Partecipata mobilitazione di Rete Imprese anche a Siena

LE TESTIMONIANZE. Artigiani, commercianti, lavoratori autonomi che hanno espresso, senza remore e con toni a volte toccanti, il dramma della piccola e media impresa, ovvero di quel sottobosco produttivo silenzioso ma nei fatti vitale per il territorio della provincia di Siena. Testimonianze di cui dovranno far tesoro i candidati alle prossime elezioni nel collegio senese, quasi tutti presenti all’evento, ripensando ad esempio alle parole dell’imprenditori di Chiusi che ha invocato “la sospensione del patto di stabilità per gli enti locali, almeno per le spese di investimento”; od a quelle del piccolo costruttore che ha chiesto allo Stato di stimolare interventi di riqualificazione energetica o architettonica “di cui la gran parte dei nostri edifici avrebbe gran bisogno”. Vari interventi hanno fatto riferimento al credito “che non c’è più”, perché nonostante il tasso ufficiale di sconto sia sotto l’1 per cento le imprese si vedono richiedere a volte interessi a due cifre, e quindi “i soldi stanziati dalla Bce per le banche devono effettivamente arrivare alle imprese, a differenza di quanto avvenuto finora”. Il tono delle testimonianze si è a tratti infervorato parlando di fisco e burocrazia, “un accanimento di controlli verso chi a fine giornata ha portato anche l’acqua con l’orecchie, pur di far sopravvivere la propria ditta” ha tuonato un artigiano della Valdichiana, con aspre critiche verso gli studi settore (“che impongono valori irreali a rimanenze di magazzino che non valgono più niente” ha evidenziato un commerciante di abbigliamento) e più in generale verso un carico fiscale che andrà necessariamente alleggerito dal nuovo Governo. Un tema questo che ha evocato critiche anche verso chi, negli ultimi anni, ha governato “da forte con i deboli, e debole con i forti”, assecondando gli interessi della banche nel disincentivare l’uso dei contanti o quelli della grande distribuzione nelle aperture di nuovi punti vendita o sugli scontrini, “resi facoltativi a differenza di quanto avviene per i piccoli”. “L’Italia ha vissuto i suoi anni più belli quando la salute delle piccole imprese è stata di anno in anno migliore – ha concluso Graziano Becchetti – a Parlamento insediato vedremo subito se i nuovi governanti avranno voglia di tornarci. Il primo banco di prova sarà la nuova Tares, che così com’è strutturata sarà fuori dalla portata per molti imprenditori: c’è tempo per rimediare, sfruttiamolo. Altrimenti saranno barricate”.