La Commissione riterrebbe le scelte in contrasto con le regole comunitarie

“Ci sono soluzioni alternative, ma potrebbero richiedere una modifica della norma primaria”, cioè l’articolo 23-decies della legge sulla spending review. Il decreto sui Monti bond prevede che se il Mps non ha i soldi per pagare le cedole sui Monti Bond, in ipotesi 340 milioni l’anno se la cedola fosse del 10%, deve emettere nuove azioni a favore del Tesoro; la Commissione europea sarebbe conrtaria “all’obbligo di pagare le cedole con azioni per una quota del patrimonio netto nel caso il bilancio della banca si chiuda in perdita”. L’attuale quotazione di 20 centesimi ad azione, concede a MPS un valore di Borsa pari a circa 2,4 miliardi, un quarto dell’intero patrimonio netto di gruppo (10 miliardi a fine settembre). Nel caso che il parametro per pagare in azioni le cedole fosse il patrimonio netto, il Tesoro in un anno di mancato pagamento cash avrebbe una quota vicina al 3,5%. Ma alle quotazioni attuali, se il parametro fosse il prezzo di mercato, la quota per il Tesoro sarebbe vicina al 15%. In definitiva, secondo i tecnici della Ue, il Tesoro pagherebbe quindi una specie di “premio” per salvare la banca accettando azioni al valore di libro invece che al valore di mercato. Uno scenario in contrasto con le più recenti regole europee sugli aiuti di Stato alle banche indicate dalla Commissione, che chiede ai Paesi membri di limitare gli interventi “al minimo necessario” e di evitare “indebite distorsioni della concorrenza” (comunicazione 8744 del 2011, in vigore da gennai0 2012.