Dopo la trappola del covenant, i banchieri italiani si sono fatti furbi

di Red
SIENA. Sembra che si mettano d’accordo per dare ai mercati lo zuccherino un giorno e le bastonate il giorno seguente. Così per cominciare bene la settimana, visto che venerdì non era andata così male, ci si è messo Mario Draghi presidente della Bce, a veder nero e a disegnare scenari di alta incertezza per l’Eurozona. Unica nota positiva il futuro della moneta unica: “Non ho dubbi sulla forza dell’euro, sulla sua permanenza e sull’irreversibilità “, ha rimarcato ed ha aggiunto: “Molti, soprattutto fuori dall’Eurozona, passano il tempo in speculazioni morbose e continuano a delineare scenari catastrofici, ma noi continuiamo a sostenere che non accadrà mai”. Le borse non hanno tratto vantaggi dalle dichiarazioni di Draghi e sono andate in negativo. Il comparto bancario nazionale si è diviso, da un parte segno + per Intesa e Unicredit, cioè la banca meno esposta ai venti della speculazione e quella che ha deciso un aumento di capitale da 7,5 miliardi che la metterà in porto “quasi” sicuro.
Piccola digressione su Unicredit: ci sono forti pressioni sulle numerose Fondazioni che finora hanno gestito la governance della banca affinché si indebitino per coprire la loro percentuale di aumento di capitale, storia ormai famosa. Ma il fantasma dell’analoga operazione già fatta dalla Fondazione MPS rende tutti più prudenti. Finirà che invece di un covenant alla Mancini firmeranno un prestito, garantito da pegno sulle nuove azioni protetto da un’opzione put.
Invece, per tornare alla giornata borsistica, gli istituti di credito più esposti hanno virato in territorio negativo, con Monte dei Paschi -2% a euro 0,2542. Che dire? Il presidente della Bce spinge i finanziamenti alle banche europee all’1%, garantiti “anche” da titoli di stato. Cosa significa? Che per esempio MPS, il prossimo anno, dovrà rifinanziare nuovi BTp che andranno a rinnovare il portafoglio attuale. Che saranno garantiti molto più di quelli attualmente detenuti, che l’Eba ha considerato “tossici”. Siccome il rinnovo sarà automatico, altrettanto automaticamente quelli detenuti ora – che verranno cambiati per una scelta di politica economica – ritornano di fatto buoni come il loro valore di emissione. Senza che nessuno lo abbia detto. Ma Draghi, se a Rocca Salimbeni hanno letto bene l’intervento al Financial Times, vuole la diversificazione degli asset procurati con questo finanziamento, che dovrebbe, nelle sue intenzioni, ripristinare la fiducia nel mercato interbancario, cruciale per il recupero della liquidità degli istituti di credito. Ha parlato di obbligazioni e crediti cartolarizzati, per fare gli altri due esempi. I vertici di MPS dovranno agire per riportare equilibrio anche in queste fonti di finanziamento e operatività della banca. Quell’equilibrio perduto correndo dietro ai Bot e i BTp che Tremonti chiedeva senza imbarazzo di comprare a iosa (trovando sponda nella banca, non vorremmo sentire fra qualche giorno, dopo l’outing finanziario di Mancini sulla Fondazione, quello eventuale di Mussari: “ho comprato BTp perché me l’hanno ordinato!”), che ha provocato la corsa alle obbligazioni vendute alla clientela della banca a piene mani.
E in quanto al deterioramento dei crediti, stendiamo un velo pietoso sulle azioni finanziarie senza né capo né coda, che cominciano da Baldassini-Tognossi-Pontello di Fusi e finiscono a Risanamento di Zunino. La stessa Bce nel weekend ha pubblicato un report che denuncia come nell’Eurozona la percentuale di crediti a rischio a giugno 2011 per le 4.700 banche presenti nell’area sia cresciuta dal 25 al 27% del loro capitale, rispetto alla metà del 2010. Negli USA, invece, verificato che ben 92 istituti di credito sono falliti in quest’anno che volge al termine, la Fed sta per presentare un piano di riordino del settore che prevede l’applicazione alle banche americane delle regole europee di Basilea 3, almeno per quelle dalle dimensioni tali da far tremare il mercato in caso di fallimento. Buona idea, bisognava pensarci nel 2008 e tutto quello che succede in questi mesi di finanza folle sarebbe stato in gran parte evitato.