Scelte chiare, sanzioni più dure e una revisione dei tagli

AMIATA/VALDORCIA. I Comuni dell’Unione Amiata Val d’Orcia, Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio, San Quirico d’Orcia, Radicofani e Castiglione d’Orcia, sono insieme per difendere il valore ambientale, turistico e identitario dei boschi del territorio.
È stata approvato, infatti, pressoché all’unanimità (con l’astensione del consigliere Cresti dí Rifondazione comunista di San Quirico) l’ordine del giorno presentato dai consiglieri Forti e Carli e dal sindaco Niccolò Volpini di Abbadia San Salvatore, in cui si afferma che le attuali modalità di intervento per il taglio del bosco e lo smacchio, comportano frequenti danni da parte delle ditte esecutrici sia sui sentieri che sui terreni oggetto di intervento, con un consistente impatto visivo durante tutto il periodo del cantiere, che va a penalizzare la fruizione turistica della foresta.
L’importante atto recepisce una diffusa critica sulle modalità attualmente attuate ed è portatrice della richiesta di una revisione delle attuali pratiche selvicolturali, con particolare attenzione alla tenuta di Abbadia San Salvatore, la più estesa e produttiva dell’intero comprensorio.
Con questa decisione l’Unione si impegna nella definizione di un nuovo Piano di gestione globale, da rendere eseguibile con urgenza, che garantisca e tuteli insieme alla funzione produttiva della foresta, anche la sua funzione turistico-ricreativa, la difesa idrogeologica e dell’intero ecosistema, con un adeguamento alle norme regionali e ai Piani strutturali vigenti nei Comuni.
Parte da queste considerazioni la proposta di avviare rapidamente un percorso che porti verso la cosiddetta “foresta modello” e cioè un territorio forestale definito, da difendere, scoprire, promuovere e migliorare, garantendo la sua gestione sostenibile attraverso lo scambio di buone pratiche ed esperienze.
L’iniziativa dell’Unione Amiata Val d’Orcia vuole essere da stimolo per tutto il comprensorio dell’Amiata, versante senese e grossetano, anche perché prevede di richiedere all’assessore regionale competente la modifica delle normative vigenti sui controlli e sulle sanzioni. Con l’ordine del giorno viene, infatti, invitata la Regione a valutare eventuali misure di attenzione nelle modalità dei tagli (come il periodo temporale dei tagli) in considerazione del fatto che il patrimonio selvicolturale rientra interamente o in gran parte all’interno del Parco Nazionale Museo delle Miniere dell’Amiata.