La Borsa pare disamorata, il Parlamento vincola i contributi, i dipendenti che sanno e non sanno nulla
di Red – foto di Corrado De Serio
SIENA. 0,1685. Nuovo minimo storico record toccato nella mattinata di martedì da Banca MPS, di cui si ignora il trend, se ulteriormente ribassista o meno. Un momento decisamente negativo per tutto il comparto bancario alla borsa di Milano. Sarà stata anche snobbata Moody’s dagli investitori, come dicono alcuni, ma i riflettori rimangono accesi su Rocca Salimbeni e il piano industriale a cui crede sempre meno gente, a giudicare dalle performance del titolo. Si è già detto fino alla noia che i downgrade delle agenzie di rating arrivano sempre troppo tardi, a certificare situazioni ormai ben conosciute dai mercati. E la conferma, attraverso quello subìto dal comune di Siena, non impressiona. Che il bilancio proposto dalla giunta uscente Ceccuzzi avesse “aggiustamenti tecnici assortiti” era cosa nota ed evidente dalla lettura, che confidasse su quattrini di incerto arrivo pure. Troppi dipendenti rispetto al numero degli abitanti, un fatto che in Sicilia sta portando allegramente al fallimento della Regione.
Nella discussione sulla legge che renderà fattibile la manovra dei cosidetti Grilli bond – che andranno in sostituzione dei vecchi Tremonti bond non più attuali nè remunerativi per lo Stato come si sono dimostrati – arrivano interessanti novità dal Parlamento. Sta per arrivare finalmente un periodo di austerità anche per i dirigenti del Monte dei Paschi. La Commissione Bilancio e Finanze del Senato ha votato nella mattinata di oggi (19 luglio), alla conclusione dell’esame sul decreto legge dismissioni che comprende anche gli aiuti di stato indiretti per MPS. L’ipotesi di imporre un periodo di austerity per gli amministratori di Rocca Salimbeni è stata approvata. Con alcuni emendamenti presentati: Lega Nord e Italia dei Valori hanno chiesto che MPS indichi nel piano industriale uno stop alle stock option per gli amministratori. Ampio consenso pare venire da Pdl e Pd in sede di votazione finale, come spiegato da un relatore al decreto, Cosimo Latronico del Pdl. Sanzioni da 2.500 a 129mila euro per la banca, se inadempiente: l’idea era buona, ma l’hanno realizzata “all’italiana maniera”. Poi il decreto dismissioni sarà probabilmente accorpato a quello sulla spending review per velocizzare l’iter di conversione in legge. Da par suo, l’a.d. Fabrizio Viola “prepara” la cura dimagrante per i cda delle controllate di Mps. Nel prossimo board di giovedì 26 luglio si dovrebbe deliberare la riduzione al minimo dei consiglieri, la riduzione dei compensi unitari e l’aumento della presenza dei dirigenti Mps all’interno dei consigli “con un beneficio a livello consolidato, in quanto i compensi pagati dalle controllate vengono riversati alla capogruppo”, come scrive Milano Finanza. Tutto ciò mentre i dipendenti continuano a non sapere chi e come attraverso l’operazione “Esternalizzazione centro Operativo” verrà mandato via dalla ex banca della città (alto tradimento morale).