Iniziativa di Donna chiama donna sulla violenza di genere

di Giulia Tacchetti
SIENA. Nella sala consiliare del Palazzo della Provincia l’Associazione “Donna chiama donna” ha organizzato una tavola rotonda dal titolo “Come scegli di amare. Gli uomini non sono tutti uguali” con il patrocinio della Provincia di Siena e con il contributo del Cesvot. L’iniziativa, che fa parte di un progetto indirizzato alle scuole superiori del territorio, è stata presentata alla cittadinanza ,agli studenti ed agli insegnanti dell’Ist.Tecnico Industriale “T. Sarrocchi”, Ist. Agrario “B. Ricasoli”, Ist. Professionale “G. Caselli” e “Marconi”, Liceo Classico “E.S.Piccolomini”.
Sono intervenuti Massimo Squillacciotti, docente di antropologia cognitiva dell’Università di Siena, Simone Bolognesi, psicologo, Università di Siena, Jeff Shapiro, psicologo scrittore (Siena, School for Liberal Arts), Mario De Maglie, pscicoterapeuta del centro “Uomini maltrattanti” di Firenze. Gli esperti hanno trattato in modo semplice e chiaro della violenza di genere, di come si diventa violenti, di modelli culturali e genitoriali. Interessante l’intervento del prof. Squillacciotti che, attraverso un breve excursus antropologico dagli anni Sttanta in poi, ha puntato il dito su quelle differenze generazionali che, mettendo in moto valori diversi, hanno prodotto l’attuale cultura. La società di oggi è caratterizzata dalla rinuncia all’educazione da parte dei genitori; dallo scontro di genere per il rigurgito maschilista, con la conseguente crisi di identità dell’uomo; dalla perdita della reciprocità; dall’imporsi del mito dei soldi, che ha spinto la donna a farsi oggetto del desiderio maschile attraverso una fisicità innaturale ( donna ri-fatta). L’intervento dello psicologo Simone Bolognesi ha approfondito il tema attraverso la sua esperienza diretta maturata nelle stanze del pronto soccorso dell’ospedale di Siena. La giurisprudenza in questo materia è abbastanza recente: la legge sulla violenza sessuale in Italia è del 1996 e quella che punisce lo stalking è del 2009.
Da una indagine condotta dalla Regione Toscana, tra luglio 2010 e giugno 2011, 1800 donne si sono rivolte alle istituzioni per denunciare la violenza subita. Di queste la stragrande maggioranza era di nazionalità italiana, il 50% diplomate, il 20% laureate, il 20% libere professioniste; quindi non è la condizione sociale che determina la violenza. Nel 90% dei casi il comportamento persecutorio nasce all’interno di una relazione di coppia.I successivi relatori approfondiscono il tema attraverso le loro dirette esperienze che non riguardano il solo territorio di Siena, ma anche quello di Firenze e di paesi stranieri come l’Inghilterra . È evidente che per introdurre un cambiamento occorre partire dalla scuola dove costruire una nuova socializzazione, fondata sull’accoglimento dell’altro da sé e sul reciproco rispetto. Il progetto educativo prevede un incontro a marzo nelle scuole indicate, con gli stessi esperti di lavoro e con gli studenti per produrre in gruppo dei lavori. Seguirà ad aprile un secondo incontro ed infine saranno ufficializzati i risultati.
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