza dunque di 24 Consorzi di Tutela del vino toscano, e del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano.
In particolare, l’associazione toscana del vino ribadisce l’importanza di un intervento strutturale da parte del Governo e delle Istituzioni affinché mettano a disposizione risorse straordinarie per fare fronte a questo nuovo e importante cambiamento. “Chiediamo inoltre una maggiore flessibilità sugli strumenti di promozione, a partire dall’OCM; quindi, pensare insieme al mondo produttivo a nuove strategie e investimenti in nuovi mercati cercando una integrazione rispetto a quello statunitense”, ancora Rossi che ricorda come questa nuova variabile faccia seguito ad altre intervenute negli scorsi anni.
“Veniamo da cinque anni molto condizionati da eventi di vario genere: prima la Pandemia, poi il picco dei costi energetici, l’aumento incondizionato dei tassi di interesse, la peronospora, tutti eventi non controllabili e non prevedibili da parte dei produttori che hanno cercato comunque di reagire, ma a questo punto è doveroso chiedere alle Istituzioni di sostenere con interventi straordinari un settore così importante, quale quello del vino”, conclude Rossi che nei giorni scorsi aveva firmato una lettera indirizzata ai ministeri italiani di competenza, ai negoziatori europei, alla Regione Toscana e ai presidenti di Federdoc e Unione Italiana Vini, per chiedere attenzione e sostegno per le imprese vitivinicole toscane sulla questione dei dazi nuovamente annunciati dal Governo Trump. Il mercato Usa per il vino toscano rappresenta il 37% dell’export con un valore medio annuo di oltre 400 milioni di euro.
Nella lettera di A.VI.TO. venivano indicate anche possibili misure per alleviare il carico dei dazi alle imprese, al fine di favorire lo sviluppo di mercati alternative agli Stati Uniti, come ad esempio accelerare la ratifica di accordo di libero scambio attraverso il Mercosur e di eventuali altri accordi internazionali, oltre anche alla necessità di semplificare l’utilizzo di fondi OCM ormai appesantiti dal forte peso burocratico richiesto.
Costituita nel 2016, A.VI.TO. rappresenta il primo organismo unitario di rappresentanza della vitivinicoltura toscana di qualità. Attualmente vi aderiscono 24 Consorzi di tutela, per circa 6.000 imprese e poco meno di 60.000 ettari di vigneto con una produzione che, nel 2024, ha raggiunto circa 260 milioni di bottiglie. La Toscana del vino, con un totale di 58 Vini DOP IGP, è la Regione numero 2 in Italia. A livello economico, secondo le ultime stime dell’Osservatorio Ismea-Qualivita, il settore del Vino DOP IGP in Toscana vale 1164 milioni di euro.
I Consorzi che fanno parte di A.VI.TO. rappresentano le seguenti denominazioni toscane: Bianco di Pitigliano e Sovana, Bolgheri e Bolgheri Sassicaia, Brunello di Montalcino, Vino Chianti Classico, Chianti Colli Fiorentini, Chianti Colli Senesi, Vino Chianti, Chianti Rùfina, Vini delle Colline Lucchesi, Morellino di Scansano, Vino Nobile di Montepulciano, Vini di Carmignano, Vini Cortona, Vini Montecucco, Vino Orcia, Valdarno di Sopra DOC, Vino Vernaccia di San Gimignano, Vini della Maremma Toscana, Vino Toscana, Vini Valdichiana, Vini Terre di Pisa, Suvereto e Val di Cornia Wine, Vini Terre di Casole, Vino Pomino.