Aurelio Ponzoni, per tutti Cochi, protagonista con il suo libro al MaM, sabato 10 maggio

MONTERIGGIONI. C’è un filo sottile, fatto di ironia, musica, teatro e memoria, che attraversa sessant’anni di cultura e intrattenimento in Italia. Un filo che passa per Milano, i cabaret anni Sessanta, la televisione che cambia, il cinema d’autore, le amicizie indimenticabili, i sodalizi artistici che hanno fatto epoca. Questo filo si chiama Aurelio Ponzoni, per tutti Cochi, ed è lui il protagonista assoluto dell’incontro che si terrà sabato 10 maggio, alle ore 18:00, presso la suggestiva Sala Ildebrando di Abbadia Isola (Monteriggioni), all’interno del ciclo culturale “INCROCI”, curato dall’Assessorato alla Cultura con Matteo Marsan e Dario Ceccherini. L’ingresso alla serata è subordinato a una consumazione presso il BarMaM, l’elegante bar del Museo, al costo di 6 euro. Per informazioni e prenotazioni, è possibile scrivere a info@monteriggioniturismo.it o contattare il numero 0577 304834.
L’occasione è la presentazione del libro “La versione di Cochi” (Baldini+Castoldi, 2023), autobiografia sincera, ironica, sorprendente e intensamente umana, scritta con la complicità del giornalista Paolo Crespi. Non una semplice raccolta di aneddoti, ma un racconto vero, vivido, capace di attraversare generazioni e registri, così come ha fatto il suo autore lungo l’intero arco della sua carriera. Cochi Ponzoni non è soltanto la metà del duo leggendario Cochi e Renato: è un attore raffinato, un uomo di cultura, un osservatore acuto della società italiana, capace di alternare con grazia e disincanto ruoli teatrali complessi, apparizioni televisive cult e interpretazioni cinematografiche intense. In questo memoir racconta tutto, a partire dai ricordi d’infanzia, vissuti nella Milano della guerra e del dopoguerra, fino agli anni della giovinezza, alle prime esperienze nei locali off, ai giorni incandescenti del Cab 64 e del Derby Club, fucine del miglior cabaret italiano.
Sfogliando le pagine de La versione di Cochi, si incontra una galleria di personaggi straordinari: Renato Pozzetto, ovviamente, amico fraterno e compagno d’avventure sin dai banchi di scuola; Enzo Jannacci, spirito libero e cuore pulsante della Milano più creativa; e poi Bruno Lauzi, Lino Toffolo, Felice Andreasi, Teo Teocoli, artisti unici che insieme a Cochi hanno costruito un’epoca, forse irripetibile, di comicità surreale, colta e irresistibile. Senza dimenticare i grandi nomi del mondo dell’arte come Lucio Fontana e Piero Manzoni, che Cochi frequentava in gioventù in una Milano viva e piena di fermento. È anche un prezioso affresco della sua carriera cinematografica, spesso vissuta lontano dai riflettori più mediatici, ma sempre di grande qualità: dal debutto con “Cuore di cane” di Alberto Lattuada, fino alle collaborazioni con registi come Dino Risi, Mario Monicelli, Alberto Sordi, Salvatore Samperi, Francesca Archibugi, Fausto Brizzi, passando per ruoli che hanno saputo coniugare ironia e profondità. Una carriera autonoma, coraggiosa, che merita – e trova in questo libro – il giusto riconoscimento. “Un diario da lasciare alle mie figlie, così che mi conoscessero un po’ di più”, scrive Cochi, ma è anche un dono per tutti noi, spettatori e lettori, che attraverso queste pagine possiamo ritrovare il senso più autentico del mestiere dell’attore: essere testimoni del proprio tempo, con grazia, coraggio e sensibilità.
Non mancano gli aneddoti: tantissimi, gustosi, talvolta irresistibili. Come quando Cochi e Renato scombussolarono la Canzonissima del 1974, accanto a Raffaella Carrà, portando in prima serata una comicità surreale e poetica, che ancora oggi è rimasta insuperata. O come quando, nei camerini del Teatro Nuovo di Milano, tra battute e prove, nasceva la magia di uno spettacolo che avrebbe lasciato il segno. Cochi Ponzoni si racconterà dal vivo, con la sua inconfondibile ironia, in un dialogo tra memoria e presente, una narrazione viva di un pezzo di storia dello spettacolo italiano che ha saputo essere, al tempo stesso, popolare e profondamente autoriale.