Tabolli appassiona con il viaggio archeologico paragonato a una danza

SIENA. Autorità, cittadini e soci hanno riempito l’aula magna dell’Accademia dei Fisiocritici per l’inaugurazione del suo 335° anno di attività. Nella relazione inaugurale il presidente Giuseppe Manganelli, appena rieletto al suo terzo mandato, ha restituito a tutti qualche tratto saliente del triennio appena concluso e delineato le direttrici su cui orientare il prossimo.
«L’intensa attività degli ultimi anni indica chiaramente due direzioni da percorrere e da sviluppare perché rappresentano la vera vocazione di questa Accademia: la prima è il forte radicamento locale: l’Accademia deve continuare a uscire, dialogare con il territorio a vari livelli, con soggetti istituzionali, scientifici, associativi, di vario genere, e anche direttamente con i cittadini, per dare un contributo alla dimensione culturale ma anche a quella sociale, all’educazione e alla conoscenza ambientale. La seconda è la dimensione internazionale, una dimensione che è nella storia di questa Accademia e che va oggi resa più evidente, sia con l’attività scientifica, sia con l’attrattività turistica».
Occorre in particolare potenziare l’identità del Museo in modo da creare partecipazione e interazione rendendolo un luogo sempre più accessibile, accogliente, inclusivo e attento ai bisogni di tutte le persone, in particolare giovani, over 70 e diversamente abili. Il Museo di Storia Naturale dell’Accademia non è infatti solo un percorso espositivi utile per la divulgazione: è anche un gigantesco archivio di dati a disposizione dei ricercatori di tutto il mondo e al contempo un centro di ricerca che studia l’ambiente circostante e che sensibilizza il pubblico di ogni età verso tematiche attuali ed impellenti (sostenibilità, cambiamenti climatici, conservazione di specie ed habitat): le attività museali possono così avere un impatto diretto anche sullo sviluppo di politiche gestionali da parte delle amministrazioni, come dimostra il progetto Siena BiodiverCity.
Con la sua prolusione dal titolo “Dance then wherever you may be: archeologia tra decolonizzazione e sostenibilità” il fisiocritico Jacopo Tabolli, etruscologo e professore di Archeologia preromana ed Etruscologia all’Università per Stranieri di Siena, fra i protagonisti delle sensazionali scoperte di San Casciano dei Bagni, ha appassionato il pubblico paragonando il viaggio archeologico ad una danza.
«Si tratta di una sorta di viaggio – ha esordito Tabolli – una “danza” all’interno dell’archeologia del territorio. Di fronte alle difficoltà costanti per portare avanti la ricerca, la tutela e la valorizzazione, ma più in generale per la sfida costante che pone l’educazione al patrimonio culturale, quello che oggi racconto è un equilibrio tra la decolonizzazione del patrimonio – l’idea che la ricerca non è qualcosa che si porta ai territori ma qualcosa che nasce dai territori -, e la sostenibilità, cioè delle molteplici strategie che fanno sì che il nostro futuro preveda il passato».
La prospettiva di “decolonizzazione”, ha affermato l’etruscologo, nasce dall’aspetto di ricerca partecipata, di autotutela del patrimonio e ponendo l’accento sul rapporto tra le comunità e il loro patrimonio culturale, ovunque esso sia, e dovunque siano ricercatori e ricercatrici. Ecco spiegato il perché del titolo tratto da “Lord of the Dance”, un famoso brano di Sydney Carter, del 1963, reso celebre come ballata dai Dubliners. È in questo contesto che Tabolli ha presentato le novità del santuario etrusco e romano del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni: «una danza anche all’interno del deposito votivo che fu etrusco e poi romano, ma anche etrusco e romano assieme, dove le offerte votive legano cura e aspettative, in una sintesi culturale che va al di là della materialità e che racconta di mondi aperti e accoglienti».
Al termine della cerimonia l’esibizione del Gruppo Polifonico Madrigalisti Senesi, che ha entusiasmato i presenti. Il coro, nato 75 anni fa e dal 1992 diretto dalla fisiocritica Elisabetta Miraldi, è specializzato nello studio della polifonia rinascimentale sacra e profana ma spazia dal canto gregoriano alla lauda, dalla polifonia classica antica, alla coralità romantica e moderna.
La cerimonia di apertura dell’anno fisiocritico era stata preceduta da un momento che da secoli si ripete: la consegna dei diplomi per i nuovi associati. Quest’anno sono stati ventuno: Matteo Alunni Biagiotti, Debora Barbato, Arianna Bellingeri, Giulia Bernardini, Marco Bianchini, Giorgio Bianciardi, Daniela Braconi, Luca Cilibrasi, Alessandro Cresti, Roberto Cuomo, Sandro D’Ascenzi, Ugo De Carolis, Valter Fraccaro, Attilio Galiberti, Michela Geminiani, Laura Governini, Giacomo Lazzeri, Stefania Lamponi, Serena Marchi, Maurizio Masini, Marina Rocchigiani.