Sul tappeto l'assoluta incoerenza dell'Eba

di Red
SIENA. Della Borsa teniamo presenti per la valutazione solo i valori espressi “a bocce ferme” dopo le 17:30 e l’analisi fatta per periodi di almeno una settimana. Non ha impressionato l’asta di volatilità del mattino con un teorico 4 in meno a 0,19 euro per azione del titolo MPS, che poi ha chiuso a +0,25% a euro 0,1975: in fin dei conti la cattiva politica non ha fatto grossi danni, né a Siena né nel mondo. L’Ungheria ha abbassato la testa, la Merkel ci sta arrivando, Sarkozy si affanna per la rielezione (per cui poco di quello che dice oggi è credibile, ma solo in funzione dei sondaggi). Ai senesi rimane solo il portafoglio pieno di BTp. Titoli decennali che per misteri che in teoria riguardano i mercati oggi sono in forte perdita, come se qualcuno sapesse che al loro scadere possano non venire onorati: almeno questo è il pensiero dell’Eba, e sospettiamo che sia un pensiero politico.
Il dado è tratto. Finalmente l’aumento di capitale Unicredit, con il suo andamento bislacco, ha fatto sorgere il dubbio che i cinesi siano arrivati a Piazza Cordusio e, tramontata definitivamente l’era delle Fondazioni che facevano il bello e cattivo tempo con una partecipazione comunque limitata, la banca sia veramente a disposizione dei mercati e della contendibilità. Tutte cose naturalmente estranee alla cultura senese. Nei numerosi commenti che sono seguiti in questi giorni agli articoli di finanza pubblicati sul cittadinoonline.it è ricorrente lo stupore per l’apatia che dimostrerebbero i senesi nel leggere in che condizioni sia finito il Monte.
Si stanno diffondendo report che per la prima volta fanno notare che banca Monte dei Paschi di Siena potrebbe riuscire, con le misure che sta adottando e con un nuovo management sul ponte di comando (bocconiano non mangia bocconiano, si presume), a evitare la tagliola della ricapitalizzazione. Lo scoglio è realizzare un prezzo veramente congruo dalla valorizzazione di asset immobiliari e dalla vendita di una bella fetta di Consum.it, che per la verità ci viene raccontata come ceduta al miglior offerente da almeno un anno, e sembra sia come “la bella dalle lunghe ciglia” (tutti la vogliono e nessuno la piglia). Se così fosse, le perdite di valore di questi giorni, dovute proprio ai timori di nuovo aumento di capitale con forte sconto come quello di Unicredit, si dovrebbero recuperare nel breve periodo: la prima presentazione del piano di adeguamenti al diktat Eba deve scattare entro il 20 gennaio.