Il titolo MPS realizza la peggior performance borsistica della storia

di Red – foto di Corrado De Serio
SIENA. Titolo MPS -4,01% a euro 0,1843 nuovo record negativo in borsa. In attesa di mettere a punto gli ultimi dettagli per soddisfare le richieste patrimoniali avanzate dall’EBA, la governance della banca ha fissato al 26 giugno la presentazione del nuovo piano, mentre dopo 4 giorni arriverà la risposta dell’authority europea. Ieri l’amministratore delegato Fabrizio Viola, presente al Banking Day organizzato da Milano Finanza, ha parlato dei tanti fronti aperti del Monte.
Piano cessioni: si conferma quella del 60% di Biverbanca. In gara per rilevare la quota ci sono la Popolare di Vicenza e la Cassa di Risparmio di Asti e, ma l’Ad non ha confermato, nelle casse senesi dovrebbero finire circa 200 milioni di euro.
Marchio Antonveneta: “Sportelli? Vediamo. Ma il marchio di per se stesso non è oggetto di trattative”; ricordiamo che nelle ultime settimane erano circolate voci di un interessamento da parte di Deutsche Bank e BNL per circa 200 sportelli dell’istituto padovano. Co.Co.Bond: secondo indiscrezioni di stampa, MPS potrebbe emettere questo tipo di obbligazioni per una cifra compresa tra 700 milioni e 1 miliardo di euro; comunque Viola ha dichiarato che non c’è ancora niente di definito. Comprendendo che il tempo stringe l’Ad del Monte ha voluto sottolineare la costante collaborazione con la Banca d’Italia: “Stiamo parlando con Bankitalia e con l’Eba non abbiamo rapporti. Teniamo rapporti con l’organo di vigilanza nazionale. Con Bankitalia c’è sempre un atteggiamento collaborativo reciproco. Lavoriamo bene, andiamo avanti in questa direzione”.
Assicurazioni sullo situazione di liquidità di Rocca Salimbeni, definita in equilibrio grazie anche alle due aste LTRO effettuate dalla Banche centrale europea a fine 2011 e ad inizio di quest’anno. “Gestiamo con attenzione sia la raccolta che gli impieghi. Problemi a breve non ce ne sono. A medio termine non è tanto un tema di problema quanto la necessità di trovare una linea che gradualmente porti ad una riduzione di quello squilibrio commerciale, peraltro caratteristico di tutto il sistema bancario italiano, che è quello di avere un livello di impieghi commerciali decisamente superiori alla raccolta commerciale. Un tema che dovremo affrontare e risolvere a medio termine”.
Per una volta la parola tocca esclusivamente all’ amministratore delegato, mentre il mercato sembra non concedergli alcuna fiducia. Forse un passo obbligato, se è vero che potrebbero così crearsi le condizioni per l’arrivo di un nuovo socio forte.